Tassi di interesse in calo per i mutui immobiliari e minori spese a carico di chi chiede un finanziamento. Ma attenzione, il finanziamento che si può ottenere deve sempre essere parametrato al reddito di chi lo chiede, anche se in alcuni casi quest’ultimo non è tenuto a rendere l’intero ammontare richiesto da chi ha concesso il mutuo stesso.

A giugno i tassi di interesse sui prestiti immobiliari sono calati al 2,47%, incluse spese accessorie, contro il 2,5% di maggio; quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo si sono attestati all’8,49%, quelli alle società non finanziarie all’1,56% (contro l’1,60% di maggio); quelli sui nuovi prestiti di importo fino a 1 milione di euro sono stati pari al 2,08%, quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia all’1,15%. Lo indica il bollettino di agosto 'Banche e moneta' della Banca d'Italia.

La rata mensile di un mutuo non può eccedere un terzo dello stipendio e nel caso il mutuo sia intestato a più persone non può superare un terzo dei redditi complessivi dei cointestatari. Il mutuo che si può ottenere è quindi pari all’importo massimo che si ricava moltiplicando un terzo del reddito disponibile per il numero delle rate (il calcolo è lievemente più complicato se si opta per un tasso di interesse variabile).

Un mutuo può essere anche parzialmente non restituito: se gli interessi superano la soglia dell’usura il correntista, chi ha ricevuto il mutuo è tenuto a restituire alla banca solo il capitale. Una sentenza del Tribunale di Viterbo ha chiarito che questo vale anche se ad essere usurari sono i soli interessi di mora e non anche quelli corrispettivi in quanto la legge sull’usura non fa alcuna distinzione tra varie forme d’interessi. Secondo la legge sono usurari gli interessi che superano del 50% il tasso medio, determinato con decreto del Ministero del Tesoro ogni 3 mesi, relativo al tipo di operazione per cui viene concesso il credito (i mutui immobiliari hanno tassi diversi dal prestito al consumo, per esempio).

Il contratto di mutuo deve essere scritto e firmato dai mutuatari, in caso contrario, come ha stabilito una sentenza del tribunale di Cuneo nei confronti di una banca che aveva accordato un mutuo senza far firmare il relativo contratto a uno dei 2 richiedenti il mutuo, il contratto è nullo.