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Martedì, 19 Marzo 2024
Curarsi mangiando

Curarsi mangiando

A cura di Francesco Garritano

Il Natale e la voglia di dolci che non va più via

Natale, Capodanno, Epifania… tutte feste che spaventano i miei pazienti che non sanno come mangiare e, soprattutto, come non farsi tentare dai dolci. Da oggi, ogni settimana fino a Natale pubblicheremo un articolo che vi guiderà nelle scelte natalizie, per non farvi sbagliare scatenando in voi sensi di colpa inutili. Buona lettura!

Dolci, dolci…dolci ovunque!

Si sa che le feste Natalizie sono un modo per riunire la famiglia, soprattutto a tavola, poiché le tavolate non finiscono mai. Ma non abbiate paura, si può mangiar bene anche durante le feste; non bisogna dimenticare che alcuni dolcetti tipici si preparano solo in questi giorni, per cui non risolveremo i nostri problemi di salute non mangiandoli e restando con l’acquolina in bocca tutto l’anno. Avendo più tempo a disposizione, potrete preparare voi stessi delle ricette deliziose, utilizzando cibi di qualità ed integrali, sostituendo lo zucchero con il miele, tanti esempi potrete trovarli nel mio sito nella sezione “Ricette”. 

Ma perché se assaggio un dolce preparato con farina bianca e con zucchero, domani e dopodomani ne vorrò ancora ed anche nei giorni a seguire? È proprio questo il problema che si genera durante le feste: la voglia di zuccheri interminabile ed irrefrenabile, che oltre a causare numerosi picchi insulinici, infiamma il nostro corpo e ci fa ingrassare. Il problema delle grandi tavolate, organizzate soprattutto al sud, non è quella minuscola fetta di cotechino che mangiamo durante la vigilia di Capodanno, ma il panettone, il cantuccino, il pandoro, il dolce tipico, il dolce preparato dalla nonna… e beh, mi sembra normale, considerando che si trattano di carboidrati e, soprattutto, raffinati. 

Lo zucchero come una droga

Consumare abitualmente zuccheri ci rende drogati, nel vero senso della parola. Lo dimostra uno studio recente, una review pubblicata sul British Journal of Sports Medicine, condotto da James J DiNicolantonio su animali, ma con effetti riscontrabili anche nell’uomo. Infatti, il consumo di zuccheri ha scatenato sintomi simili a quelli provocati dalle droghe: abbuffate, bramosia, tolleranza, ritiro, sensibilizzazione incrociata, tolleranza incrociata, effetti di interdipendenza, ricompensa, ecc.

Ma come si spiega questo comportamento? Sembra essere dipendente dagli oppioidi endogeni naturali che vengono rilasciati dopo l’assunzione di zucchero. In generale, quando il cervello riceve uno stimolo, si ha la liberazione di neurotrasmettitori cerebrali dai neuroni, per permettere la comunicazione di informazioni fra le cellule, in particolare è coinvolta in questo caso la Dopamina, che ha un compito importante nel fenomeno dell’apprendimento associativo, ovvero il fenomeno che permette di associare ad un evento piacevole gli stimoli che arrivano dalla periferia, in modo da richiamare il corpo a voler riprovare la stessa sensazione. Il nostro organismo riceve degli stimoli gratificanti sia da azioni quotidiane come il cibo, l’acqua e l’accoppiamento, al quale si abitua, per cui si verifica il fenomeno dell’adattamento, oppure riceve degli stimoli di cui non può più farne a meno, quando si assumono droghe, zuccheri e cibo spazzatura. Nel primo caso, da una specifica area del cervello, chiamata shell del nucleo accumbens, viene liberata una certa quantità di dopamina, che non cresce ogni qual volta viene assunta ad esempio dell’acqua o dopo un rapporto sessuale, ma riprende ad aumentare solo dopo cinque giorni circa. 

Quando, invece, si ricevono degli stimoli gratificanti non naturali come le droghe o gli zuccheri, questi stimolano il cervello in maniera persistente e continua, la dopamina viene liberata nella shell del nucleo accumbens ogni volta che mangiamo un dolce o un pezzetto di panettone; mantenendo alto il livello di dopamina, questi cibi favoriscono un apprendimento associativo abnorme che diventa patologico e crea dipendenza. Gli zuccheri modificano il cervello a tal punto che smettere di mangiarli può scatenare sintomi depressivi in quanto una dieta basata sul consumo di questi influenza i circuiti cerebrali legati al meccanismo della ricompensa.

Soluzione ad ogni problema!

Allora come comportarsi se pur provando un dolce si scatena questo circolo vizioso? Il consiglio è quello di preparare in casa dei dolcetti o, perché no, il pandoro, utilizzando farine integrali ed evitando l’uso di zuccheri, che verranno compensati dalla marmellata con cui gusteremo i dolci, oppure utilizzando il miele; il momento adatto per consumarli sarà la colazione, in cui gli ormoni del catabolismo saranno liberati e sarà più semplice bruciare l’eccesso consumato, oppure a pranzo al posto dei carboidrati, evitando, invece, di mangiarli a cena, pasto della giornata più leggero: anche a Natale bisognerà seguire la cronobiologia. Seguendo queste poche dritte, non si avranno sensi di colpa, né ci sentiremo drogati di zucchero, avendo ugualmente provato un dolce introvabile durante tutto l’anno.

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