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Domenica, 28 Aprile 2024
Il caso

Gli errori e le polemiche per i primi episodi italiani della serie tv su Maradona

Da Roma a Torino, da Verona e fino a Napoli

Venerdì 5 novembre su Prime Video sono usciti il sesto e il settimo episodio, i primi ambientati in Italia, di Maradona: sogno benedetto, serie tv Amazon Original che ripercorre la straordinaria vita di uno dei più grandi calciatori di sempre, Diego Armando Maradona

Se, come avevamo scritto nella nostra recensione ai primi cinque episodi, all'inizio la serie era da guardare soprattutto per osservare la nota storia maradoniana da un punto di vista per noi diverso dal solito, ovvero quello degli argentini, dalla puntata 6 noi italiani (di una certa età) possiamo riconoscere e ritrovarci ricordi e aneddoti dell'esperienza del Pibe de Oro in Italia.

E infatti, dopo un debutto tutto sommato tranquillo, forse fin troppo, gli episodi italiani di Maradona: Sogno Benedetto stanno iniziando a sollevare diverse polemiche nel nostro Paese. La più eclatante è quella che vede protagonista la Lazio, che ha stigmatizzato la serie con un comunicato ufficiale, ma non mancano i motivi di critica anche per quanto riguarda l'Hellas Verona, la Juventus e lo stesso Napoli calcio. 

La reazione della Lazio contro la serie su Maradona

La società biancoceleste, che nella serie viene descritta come una rivale quasi "politica" del Napoli, ha risposto polemizzando per come è stata trattata dalla serie, girata per quanto riguarda gli episodi italiani da Edoardo De Angelis, regista di Mozzarella Stories e del film tratto da Natale in casa Cupiello.

Questo il testo del comunicato ufficiale diramato dalla SS Lazio, che annuncia anche l'intenzione di rivalersi contro Amazon Prime: "Lasciamo giudicare al pubblico la qualità della serie 'Maradona' di Amazon Prime. Di certo però possiamo definire ridicoli quei pochi secondi che abbiamo visto, nei quali in modo del tutto arbitrario  ed inverosimile si attribuiscono al campione argentino parole che mai avrebbe pronunciato: 'Quei fascisti ci vogliono umiliare'. La Lazio dell'epoca non era certo nelle condizioni ideali per fermare una squadra che lottava per lo Scudetto. Figuriamoci per umiliarla. E poi il richiamo al fascismo, tanto più odioso perché evocato con un chiaro intento diffamatorio. Si è riusciti insomma nello straordinario risultato di insultare una tifoseria ed una società, discostandosi dalla realtà ed anche dal pensiero dello stesso Maradona, che ha dimostrato in tante occasioni di essere amico della Lazio: è stato ospite a Formello, ha cantato il nostro inno, ha scambiato le maglie con i nostri giocatori.

Faremo valere presso Amazon Prime e presso gli autori, il regista e gli sceneggiatori i nostri diritti, chiedendo per quanto ci riguarda che venga tagliata una scena tanto inverosimile quanto penosa, che manca di rispetto ai laziali e alla memoria di un grande Campione".

Verona-Napoli "una grande sfida"?

Proprio ieri allo stadio Maradona del capoluogo campano si è giocata la sfida tra il Napoli e l'Hellas Verona, finita 1-1. Come sanno gli appassionati di calcio, nell'ultima giornata della scorsa stagione un altro pareggio tra azzurri e scaligeri era costata la qualificazione in Champions del Napoli; e come sanno tutti, la rivalità tra il Napoli e l'Hellas travalica il calcio per sfociare appunto in questioni sociali e politiche.

Nella serie, il pullman dei giocatori del Napoli a Verona viene inondato di uova e circondato dai tifosi gialloblù. Questo serve a spiegare la rivalità territoriale, che sfocia nel razzismo come, nella serie, Maradona dice ai giornalisti italiani, che invece non riscontrano elementi razzisti.

Se su questa rivalità, e sul razzismo, c'è poco da discutere, forse qualcosa invece non torna nel modo in cui la partita d'esordio di Maradona viene presentata nella serie, ovvero come "un classico, una grande sfida". Vero che il Verona quell'anno (il 1984-85) vinse il suo unico scudetto, ma che Verona-Napoli fosse una partita di cartello nella super Serie A di allora... ecco forse non era proprio così. 

Juve-Napoli, la punizione epica di Maradona non era al Delle Alpi

Non solleverà certo scalpore, ma è stato notato da molti spettatori un errore che riguarda la rappresentazione di uno dei gol più famosi di Maradona, quello su punizione da dentro l'area che beffò Tacconi e valse la vittoria sulla Juventus di Platini.

Nella serie si parla di quel gol e il fittizio telecronista italiano dice che il Napoli ha segnato allo stadio Delle Alpi di Torino. In realtà, quel gol fu segnato al San Paolo di Napoli, ma soprattutto all'epoca il Delle Alpi non esisteva, essendo stato realizzato per Italia '90, e sia la Juventus sia il Torino giocavano nel vecchio stadio Comunale, oggi diventato l'Olimpico Grande Torino.

Su questo errore, e non solo, si è espresso anche Alessandro Renica, compagno di Maradona ai tempi del Napoli, che su Facebook ha criticato la serie.

"La serie su Amazon su Diego è piena zeppa di errori, hanno fatto diventare Bruscolotti un "bomber" e il goal del secolo è stato fatto al delle Alpi secondo loro, inoltre fanno credere che Diego saltasse in quegli anni (i primi a Napoli) gli allenamenti, cosa non vera, per fare vita notturna... se tanto mi dà tanto sta diventando una schifezza questa serie… e a questo punto è forse tutto da mettere in dubbio..." ha scritto Renica. 

Ci saranno polemiche da parte di Ferlaino e dei napoletani?

Infine, non passa inosservato il modo in cui viene rappresentato il passaggio di Maradona dal Barcellona al Napoli. Se già avevamo notato un poco simpatico riferimento alla camorra nella preghiera che i fan di Diego intonavano fuori dall'ospedale nei primi episodi, l'arrivo del campione all'ombra del Vesuvio viene descritto in modo non proprio edificante.

In particolare, si segnalano la figura di Corrado Ferlaino, all'epoca presidente del Napoli, e il sindaco della città, che dovrebbe essere Vincenzo Scotti. Il trasferimento di Maradona viene infatti descritto come un affare molto poco pulito, con Ferlaino che si lamenta col sindaco delle richieste economiche del Barça di Nunez, e il sindaco che, mentre assiste a un conteggio di banconote, schernisce ma allo stesso tempo rassicura Ferlaino.

Se il ritratto del Napoli, e della città, di allora scatenerà reazioni polemiche è ancora presto per dirlo, ma di certo si può affermare che, almeno in questi due episodi, il nostro Paese non ne esce benissimo in termini di immagine. 

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