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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica Libia

Salvini in missione in Libia: "Imporrà le sue posizioni rigide sui migranti"

I porti italiani, intanto, restano chiusi e continua lo stallo della nave Lifeline e del cargo Alexander Maersk, con 350 persone in attesa di toccare la terra promessa

"Missione #Libia, si parte!". Questo il messaggio con cui il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha annunciato l'inizio del suo viaggio nel Paese del Nordafrica. Ad accompagnare il post ci sono anche le foto del leader della Lega mentre arriva in aeroporto e poi a bordo di un aereo militare. Salvini è arrivato stamane a Tripoli, in Libia, per "imporre alle autorità locali le sue posizioni rigide" in tema di contrasto alle migrazioni illegali. Così una "fonte informata" citata dal quotidiano locale 'al-Marsad' presenta la missione in territorio libico del leader della Lega.

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Secondo la fonte, il "motivo" della visita di Salvini è quello di "ribadire le posizioni molto rigide che ha assunto per mettere fine alle migrazioni illegali verso l'Europa" alla luce anche del "rifiuto di accogliere la nave Lifeline che trasportava 234 immigrati". Salvini, ha aggiunto la fonte, incontrerà le autorità libiche "per discutere del ruolo dell'Italia nella prossima fase" riguardo l'aspetto del "fenomeno delle migrazioni".

"Ho incontrato a Tripoli il ministro dell'Interno libico Abdulsalam Ashour. Il mio impegno sarà massimo per rinsaldare l'amicizia tra i nostri due Paesi e la collaborazione su tutti i fronti, a partire dall'emergenza immigrazione", ha affermato il leader della Lega.

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Alla vigilia della sua visita istituzionale, il vicepremier ha ringraziato la Guardia costiera libica per aver soccorso i circa mille migranti alla deriva su sette gommoni al largo delle coste del Paese africano. "Ringrazio di cuore, da ministro e da papà, le autorità che hanno salvato e riportato in Libia 820 immigrati, rendendo vano il 'lavoro' degli scafisti ed evitando interventi scorretti delle navi delle Ong", ha affermato. L'operazione ha suscitato però l'ira delle Ong e le preoccupazioni di tanti riguardo al trattamento che subiranno i migranti "respinti", con Barcellona che ha offerto un porto sicuro e Malta che ha accusato l'Italia di essere "disumana". Intanto i porti italiani restano chiusi e continua lo stallo della nave Lifeline e del cargo Alexander Maersk, con 350 persone in attesa di toccare la terra promessa.

Il summit dei Paesi Ue sull'immigrazione

Centri di accoglienza per la redistribuzione dei flussi migratori, non solo per i rifugiati ma anche dei migranti economici. Questo il nucleo del progetto che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha portato a Bruxelles all'incontro con gli altri 16 capi di stato e governo dell'Unione europea. La proposta italiana ha un titolo altisonante: European Multilevel Strategy for Migration. Sei premesse e dieci obiettivi che si promettono di riformare la gestione e la regolazione dei flussi migratori superando il regolamento di Dublino (qui tutti i dettagli sulla proposta italiana).

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Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi non nasconde le difficoltà di trovare un accordo sui migranti al summit europeo di giovedì e venerdì. "Un'intesa su alcuni capisaldi innovativi non è impossibile, benché sia difficile. E' ovvio che nessuna modifica legislativa può essere adottata fra cinque giorni, ma può essere fissata la linea d'indirizzo lungo la quale procedere", ha spiegato ieri in un'intervista al Messaggero, descrivendo l'incontro a Bruxelles come una "tappa di riflessione". Al quale l'Italia va "chiedendo il superamento, non la semplice revisione della logica del regolamento di Dublino".

"Il governo ha due linee contrastanti sull'immigrazione"

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ieri a Bruxelles ha presentato "una proposta presentata come completamente nuova, ma che dice quanto sapevamo già: il governo italiano non può che sostenere la riforma di Dublino approvata dal Parlamento europeo". Lo afferma la europarlamentare di Possibile Elly Schlein, relatrice per il gruppo dei Socialisti e Democratici della riforma del regolamento di Dublino. "Dei dieci punti della European Multilevel Strategy for Migration - continua - ben quattro sono già contenuti nella proposta di riforma votata dai due terzi del Parlamento europeo, come ad esempio la cancellazione del criterio del primo Paese d'ingresso, la ripartizione automatica e obbligatoria in tutti i Paesi Ue dei richiedenti asilo, e le sanzioni sui fondi strutturali per chi non accoglie. Mentre la parte relativa all'esternalizzazione delle frontiere è un chiaro cedimento alla linea Salvini e all'asse con i Paesi Visegrad".

"Ma è una strategia - prosegue la Schlein - che non dice nulla di nuovo rispetto a quanto hanno già fatto sino ad oggi. Sono anni che i governi europei provano ad adottare questa strategia, ma non ha mai funzionato, salvo che violare diritti fondamentali altrove. Per ora l'unica vera novità è un governo che ha due linee sull'immigrazione contrastanti che determinano una progressiva e rapida perdita di credibilità del nostro Paese nei confronti dei partner europei. Non c'è soluzione, specie per l'Italia - conclude Schlein - che non passi da una maggiore solidarietà europea e quindi dalla riforma di Dublino".

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