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Domenica, 28 Aprile 2024

5 domande (e risposte) dopo una settimana su Threads, nuovo social di Meta

L’apertura di un nuovo social network è un po’ il momento ascensore della nostra vita digitale: nessuno sa cosa dire, in che lingua parlare, con quale tono di voce. È successo anche lo scorso 14 dicembre con Threads, la piattaforma lanciata da Meta come rivale di X (Twitter, per capirci).

Lanciato negli Stati Uniti e nel Regno Unito a luglio, il social network è arrivato in Europa, dopo aver risolto un po’ di problemi nell’adeguamento al Digital Services Act, il nuovo regolamento europeo sui servizi digitali. I primi giorni sono stati piuttosto intensi: se n’è parlato un po’ ovunque, poi sono arrivati i vip, i politici, gli influencer.

Tuttavia, ci vorrà ancora un po’ di tempo per capire bene il destino di Threads. Intanto, abbiamo pensato di fare un recap di questa prima settimana, tramite 5 delle domande più frequenti sul social network.

Come funziona?

Threads, l’avrete capito, è molto molto simile a Twitter. È un social network basato sul testo, in cui è possibile pubblicare, oltre ad aggiornamenti scritti di massimo 500 caratteri, anche foto, video, sondaggi e messaggi vocali. Proprio quest’ultima caratteristica, meno diffusa sulle altre piattaforme, ha abilitato uno dei primi trend del neonato social nel nostro Paese: rispondere ai primi post dei politici con suoni non proprio piacevoli (ma spesso molto divertenti).

Per iniziare a guardare contenuti su Threads basta poco: ci si iscrive tramite Instagram (o si entra senza iscrizione) e si decide se seguire i contatti Instagram o se iniziare da zero. Una nota: era stata proprio questa connessione con Instagram a ritardare il lancio in Europa. Meta l’ha risolta permettendo l’accesso anche a utenti non iscritti e consentendo la cancellazione del profilo Threads senza conseguenze per quello Instagram.

Ci sono due feed: quello ‘Per te’, in cui un algoritmo suggerisce i contenuti più adatti all’utente sulla base degli interessi; e quello ‘Seguiti’, in cui invece si vedono i post dei profili con cui abbiamo deciso di entrare in contatto, in ordine cronologico inverso. Ad oggi, non c’è pubblicità.

È possibile infine, per ciascun post pubblicato, l’inserimento di un hashtag: basta scrivere una parola o frase preceduta dal tasto cancelletto. Su Threads, il cancelletto scompare, si vede solo la parola in blu, cliccabile per vedere altri post su contenuti simili.

Chiara Ferragni, Threads e la ricerca dell’autenticità (che sui social non esiste)

Come sceglie i post che vedo?

Molti si sono chiesti, in questi giorni, come funzioni l’algoritmo di Threads, quello che regola la sezione ‘Per te’. Non sappiamo molto, ad oggi. Il funzionamento è presumibilmente simile a quello di altri sistemi di raccomandazione: consiglia i post più adatti sulla base degli interessi manifestati dall’utente tramite like, commenti e condivisioni. Ne suggerisce non solo dalla lista dei profili che seguiamo ma anche, come ormai fanno quasi tutti i social network, da utenti che trattano argomenti che potrebbero interessarci.

Il sistema sembra ancora piuttosto acerbo, nonostante sia addestrato a conoscere gli utenti a partire dalla loro attività su Instagram. Per provare ad avere suggerimenti migliori, negli ultimi giorni si è diffusa la pratica di scrivere un post con i propri interessi, per aiutare l’algoritmo a scegliere meglio i contenuti da consigliare. Non funziona, secondo Meta, ma è un bell’esercizio per provare a raccogliere nei commenti profili simili.

Come sta andando?

Sta andando bene: il modello immaginato da Meta funziona, soprattutto all’inizio. A partire dalla data del lancio in Europa, tutti gli utenti di Instagram sono stati invitati, in modo più o meno velato, a iscriversi alla nuova applicazione.

Questo, naturalmente, facilita l’ingresso, insieme alla possibilità di poter trasferire la propria rete di Instagram all’interno del nuovo social network. Tutto in un contesto in cui, fin dall’arrivo di Musk e dai cambiamenti di Twitter (la spunta blu a pagamento e le modifiche nelle politiche di moderazione di contenuti), molti utenti erano alla ricerca di un’alternativa.

Cosa vuol dire che farà parte del fediverso?

Lo ha confermato Adam Mosseri, numero uno di Instagram, pochi giorni prima del lancio in Europa, dopo l’annuncio della scorsa estate. Threads è costruito sul protocollo Activity Pub, uno di quelli alla base del fediverso: si tratta di una famiglia di applicazioni decentralizzate, open source (ovvero fonti aperte e disponibili in genere gratuitamente), e estranee alle logiche di Big Tech. Questo gruppo comprende una serie di applicazioni: la più famosa è Mastodon, una delle prime a essere indicate come alternative a Twitter dopo l’arrivo di Elon Musk.

Interoperabilità significa la possibilità, qualunque sia il servizio che si sta usando, di vedere e interagire con post pubblicati su altre piattaforme. Per la prima volta, in altre parole, sarà possibile vedere i contenuti pubblicati su un social network di Meta anche su altre piattaforme aperte, e viceversa. Il principio di funzionamento è molto simile a quello delle mail. La casella di posta elettronica è generalmente ospitata su un server proprietario, ma l’uso di protocolli di comunicazione standard permette di comunicare con tutti gli altri servizi.

Quanto durerà?

Il punto è tutto qui: il collegamento con Instagram funziona nell’accesso, nel portare nuovi utenti. Poi, però, bisogna capire chi si è iscritto rimane sulla piattaforma anche dopo i primi giorni. Negli Stati Uniti, dopo il lancio di luglio da 100 milioni di iscritti in una settimana, gli utenti attivi sono calati di circa l’80% in un mese. Vero è che alla piattaforma mancavano ancora un po’ di funzionalità, primi fra tutti gli hashtag e la versione desktop.

Oggi, Threads sembra più completo, meno un cantiere aperto. Vedremo se questo basterà per rappresentare un’alternativa credibile a X.

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