Max Giusti: "Basta guerre tra sessi, anche noi uomini abbiamo le nostre difficoltà"
In scena al Teatro Sistina di Roma con uno spettacolo nato in 5 anni di riflessioni e scrittura, l'attore e comico affronta alcuni temi incandescenti, dal patriarcato al politicamente corretto, fino a come crescere i figli oggi
"Scordatevi il Max di Rai 1". Max Giusti non usa mezzi termini per raccontare "Bollicine", lo show che porta in scena al Teatro Sistina di Roma dall'11 al 21 aprile, né per raccontarsi a Today.it. "Mi sono veramente 'stappato' dopo Il Marchese del Grillo, che ho avuto la fortuna di fare. Quello spettacolo mi ha fatto capire che su questo palcoscenico posso fare tutto. A volte uno è troppo educato, invece le cose quando vanno dette vanno dette e questo mi ha creato un cortocircuito nella testa" spiega.
Nient'altro che la verità, dunque, anche sulle cose più scomode. I temi che tocca infatti sono incandescenti, come il patriarcato: "Penso che il politicamente corretto sia un grande equivoco - continua - Siamo usciti dal patriarcato, o almeno io mi sento uscito dal patriarcato, con tutte le piccole tossicità e gli strascichi, perché comunque ci siamo cresciuti. Nello spettacolo c'è un appello alle donne a darci una mano, perché ormai sembra diventata una guerra tra sessi. Ho letto tempo fa su Instagram le parole di una donna sulle difficoltà nell'approccio al lavoro. Voglio assicurarvi che anche per l'uomo il primo giorno di lavoro è difficile, non ci fanno 'bella fratello, dicci cosa possiamo fare per te e insegnaci a lavorare'. Anche noi abbiamo le nostre difficoltà".
Il rapporto con i figli e i social
"Dirò tutto quello che c'è da dire, sul palcoscenico posso permettermi di togliere ogni ipocrisia" promette Max Giusti, che parla anche dei suoi due figli: "Io vengo dal mondo patriarcale, ma con loro me lo sono scollato completamente di dosso. Mio figlio ha 13 anni, mia figlia quasi 12. Quando siamo in macchina e facciamo viaggi lunghi ascolto la loro musica, dove tutti parlano strano. 'Facciamo fuori questi vecchi di 40 anni'... A coso, io ce n'ho 55 ma se te pijo te sfonno ancora. É un modo di raccontarsi, anche se poi chi fa la trap lo stimo. Si producono da soli, escono da soli senza casa discografica, e poi 4 concetti ce l'hanno. Basici eh, 'mi faccio la tua donna', 'partito dalla strada', 'il campetto', 'la borsa di Gucci0, però ce l'hanno. Noi avevamo solo cantanti che cantavano canzoni d'amore tutto il tempo. Innamorati ancora oggi, gli stessi da 50 anni fanno solo canzoni d'amore, ma chi ami ancora a 70 anni? Con chi ce l'hai la storia d'amore, con la caposala? Sarò molto esplicito". Senza filtri anche sul tema minori e social: "Non si può fermare il mondo, ormai ci è scappato di mano. Inutile perdere tempo cercando di fermare la tecnologia".