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Domenica, 28 Aprile 2024

L'editoriale

Chiara Tadini

Responsabile redazione

Siamo nervose a causa delle vostre frasi sessiste, non del ciclo

Quante di noi, almeno una volta nella vita, si sono sentite dire da un amico, da un parente, da un collega o anche da uno sconosciuto: "Sei nervosa, hai il ciclo?". Una delle tante (odiose) frasi sessiste che ancora oggi noi donne siamo costrette a mandare giù e che naturalmente, proprio in quanto sessiste, non esistono "declinate" al maschile (e per fortuna). Perché l'uomo ha il diritto di essere nervoso senza bisogno di giustificazioni. Una donna, invece, no.

Capita così, infatti, che una sindaca diventata mamma da poco più di un anno si ritrovi vittima di un attacco sessista in pubblico. È successo giovedì sera a Conselice, uno dei comuni più colpiti dall'alluvione che a maggio scorso ha devastato la Romagna. L'occasione era proprio un'assemblea sul tema dell'alluvione e della tutela del territorio, tanto che tra i relatori ospiti c'era il geologo Claudio Miccoli, ex dirigente della Regione Emilia-Romagna presso l’Agenzia regionale Sicurezza del territorio e Protezione Civile (qualche mese fa già diffidato dalla stessa Regione Emilia-Romagna in seguito a una sua intervista sul tema alluvione).

Il geologo, parlando di fronte a una platea di circa 80 persone, ha ricordato un'altra iniziativa pubblica sempre sull'alluvione, avvenuta l'estate scorsa a Russi e durante la quale era intervenuta la sindaca Valentina Palli. Riferendosi alle parole della prima cittadina - che ad agosto sottolineò come, a causa dei cambiamenti climatici, nessuno avrebbe potuto garantirci che un'alluvione come quella di maggio non sarebbe successa di nuovo in futuro -, l'altra sera il geologo ha fatto calare il gelo in sala: "Poverina, per me era attaccata da una crisi da depressione post partum, visto che aveva avuto un bambino da poco. Perché per dire una cosa del genere uno bisogna che non abbia il totale equilibrio mentale". Parole che hanno sollevato critiche tra gli 80 partecipanti. "Può evitare queste allusioni?", chiede risentita una donna. "Era una battuta signora", si giustifica lui.

No, Miccoli: tirare in ballo cose come la depressione post partum o l'equilibrio mentale non significa fare una battuta. Significa attaccare gratuitamente una donna (non presente in sala, tra l'altro) sfruttando la sua maternità e le difficoltà che la stessa maternità, inevitabilmente, porta con sé. Difficoltà che, tra l'altro, la sindaca di Russi non ha mai tentato di nascondere, anzi: la 39enne sui social condivide spesso foto della sua bimba mostrando quanto sia difficile, per una donna, conciliare la maternità e il lavoro, tra notti insonni trascorse a controllare il livello dei fiumi con una mano e a cullare la neonata con l'altra, poppate fatte alla scrivania in Comune e pannolini cambiati su fasciatoi improvvisati nel centro di coordinamento della Protezione Civile. Proprio perché Valentina, che il giorno in cui è iniziata l'alluvione in Romagna era diventata mamma da meno di tre mesi, durante quelle settimane infernali non ha mai smesso un istante di lavorare.

La sindaca ha già spiegato di essere intenzionata a tutelarsi: "Mi chiedo se ancora nel 2024 noi donne dobbiamo essere sottoposte a questo livello di inaudita e di inaccettabile violenza - ha detto - Ho deciso di tutelare la mia dignità in tutte le sedi non solo per me stessa, ma per tutte le donne". Ed è giusto così. Che questo piccolo, ma importantissimo gesto della sindaca sia da promemoria per tutte noi: smettiamo di accettare a testa bassa che ci vengano rivolte frasi sessiste spacciate come battute. Smettiamo di ingoiare insulti come quello rivolto alla sindaca di Russi. Perché, alla fine, sono queste le cose che ci innervosiscono. Non il ciclo.

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