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Domenica, 28 Aprile 2024

Sfruttamenti&Lavoro

Charlotte Matteini

Opinionista

Gli schiavi che ci montano i mobili 14 ore al giorno

Sono ormai settimane che i lavoratori della cooperativa Rl2, che fornisce in appalto il servizio di trasporto, montaggio e facchinaggio per conto di Mondo Convenienza, sono in sciopero. I motivi dell'agitazione sono chiari: i lavoratori protestano contro le condizioni professionali massacranti, costretti a lavorare anche 14 ore al giorno per sei giorni a settimana per raggiungere uno stipendio insufficiente a garantire una sussistenza dignitosa. Guadagnano pochi euro all’ora, contrattualizzati con il ccnl Multiservizi, che prevede retribuzioni inferiori a quello della logistica - ovvero il ccnl che i lavoratori, con l’aiuto del sindacato Si Cobas, chiedono venga applicato - e una pesante contrazione dei diritti dei lavoratori del comparto. 

Schiavi a 14 ore al giorno: e il lavoro ne risente

Vi sarà capitato di imbattervi in video o post di lamentela contro la qualità del servizio di trasporto e montaggio di Mondo Convenienza. Su Tik Tok esiste un hashtag dedicato, che ha generato diverse decine di milioni di visualizzazioni nel corso degli anni, tanta è la mole di recensioni negative di clienti che hanno voluto pubblicamente lamentarsi dei disservizi. E questo cosa c’entra, direte voi? C’entra eccome, perché la protesta dei lavoratori di Campo Bisenzio non è che l’ultima di una lunghissima serie di proteste dei lavoratori del settore - assunti da cooperative che gestiscono questi servizi che i grandi colossi dell’arredamento concedono esternalizzano in appalto per contrarre il più possibile i costi - e la scarsa qualità delle operazioni di trasporto e montaggio lamentata dai clienti di Mondo Convenienza è molto spesso ricollegabile alle pessime condizioni di lavoro cui sono sottoposti questi lavoratori. Perché quando sei costretto a lavorare come un mulo 14 ore al giorno, senza avere il diritto a riposarti un attimo durante la giornata, per espletare tutto ciò che il tuo datore di lavoro ti impone di fare per massimizzare il profitto a ogni costo, è molto probabile che la qualità del lavoro ne risenta parecchio. Banalmente per stanchezza.  

Essere un lavoratore in appalto significa essere un lavoratore di serie B, questo è il grande segreto di Pulcinella di cui non parla mai nessuno. Un lavoratore in appalto molto spesso si vede applicati contratti peggiorativi che non solo sono decisamente meno onerosi a livello di costi per i datori di lavoro, e che, di conseguenza, permettono di retribuire molto meno i lavoratori, ma che incidono pesantemente su tutti i diritti accessori a cui ogni lavoratore dovrebbe avere diritto, come orari di lavori umani, ferie e malattia.  

Mondo Convenienza se ne lava le mani perché, formalmente, i facchini in appalto che protestano non sono suoi dipendenti, l’azienda paga una cooperativa che deve occuparsi di fornire i servizi richiesti. Fine. A livello formale è effettivamente così, peccato che a livello etico la situazione sia ben differente perché, soprattutto ora che la protesta dei lavoratori di Campi Bisenzio è all’attenzione dell’opinione pubblica del Paese, viene difficile credere che l’azienda non sia a conoscenza delle condizioni di questi lavoratori. Eppure tutto tace e da Mondo Convenienza non è ancora pervenuto alcun commento.  

Una storia di silenzi

Era il 2017 e l’allora deputata del Partito Democratico Marilena Fabbri proponeva un’interrogazione al ministro del lavoro e dello sviluppo economico relativa alle condizioni di sfruttamento dei lavoratori della cooperativa romana Bird Logistic, che lavorava in appalto per Mondo Convenienza presso la sede di Calderara di Reno, in provincia di Bologna. Nel testo dell’interrogazione si legge: “Nelle settimane scorse alcuni lavoratori della cooperativa romana, la Bird Logistic hanno scioperato per chiedere, secondo fonti sindacali, il rispetto degli orari e del contratto nazionale, lamentando condizioni di sfruttamento; l'80 per cento dei lavoratori della società sono in gran parte stranieri e si occupano della consegna nonché del montaggio dei mobili. Secondo i sindacati i lavoratori protagonisti di questa vertenza, lavorano circa 70 ore a settimana, a fronte delle 39 previste dal contratto, senza il pagamento delle ore di straordinario e il riconoscimento di ferie e permessi, e senza il rispetto delle minime condizioni di sicurezza sul lavoro previste dalla normativa legislativa”. Cooperativa diversa, ma modus operandi identico a quello che lamentano i lavoratori della Rl2 che stanno animando le proteste di questi giorni.  

Ma passiamo al 2021, quando una ventina di facchini impiegati nel servizio di trasporto mobili dalla cooperativa TSL, che lavorava in appalto per Mondo Convenienza, denunciavano condizioni di sfruttamento anche in questo caso molto simili a quelle raccontate dai lavoratori di Campi Bisenzio.  Anche questa protesta arrivò in Parlamento e all’attenzione dell’allora ministro del Lavoro Andrea Orlando: "Sui fatti denunciati è stata aperta un'inchiesta - raccontava la deputata Jessica Costanzo -. Il ministero mi ha riferito che l'Ispettorato del Lavoro ha già avviato accertamenti e sono già state calendarizzate per il mese di maggio le convocazioni dei lavoratori coinvolti. Nei confronti di Mondo Convenienza risultano già diversi accertamenti ispettivi negli anni scorsi, anche riguardanti denunce alla stessa cooperativa”.  

Mondo Convenienza non è certo l’unica azienda del settore che agisce così, praticamente tutti i colossi dell’arredamento che operano in Italia appaltano a cooperative esterne i servizi di trasporto e montaggio e le condizioni dei lavoratori del settore sono più o meno le medesime per tutti. Basta fare delle banalissime ricerche con Google per scoprire quante vertenze e scioperi di lavoratori del comparto si sono susseguiti nel corso degli anni, per le stesse identiche motivazioni. Peccato che, nonostante le denunce continue, il sistema prosegua indisturbato, ancora oggi, nel 2023. 

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