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Domenica, 28 Aprile 2024
Giustizia per Giulio

Caso Regeni, quattro 007 egiziani a processo per sequestro e omicidio

Il gup di Roma ha rinviato a giudizio i quattro agenti accusati di aver sequestrato e ucciso il giovane ricercatore italiano all'inizio del 2016. IL procuratore aggiunto: "L'assenza degli imputati non renderà il procedimento a un simulacro"

Verranno processati i quattro agenti dei servizi segreti egiziani accusati del sequestro e dell’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore friulano rapito, torturato e ucciso in Egitto nel 2016. La decisione del gup Roberto Ranazzi, che ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal procuratore aggiunto Sergio Colaiocco, è arrivata al termine dell’udienza preliminare ripresa oggi dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha sbloccato il processo. La prima udienza è fissata per il 20 febbraio davanti alla Prima Corte d’Assise di Roma.

In aula erano presenti i genitori di Giulio Paola Deffendi e Claudio Regeni accompagnati dal loro legale l’avvocato Alessandra Ballerini. I quattro agenti della National Security che andranno a processo sono il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif per il reato di sequestro di persona pluriaggravato, e nei confronti di quest'ultimo i pm contestano anche il concorso in lesioni personali aggravate e il concorso in omicidio aggravato.

Gli imputati saranno presenti, ma questo non cambierà l'importanza del procedimento, come sottolineato in aula del procuratore aggiunto, Sergio Colaiocco: "L'assenza degli imputati non ridurrà il processo ad un simulacro. Poter ricostruire pubblicamente in un dibattimento penale i fatti e le singole responsabilità corrisponde ad un obbligo costituzionale e sovranazionale. Un obbligo che la Procura di Roma con orgoglio ha sin dall’inizio delle indagini cercato di adempiere con piena convinzione".

La notizia è stata ben accolta anche da Alessandra Ballerini, legale della famiglia di Giulio Regeni: "Le notizie di oggi sono la conferma della costituzione di parte civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, la presa d’atto del giudice delle motivazioni della Consulta e l’ulteriore notorietà anche in Egitto del procedimento a carico dei 4 imputati per il sequestro, le torture e l’omicidio di Giulio Regeni. Una notorietà legata anche al recente incontro tra il ministro degli Esteri, Antonio Tajani e Al Sisi durante il quale il ministro ha informato il presidente egiziano che si procederà in Italia contro i 4 imputati".

"Il giudice - sottolinea il legale - ha rigettato tutte le eccezioni compresa quella sulla giurisdizione perché non si può dubitare, come hanno fatto le difese degli imputati, che anche i ‘meri’ sequestratori di Giulio gli hanno cagionato, catturandolo e tendendolo sequestrato per 9 giorni, sofferenze fisiche e psicologiche".
"Ringraziamo tutti, oggi è una bella giornata", ha detto Paola Deffendi, la madre di Giulio Regeni. Felice dopo il rinvio a giudizio dei quattro 007 anche Paola Deffendi, la madre di Giulio Regeni: "Ringraziamo tutti, oggi è una bella giornata". Intanto, la Presidenza del Consiglio dei Ministri è stata ammessa come parte civile nel processi. L'istanza è stata presentata dall’avvocato dello Stato e accolta dal gup.

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