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Sabato, 27 Aprile 2024

L'inchiesta

Claudio Pizzigallo

Giornalista

Da dove nasce la mania dei giocattoli a tema unicorno?

La foto qui in alto rappresenta una parziale selezione degli oggetti a forma di unicorno delle nostre figlie Micòl e Cleo, rispettivamente di quasi cinque anni e di circa un anno e mezzo (ma soprattutto della maggiore delle due, per forza di cose).

Ci sono pupazzi di ogni dimensione (le forme e i colori invece tendono a ripetersi), un "uniporco" (definizione nostra) che tira fuori la lingua quando lo schiacci, e poi un manico di scopa (senza scopa) con testa di unicorno da cavalcare, uno scaldamani unicorno, un poggiabibite unicorno, un braccialetto unicorno di quelli che se li lanci contro il braccio si avvolgono intorno al polso, la decorazione della prima torta di compleanno di Micòl, e ovviamente i pupazzetti da bagnetto che al posto delle paperelle hanno teste di unicorno. Mancherebbero zaini, scarpette, magliette e cerchietti e borse (e altro ancora), ma era per dare un'idea. 

Un po' come Fantozzi quando trova pagnotte anche nei cassetti delle mutande, a un certo punto siamo stati colti da un leggero sospetto: ma non saranno troppi questi unicorni? E soprattutto, perché ci sono così tanti oggetti per bambine (e in misura minore anche per bambini, ma la nostra esperienza personale è limitata alle bimbe) a forma di unicorno?

Abbiamo provato a fare una ricerca Google per capire quando sia nato il fenomeno, e tanto per iniziare, abbiamo scoperto che se oggi la ricerca "unicorn toys" restituisce 1.800.000 risultati, nel 2013 ne restituiva qualche migliaio.

Da questo si deduce che deve essere successo qualcosa negli ultimi dieci anni, ma che cosa? Per scoprirlo, ci siamo affidati ancora a Google, e siamo andati a cercare inchieste, reportage e anche una pagina di Wikipedia molto chiaramente intitolata "Unicorn trend".per capire le origini del fenomeno. Ecco cosa abbiamo scoperto e cosa vi riportiamo, a beneficio di qualche genitore che si starà domandando perché sua figlia ha così tanti oggetti a tema.

Breve storia/leggenda degli unicorni

La leggenda degli unicorni è antichissima: la prima citazione risale al IV secolo a.C., e viene citato anche nella Bibbia col nome di re'em. Nei secoli successivi diviene un simbolo di purezza e castità, tanto che la leggenda voleva che solo una vergine potesse catturare e addomesticare un unicorno.

Questo cavallo con un corno affusolato in fronte rappresenta anche la fierezza e l'indipendenza, e infatti è l'animale simbolo ufficiale della Scozia (davvero), e si narrava che dal suo corno potessero essere estratte sostanze capaci di curare ogni male.

Oggi, però, gli unicorni maggiormente rappresentati, quelli che riempiono gli scaffali di negozi di giocattoli e abbigliamento per bambini, non sono più quelle creature slanciate e indomabili, ma animali teneri e dolci e coloratissimi da abbracciare e coccolare. Com'è avvenuto questo cambiamento?

Tutta colpa dei (nuovi) "mini pony"

Vi ricordate Mio mini pony, quel cartone animato degli anni '80, con la sigla cantata ovviamente da Cristina D'Avena e il suo irresistibile "voooola, mio mini pony"? Ecco, gran parte della colpa della moda attuale è loro, di quel cartone e di tutto il merchandising che c'era già allora.

Però qualcosa non torna: perché quei mini pony erano dei "semplici" cavalli alati ma non avevano corni (o corna?). In effetti no, è vero, ma chi è più giovane ricorderà che già dagli anni '90 sono comparsi i primi mini pony unicorni, sia nelle serie animate sia nei film di animazione, tra cui uno uscito a ottobre 2017, in pieno "Unicorn trend".

E che cos'è questo trend, o "fad" (un fenomeno più passeggero) come lo chiamò allora l'esperto di trend Daniel Levine, che forse si sarà nel frattempo ricreduto sulla velocità di scomparsa del fenomeno?

Cos'è lo "Unicorn trend"

Secondo Wikipedia, che riprende un'inchiesta del magazine Refinery29, questo trend, innescato dalla Hasbro negli anni '80, è esploso nel giugno del 2016, quando la fotografa e blogger di cibo Adeline Waugh pubblicò questa foto di quello che i suoi fan battezzarono "toast unicorno", fatti con formaggio spalmabile e pigmenti alimentari.

Nel giro di pochi mesi, da quel post virale si arrivò a tutta una serie di prodotti a tema unicorno, non solo nel cibo: dai trucchi ai vestiti, dagli accessori fino al "frappuccino unicorno" di Starbucks. Ed ecco perché nel 2017 la Hasbro fece uscire quel film: per cavalcare il fenomeno, ormai esploso da New York a Londra e in tutto il mondo.

In realtà, però, lo Unicorn Trend non nacque come un fenomeno per bambine/i, bensì principalmente per ragazze e donne (magari nostalgiche dei mini pony della loro infanzia), oltre che per la comunità LGBTQ+, che inizialmente si unì alla causa anche per quell'affinità tra l'arcobaleno dei "nuovi" unicorni e quello della bandiera della comunità LGBTQ+. 

Come è diventato un fenomeno per le/i più piccole/i

Nella scena più famosa di Il Diavolo veste Prada, Miranda Priestley fa un memorabile monologo alla sua assistente per spiegarle come anche quel maglioncino azzurro, anzi ceruleo, che la giovane indossa con ostentato distacco dal mondo della moda è frutto di scelte fatte anni prima per l'alta moda dalla stessa Miranda, che come un'onda si sono propagate fino ad arrivare alla bancarella da cui la giovane assistente lo ha comprato. 

Ecco, qualcosa del genere è successo anche con gli unicorni colorati, che sono nati come prodotto per le bambine, sono esplosi - grazie ai social e ai personaggi famosi che li hanno letteralmente cavalcati, come successo a Taylor Swift ed Emily Ratajkowski con un gonfiabile unicorno nel 2015 - come fenomeno per adulti quando le bambine di prima sono cresciute, e ora in un certo senso sono nelle camerette delle figlie e dei figli di quegli adulti, anche perché qualunque bancarella di sagra o mercato rionale, scaffale di supermercato, negozio di abbigliamento o di giocattoli letteralmente straripa di unicorni. Il tutto, per giunta, favorito dai significati che oggi vengono attribuiti a questo mitico animale.

Cosa simboleggiano gli unicorni secondo la società contemporanea

Da animali fieri, indomiti e maestosi con poteri taumaturgici, oggi gli unicorni sono passati a rappresentare valori lievemente diversi. Come noto a chi lavora soprattutto in ambito tecnologico o economico, innanzitutto, "unicorno" è una start-up di valore superiore al miliardo di dollari. 

Nella nostra ricerca abbiamo scoperto anche che nel mondo anglosassone un unicorno è anche il nome che viene dato a una donna bisessuale che accetta di fare sesso a tre con una coppia eterosessuale. 

Ma fondamentalmente, l'unicorno nel mondo contemporaneo è un animale che rappresenta la rarità, la diversità da tutti gli altri, l'unicità appunto: "in un mondo di cavalli sii un unicorno" è una frase motivazionale tipica da social. E se ci pensiamo, in una società in cui la natalità è sempre più bassa, è logico pensare alla propria figlia unica appunto come a un unicorno, no?

Due possibili alternative agli unicorni

Secondo il New York Times il 2020 avrebbe dovuto segnare il tramonto degli unicorni in favore dei lama e dei "cugini" alpaca. Tre anni dopo ci sentiamo di dire che o non sono arrivati ancora da noi, oppure una mandria di unicorni deve aver travolto quei poveri lama. Ad ogni modo, se lo dice il NYT, forse vale la pena provare a cercare un pupazzo lama, se avete la nausea di giocattoli unicornici.

Da parte nostra, ci sentiamo di consigliare un po' di (sana) rassegnazione: se i negozi di giocattoli e i cartoni animati sono pieni di unicorni, è abbastanza normale che bimbi e bimbe li desiderino. Altrimenti, potete puntare sulle sirenette come surrogato, ma le cose non andranno molto meglio, fidatevi. 

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