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Domenica, 28 Aprile 2024

Concerti

Chiara Tadini

Responsabile redazione

Abbiamo un problema con l'(ab)uso dei cellulari ai concerti

Oh, che bello: sono riuscita ad accaparrarmi un posto decente nel parterre del concerto. Non sotto al palco, ma davanti a me ci sono solo 4 o 5 file di persone. Da questa distanza non avrò alcun problema a vedere la band e a godermi il concerto anche a livello visivo.

E invece...

E invece, già dalla prima canzone, decine di persone davanti a me tirano fuori il cellulare, lo alzano sopra alla loro testa e iniziano a filmare il concerto, un brano dopo l'altro, bloccandomi la visuale. Più di una volta mi ritrovo a guardare la band attraverso lo schermo del telefono della persona davanti a me, neanche fosse un maxi schermo in un mega concerto a San Siro. Provo a spostarmi leggermente a destra, ma niente: cambia solo il modello di cellulare. A sinistra uguale. Cerco di torcere il collo, di allungarlo, le provo tutte, ma sono circondata dagli schermi. Sono intorno a noi, in mezzo a noi (e, ha ragione Frankie hi-nrg mc, in molti casi siamo noi). Niente scrupoli o rispetto verso i propri simili.

Abbiamo un problema con l'uso dei cellulari ai concerti? Io credo di si. Sia chiaro: non sono della 'scuola Bob Dylan' (il cantautore spesso impone un vero e proprio divieto di utilizzare i telefoni durante i suoi concerti). Una 'scuola' che sempre più artisti decidono di perseguire, dai Guns'N'Roses ad Alicia Keys - a giugno il leader dei Coldplay Chris Martin ha bloccato il concerto a Napoli chiedendo al pubblico di mettere via gli smartphone. Tanto che un'azienda americana, la Yondr, ha inventato una custodia che "blocca" il telefono, già utilizzata durante i concerti da vari musicisti, tra i quali Jack White (chitarrista e cantante dei White Stripes) e lo stesso Dylan. L'obiettivo è quello di evitare distrazioni - sia al pubblico che all'artista - e di fare in modo che gli spettatori si godano al meglio il concerto.

Ecco, a me sembra assurdo che si debba arrivare a una soluzione tanto drastica. Anche perché io stessa non sono immune da questa pratica: quando vado a un concerto una foto la faccio sempre, a volte addirittura anche un brevissimo video di qualche secondo, assicurandomi però di essere il meno d'intralcio possibile alle persone alle mie spalle e di non coprire la loro visuale. Perché non c'è niente da fare: siamo animali sociali, e la necessità di condivisione è radicata nell'essere umano per natura. E questo bisogno di condividere trova lo sfogo perfetto nel social sharing. Del resto, se non li pubblichiamo sui social, quei video rischiano di scomparire tra le migliaia di foto e video che quasi ognuno di noi si ritrova nel telefono.

Però... Però credo che non dovremmo sacrificare la realtà "fisica" per la realtà virtuale. Passare buona parte del tempo col cellulare in mano a filmare il concerto è il modo migliore per goderselo? Forse no. Ma, a parte questo - che resta comunque opinabile -, proviamo a metterci nei panni delle persone che abbiamo al nostro fianco, anzi, alle nostre spalle. Il nostro smartphone interferisce con la loro esperienza visiva? Abbassiamolo. Nessuno troverà da dire con voi se fate qualche foto o un paio di brevi video. Ma io ho memoria di concerti in cui sono stata costretta a vedermi interi brani dallo schermo della persona di fronte a me. Facciamo in modo che l'uso dei nostri cellulari ai concerti non si trasformi in abuso.

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