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Martedì, 30 Aprile 2024

Il commento

Giovanni Pizzocolo

Giornalista Brescia

Netanyahu e una carneficina senza fine

La 'vittoria totale' di Israele sarà (anzi, lo è già) il genocidio del popolo palestinese nella Striscia di Gaza. Inutile aspettare il responso della Corte dell'Aja: sia positivo o negativo, è solo carta da tribunale; ingiallirà in fretta. Quello che sta accadendo è sotto gli occhi di tutti: non ci sarà giudizio, su questa Terra, che possa assolvere l'uccisione di 27mila esseri umani, quasi la metà bambini. La condanna è scritta, indelebile, dal sangue degli innocenti morti sotto le bombe nelle loro case, uccisi dai cecchini o dai soldati in strada davanti agli ospedali, mentre erano in fila per cercare di afferrare una manciata di farina, un boccone di pane.

Ieri Benjamin Netanyahu ha respinto le richieste di Hamas per un cessate il fuoco, dichiarando che l'offensiva continuerà finché non si arriverà alla 'vittoria totale', ovvero la distruzione di Hamas. Obiettivo irraggiungibile, non essendoci un fronte di guerra, se non a costo di sterminare gran parte della popolazione civile, bombardando zone densamente abitate. Ovvero, quanto sta avvenendo dal 7 ottobre scorso in risposta all'uccisione di 1.194 israeliani, fra coloni e militari.

Hamas chiedeva la fine dei combattimenti, il ritiro di Israele dalla Striscia e la liberazione di centinaia di detenuti palestinesi, in cambio della liberazione degli ostaggi ancora in prigionia, il cui salvataggio – a questo punto – non è più l'obiettivo delle operazioni sul campo di Israele. Netanyahu li ha già sacrificati sull'altare di un impossibile trionfo militare: "Il giorno dopo la guerra, sarà il giorno dopo Hamas" ha dichiarato, dimenticando di dire che quel giorno sorgerà su un deserto intriso di sangue. Tra lunedì e martedì, almeno 107 palestinesi sono stati uccisi (altri 143 feriti) e l'esercito israeliano sta avanzando verso Rafah, nel sud della Striscia, dove migliaia e migliaia di sfollati hanno trovato rifugio; oltre, non c'è altro posto dove scappare. La carneficina è in marcia. Non si fermerà.

Noi che siamo sicuri
nelle nostre tiepide case,
noi che troviamo tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
consideriamo che a Gaza
ogni 10 minuti un bimbo 
muore sotto le bombe israeliane.
Meditiamo che sta avvenendo ora,
in questo istante.

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