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Sabato, 27 Aprile 2024

Ungheria, mons. Kozma: non facciamo politica, salviamo vite

Il Papa al confine ucraino? "Sarebbe un bel segnale"

Budapest, 1 apr. (askanews) - "Non siamo attori politici noi cerchiamo solo di salvare vite umane". Così monsignor Imre Kozma, presidente e fondatore del'Ordine di Malta in Ungheria, alla vigilia delle nuove elezioni in Ungheria che si tengono domenica.

"Lo abbiamo fatto nel 2015 - dice incontrando un gruppo di giornalisti in visita alla sede dell'Ordine di Malta per vedere le attività che svolge l'istituzione in Ungheria soprattutto in merito alla crisi ucraina e all'accoglienza dei profughi - e lo facciamo ancora oggi perché questa è prima di tutto una crisi umanitaria. Questa emergenza sta portando a una maggiore coesione a livello europeo - prosegue mons. Kozma -. In questo momento l'emergenza umanitaria supera la questione politica ed economica".

Per il sacerdote, dell'ordine del Fatebenefratelli, 82 anni a giugno, la prima cosa è l'accoglienza e mostrare vicinanza agli ultimi. "Dobbiamo essere vicini, seguire le persone che sono in difficoltà. Questa è la missione dell'Ordine di Malta fin dalla sua nascita, 900 anni fa - racconta -. Dobbiamo continuare questa missione, quindi lavoriamo in Ucraina lungo il confine e in Ungheria".

Proprio questo pomeriggio il sacerdote parte alla volta del confine polacco per consegnare una ambulanza. "Aiutiamo sempre i più deboli. Lo abbiamo fatto anche nel 2015 con i profughi siriani", dice.

In merito a una possibile visita del Papa al confine ucraino, mons. Kozma dice: "Sarebbe molto importante che il Papa venisse in Ungheria per dare forza, per continuare in questo impegno visto che il governo ungherese sta facendo il meglio per portare avanti una agenda cristiana e una missione politica cristiana - risponde - l'atmosfera politica sociale è assolutamente in linea con la dottrina della chiesa e il papa qui è molto ben voluto e amato dagli ungheresi".

Nel 1989 Monsignor Kozma, allora parroco in una piccola chiesa di Budapest, ospitò circa 50mila persone che arrivavano dalla Germania dell'Est. L'accoglienza, il servizio e la preghiera sono sempre stati i suoi pilastri.

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