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Domenica, 28 Aprile 2024

La riflessione

Lavinia Martini

Editor di CiboToday

Ha senso fare i moralisti con chi la mangia ma mangiare carne di altri animali?

La notizia è rimbalzata sulle testate di mezzo mondo, così anche sui social: martedì 9 gennaio 2024, in apertura del nuovo anno, il Parlamento della Corea del Sud ha approvato una legge che vieta l’allevamento, macellazione e commercializzazione di carne di cane. Secondo quanto riportano le agenzie internazionali, sul voto c’è stata una favorevole concordanza: sono stati infatti 208 i voti a favore del divieto del dog meat trade, con due soli astenuti. L’obiettivo della nuova legge è quello di “sradicare il consumo di carne dalla Corea del sud”, una pratica che ha una storia molto antica e che negli ultimi anni ha causato parecchie controversie.

La legge che vieta la vendita della carne e come funziona

La notizia è stata accolta con gioia dagli attivisti animalisti che hanno supportato la causa, chiedendo di trasformare il Paese in un luogo “dog meat free”, una posizione che imbarazzava la Corea anche sul piano internazionale, proprio in un momento di massima espansione culturale, turistica e anche gastronomica del Paese, sempre più vicino all’Occidente e amato nel mondo. La legge include un orizzonte di attuazione di tre anni (da oggi fino al 2027), periodo durante il quale sarà possibile per gli allevatori e i rivenditori adeguarsi alla nuova normativa. Per chi viola la legge, sono previste pene severissime: dai 3 anni di prigione, fino a multe che possono raggiungere i 23.000 dollari. Forbes riporta anche, però, che la legge non introduce pene specifiche per chi mangia carne di cane e non lo vieta espressamente.

Due animalisti al governo: i promotori della legge

A guidare l’introduzione del divieto, sia l’attuale Presidente in carica Yoon Suk-yeol, sostenuto dal suo partito (come abbiamo sottolineato anche dall’opposizione) che sua moglie, la compagna Kim Keon-hee che in più occasioni pubbliche aveva fatto riferimento alla necessità di proteggere gli animali domestici dal consumo a tavola. La coppia, dichiaratamente animalista, vive in una casa con sei cani e cinque gatti (altrove si legge quattro cani e tre gatti), e ha considerato questa battaglia come una priorità politica dell’attuale mandato. Alla legge spetta ancora un ultimo passaggio legislativo, l’approvazione finale del Presidente Yoon, che viene tuttavia ritenuta una formalità.

Il consumo di carne in Corea e nel resto del mondo

Le ragioni dell’approvazione risultano importanti per due motivi: sia per il sostegno alla causa animalista, sia per il messaggio che la Corea del Sud vuole restituire al mondo, quello di un paese progressista e avanzato sotto il profilo culturale, economico e sociale, così anche più solido nello scacchiere politico. Negli altri paesi asiatici vicini alla Corea, il consumo di carne è ammesso e praticato in Cina (maggior consumatore al mondo, dove si mangia anche la carne dei gatti), ma anche in Vietnam, Thailandia, Indonesia e India, tra gli altri. In tutti però, il dibattito sull’opportunità o meno di consumare carne di cane per l’alimentazione umana è molto accesa, sebbene solo alcuni paesi (come Le Filippine e ora la Corea del Sud) abbiano posto divieti espliciti alla commercializzazione. Con l’aumento della sensibilità animalista e ambientalista nel mondo, nonché dopo il Covid con il fenomeno dei wet market e le perplessità sull’espansione del virus, il dibattito ha trovato nuova linfa vitale.

Specismo e consumo di carne: alcune controversie

Il consumo di carne di cane, come per altre abitudini gastronomiche, è attribuibile a fattori culturali e, chiaramente, anche economici. In questi mesi gli allevatori di cani da carne hanno contestato duramente la possibilità del provvedimento in Corea del Sud, ma senza successo. In Corea del Sud, a differenza della Cina e di altri paesi asiatici, la carne di cane veniva consumata nei mesi più caldi dell’anno. Nei paesi dove la carne di cane è legalmente venduta e mangiata, viene considerata equiparabile ad altre tipologie di carne non umana, come quella dei polli o dei maiali. Nei paesi occidentali invece, così come quelli occidentalizzati, i cani sono – oggi – ritenuti animali da compagnia e membri dell’entourage famigliare. Per questo cibarsene viene giudicata un’aberrazione morale. Questa posizione però, viene criticata anche da una fetta di animalisti antispecisti che ritiene ingiusto applicare concetti di sacrificabilità ad un animale anziché a un altro, dando una sorta di scala di priorità al valore delle vite non umane. 

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Ha senso fare i moralisti con chi la mangia ma mangiare carne di altri animali?

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