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Domenica, 28 Aprile 2024

I libri e lo Studiolo di Umberto Eco, meraviglie alla Braidense

James Bradburne: libri antichi che sono anche strumenti di lavoro

Milano, 5 mag. (askanews) - Tornare ai libri e al lavoro di uno dei più importanti scrittori italiani del secondo Novecento per riscoprire le fondamenta della nostra cultura e immaginare la genesi di romanzi come "Il nome della Rosa" o "Il Pendolo di Foucault". La Biblioteca Nazionale Braidense di Milano celebra Umberto Eco con una mostra e con la ricostruzione dello Studiolo dello scrittore, con i suoi preziosi libri antichi, collezione acquisita dal ministero della Cultura: 1300 volumi rari, di cui 36 incunaboli, stampati prima del 1500.

"Lo Studiolo - ha detto James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense - è un riconoscimento dell'importanza non soltanto dei libri, ma anche dell'ambiente di lettura, l'importanza di non twittare o usare instagram per tornare a leggere con calma, con riflessione e soprattutto con spirito critico".

Accanto ai testi antichi, nello spirito dell'autore di libri come "Il superuomo di massa", anche albi di Mandrake e personaggi dei Peanuts, accanto al clarinetto di Eco e a uno specchio che fa pensare all'Aleph di Jorge Luis Borges. E poi ecco i libri nelle teche, che compongono la mostra "L'idea della biblioteca".

"Qui - ha aggiunto Bradburne - abbiamo evidenziato la sua passione per i libri come bibliofilo, il suo utilizzo dei libri come scrittore e la sua passione per l'importanza della biblioteca dalla quale non possiamo prescindere. Quindi questa mostra evidenzia il suo impegno personale per l'utilizzo del libro, non come un oggetto di pregio da esporre, ma come uno strumento di lavoro".

Strumento che ha permesso a Eco di costruire l'architettura storica dei suoi romanzi, solidamente poggiati su basi culturali di poderosa consapevolezza e solidità.

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