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Lunedì, 29 Aprile 2024

L'analisi

Eva Elisabetta Zuccari

Giornalista

Com'è insomma questo nuovo Grande Fratello voluto da Pier Silvio Berlusconi

La Casa del Grande Fratello ha subito una trasformazione persino nei colori: sono spariti i toni sgargianti e ora i divani sono decorati con eleganti tinte pastello. Gli ex inquilini "vip" hanno portato via con sé tutte quelle paillettes, quegli abiti da sera, mascheroni e maschere che negli ultimi anni avevano trasformato il reality in una sorta di recita autogestita, concentrata sulla loro vanagloria. Il nuovo Grande Fratello di Pier Silvio Berlusconi - s'è intestato lui stesso la volontà di un cambiamento radicale - ritorna invece alle origini, alla gente comune, alle loro storie. Una rivoluzione annunciata da mesi e ripetuta circa settanta volte nella prima puntata, semmai non fosse abbastanza chiaro: il ritorno in gara delle cosiddette "persone comuni" è infatti il simbolo di un'edizione che cerca di ritrovare la fiducia del pubblico, ormai stanco dei personaggi trash. Un rinnovamento che si inserisce nel clima di rigore a cui l'amministratore delegato vuole riportare l'intera Mediaset, tanto da chiamare Cesara Buonamici come opinionista, direttamente dai sobri studi del telegiornale. 

Vietato scavare nel torbido, semmai nel buonismo

Il proverbio recita: "Non c'è mai una seconda occasione per fare una buona prima impressione." E così la prima puntata punta sul sicuro, sin dall'inizio: un macellaio romano e un'operaia veneta. "Paolo svolge un lavoro antico", mentre "Giselda "lavora in fabbrica", sottolinea Alfonso Signorini, solleticando la pancia del pubblico. Il primo si sveglia alle cinque del mattino e sogna di vincere per migliorare la vita della madre, che vive di sacrifici ("Non ceniamo mai insieme perché è sempre stanca"). La seconda è una veneta eccentrica che scende dalla montagna, si sente un po' Heidi e sogna di sposare l'alpino Mauro Corona. Con loro, e non solo con loro, ritorniamo alle maschere regionali, sebbene leggermente sbiadite e meno stereotipate, poiché l'Italia nel frattempo è cambiata. Si ambisce a rievocare l'antico neorealismo televisivo, quello delle persone comuni che, in passato, vedevano nella popolarità un'opportunità di riscatto: tuttavia sono trascorsi vent'anni dal primo Grande Fratello e con essi sono svanite altrettante meteore e illusioni. Ad ogni modo, a mezz'ora dall'inizio dello show, è chiara la direzione che ha guidato la scelta del cast: tutti i concorrenti di questa edizione sono i classici "bravi ragazzi" che devono piacere a mammà. Non devono scavare nei nel torbido, al massimo nel buonismo. 

Si procede così, a goccia cinese, con l'intenzione di scrivere il grande romanzo popolare, ma la nobiltà del tutto viene inevitabilmente pregiudicata da certe esigenze di pietismo che sono e saranno funzionali al format, c'è poco da fare (a un concorrente, ad esempio, viene qualcosa del tipo "ma insomma, quanto ti è rimasto da pagare per i debiti di tuo padre?", rimestando ben bene nel voyeurismo del dolore). E così vediamo ancora sfilare il bidello Giuseppe Garibaldi (sì, è questo il suo vero nome, ndr) con la passione per le donne e una famiglia che sogna per lui il posto fisso ("per noi meridionali è sacro"); Marco, tassista e maestro di sci amante delle donne; Angelica e Vittorio, entrambi bellissimi ma - si sottolinea - laureati; Anita che vuole sfatare il mito della "bella oca" con le sue tre lauree. E qui il pensiero va alle bambole plasmate nel botulino che abitavano queste mura appena dodici mesi fa, concorrenti che calcavano la propria ignoranza per fare notizia. Ma la storia più forte sembra essere quella di Letizia, fotografa di 24 anni, che ha trascorso un'infanzia a San Patrignano da figlia di ex tossicodipendenti. Il personaggio sopra le righe è invece Lorenzo, il calzolaio tatuato e con papillon, sguattero della moglie proprietaria del negozio: "Mi vergognavo a indossare questo grembiule da garzone, ma ora lo porto con orgoglio", racconta, ma l'eccesso di estro è tale che lui nel tempo libero sponsorizza il punto vendita registrando dei video su TikTok. 

Chi sono i (pochi) vip

Nel loft di Cinecittà si parla principalmente di tagli di carne e suole in legno. Alcuni utenti su Twitter si chiedono quindi come riusciranno i concorrenti "normali" e i "vip" a interagire e a condividere conversazioni da divano. Le celebrità ammesse sono comunque poche e hanno volti puliti, perché i prezzemolini da reality sono rimasti fuori dalla Porta Rossa. Alex Schwazer è qui dopo una docu serie su Netflix, con l'obiettivo di cercare un definitivo riscatto dalla sua storia giudiziaria: gelido come i suoi occhi di ghiaccio, è quello che nella prima puntata fa però più fatica ad ambientarsi. Massimiliano Varrese, attore, artista e papà single dalle vibes cordiali. Grecia Colmenares, regina delle telenovelas, della voce stridula ma anche dell'allegria. Samira Lui, ex Miss Italia tutta da scoprire. Beatrice Luzzi, ex attrice di Vivere e mamma single, donna di grande dignità, che mai si è mischiata ai reality prima d'ora. Da TikTok arriva infine Rosy Chin, mamma, chef, imprenditrice e creator italo cinese che fa incontrare la cucina orientale e quella italiana: ex obesa, ha trovato nel cibo il mezzo di riscatto; oggi ha mezzo milione di follower e una tempra che - siamo pronti a scommettere - la renderà tra le più intransigenti della Casa. 

Promossa Cesara Buonamici, bocciata Rebecca Staffelli

È proprio con una domanda a Rosy che Cesara Buonamici fa il suo debutto nella puntata. Le chiede dell'integrazione nel nostro Paese, se da bambina è stata difficile. Lei risponde di sì. Questa domanda dà la misura del nuovo ruolo affidato alla giornalista: gli scranni degli opinionisti non devono essere più pollai ma sede di un dibattito che può diventare persino pretenzioso. Tuttavia, Cesara sa essere anche leggera: seduta nel suo tailleur bianco, ha l'aria divertita di una zia inglese che si è unita per l'ora del tè con i nipoti. La sua classe, tuttavia, non è mai snobismo: ha studiato le personalità dei concorrenti e interviene in modo puntuale. È irresistibile persino quando scivola in una gaffe: rivela al pubblico la presenza del "Tugurio", l'area più squallida della Casa. Con Alfonso c'è una complicità evidente.

D'altra parte, sembra esserci qualche difficoltà nella complicità tra il conduttore e Rebecca Staffelli, figlia del noto inviato Valerio e presente come "inviata social" in studio, il che significa che legge i tweet divertenti scritti in diretta dagli spettatori. Tuttavia, Rebecca non fa ridere. Questo perché sembra molto tesa (forse migliorerà nelle puntate successive) e perché i tweet in televisione non hanno mai fatto ridere: Twitter e la televisione hanno linguaggi e pubblici diversi.

Nessun cenno all'inclusività, seppure è una bandiera del presente 

Chiudiamo con un grande assente: l' "inclusività" come contenuto da sfruttare a tutti i costi. Senza arrogarci il diritto di decidere se è giusto o sbagliato, ci limitiamo a evidenziare l'assenza di storie che vadano a toccare il dibattito sui diritti Lgbt che tanto sono presenti nella scena pubblica e che tanto avevano tenuto banco negli anni passati, a volte sfociando pure nella morbosità, dalla storia di Tommaso Zorzi a quelle di Giovanni Ciacci ed Elenoire Ferruzzi. In ogni caso la sfida del Grande Fratello - che vanta uno squadrone di quindici autori - sarà, proprio a proposito di morbosità, scoprire se al pubblico abituato agli eccessi e ai sapori forti può andare bene anche un piatto  dal gusto più delicato, lo stesso che era abituato a mangiare quindici anni fa. E che però aveva smesso di apprezzare. 

Com'è insomma questo nuovo Grande Fratello voluto da Pier Silvio Berlusconi

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