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Venerdì, 26 Aprile 2024

La figlia muore e i nipoti vanno in casa famiglia: la battaglia di nonna Francesca per riaverli

RomaToday intervista la madre di Jennifer Giuliani, morta un anno fa a Porto Recanati. Francesca combatte per l’affidamento dei due nipotini, che non vede da un anno

Il 2 maggio dell’anno scorso la signora Francesca Bianchi ha perso la figlia Jennifer, trovata morta a 28 anni in un appartamento di Porto Recanati in seguito a un arresto cardiaco. La giovane era mamma di due bambini, Michelle di 7 anni e Thomas di 4, che erano con lei in casa e che l’hanno vegliata tutta la notte prima che una vicina desse l’allarme e facesse intervenire ambulanza, forze dell’ordine e servizi sociali.

Racconta ora Francesca a RomaToday: “Ci siamo ovviamente precipitati lì, dopo due settimane siamo riusciti ad avere il primo incontro con i bambini che erano in una casa famiglia del posto ed è stata una gioia, per noi ma soprattutto per loro”. Quindi c’è stato l’avvio della procedura di affido dei nipoti, gli incontri e le perizie psichiatriche con gli operatori indicati dal Tribunale di Macerata. “Tutto stava andando bene - continua -, le perizie erano positive e potevamo vedere Michelle e Thomas ogni due settimane. Ma da quando sono stati portati a Roma, su richiesta del Tribunale dei minori, di loro non sappiamo più nulla”.

Jennifer era andata a vivere a Porto Recanati per seguire il marito, con il quale aveva un rapporto burrascoso, che stava scontando lì gli arresti domiciliari in casa della madre. Poi il malore, la morte e l’avvio della procura per abbandono di minore.

 Dopo la morte di Jennifer, i due bambini sono stati allontanati dai nonni, dagli zii e dal fratello maggiore David, nato da una precedente relazione della mamma.

“Un’interruzione netta dei rapporti con i familiari, con il rischio che i bambini si convincano di essere stati abbandonati per la seconda volta - spiega l’avvocato di Bianchi, Alga Condoleo -. Sono assolutamente d'accordo sul fatto che i minori vanno tutelati, soprattutto se arrivano da un trauma simile, ma questa situazione non da beneficio né a loro né ai loro parenti. Inaccettabile pensare che la situazione sia ancora alla valutazione del pm, è passato un anno, nel corso del quale abbiamo avanzato istanze, come quella di annullamento dell’abbandono di minore, sollecitazioni, la richiesta del Ctu (consulenza tecnica psichiatrica, ndr) nei confronti dei nonni e delle famiglie dei due zii che hanno fatto richiesta di affido. Il nulla, nessuna risposta. Una nonna non può e non deve pagare gli errori di una figlia. Soprattutto perché sempre presente nelle loro vite”.

Può esserci il fatto che il Tribunale dei minori di Roma abbia già avviato la procedura di affido dei bambini a terzi? “Temo davvero di si - risponde l’avvocato - ma se così fosse davvero, la famiglia lo dovrebbe sapere. Il mio lavoro di legale è anche quello di preparare queste persone alla perdita di due nipoti, due bimbi. E nell’eventualità di poter ricorrere in appello. Invece siamo bloccati in questo silenzio”. Con i minori accolti in una struttura, che beneficia di fondi pubblici, e dalla quale queste famiglie non possono nemmeno avvicinarsi.

“Noi non li abbiamo dimenticati - dice con un filo di voce Francesca -, mi si spezza il cuore all’idea che Michelle e Thomas pensano che li abbiamo abbandonati per la seconda volta. Se non vogliono affidarli a me ci sono gli zii, siamo tre famiglie pronte ad accoglierli. Invece restano chiusi dentro quella struttura, lontani dai loro affetti dopo che hanno dovuto affrontare già la morte della madre”.

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