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Venerdì, 26 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Per andare in pensione in futuro non basterà neanche avere 70 anni

Il problema della pensione non è costituito solo dal suo importo, su cui si sono concentrate alcune proposte della campagna elettorale, ma anche dal momento in cui si ha diritto a percepirla. E su questo fronte, i calcoli dell’Ocse non sono incoraggianti. Chi ha iniziato a lavorare nel 2016 andrà in pensione a 71 anni e 2 mesi secondo il rapporto 'Pension at a Glance 2017', mentre in Europa, in media, l’età pensionabile si attesterà a 65,5 anni (ma i danesi dovranno lavorare ancor più degli italiani, fino a 74 anni).

Gli italiani oggi vanno in pensione 4,4 anni prima dell’età pensionabile (al momento 66,6 anni). Anche se i francesi vantano un’età di pensionamento ancora minore (60 anni, record europeo), in nessun altro Paese sviluppato si cessa di lavorare con così largo anticipo rispetto all’età a partire dalla quale si ha diritto ad andare in pensione.

Il tasso di contribuzione previdenziale in Italia è del 33%, quasi il doppio della media Ue (8,4%) ed è sostenuto per il 9,2% da parte del dipendente e per il 23% da parte del datore di lavoro. L'Italia è al top anche per le risorse destinate al sistema che con un valore 2013 pari al 16,3% del Pil sono a un passo dal record della Grecia (17,4%). E nel periodo 2000-2013 le risorse destinate a questo settore sono aumentate in Italia del 20,9%, arrivando ad assorbire il 31,9% della spesa pubblica, il massimo nell'area Ocse, dove la media è del 18%.

Nel 2050 in Italia ci saranno 72,4 pensionati ogni 100 lavoratori (effettivi o potenziali), stima l’Ocse, lo stesso valore della Corea e solo di poco inferiore alle quote del 77,8 del Giappone e del 77,5 della Spagna. Oggi in Italia ci sono 37,8 pensionati ogni 100 persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni (in età cioè di lavoro, effettivo o potenziale).

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