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Venerdì, 26 Aprile 2024
Senza padroni

Omicidi, sequestri e bande armate: Roma città santa dei narcos

Dopo la lotta alle mafie la città è rimasta senza prefetto proprio nel mezzo di una guerra sotterranea che insanguina le periferie della Capitale d'Italia. Dopo che alcuni pezzi grossi sono stati uccisi o sono finiti in carcere c'è chi lotta per acquistare sempre più prestigio criminale

Omicidi, sequestri di persona e gambizzazioni. Da novembre 2022 si sta muovendo qualcosa nel sottobosco criminale di Roma. Dopo gli arresti eccellenti e le morti di personaggi di spicco come Fabrizio Piscitelli detto Diabolik, Marco Esposito detto Barboncino e Selavdi Shehaj, detto Passerotto è in atto un riposizionamento criminale.

La pax mafiosa è saltata e il vuoto di potere potrebbe aver permesso l'ascesa di qualche gruppo emergente. Seconde leve che hanno deciso di alzare la testa nonostante nella malavita la regola non scritta rimanga sempre una: i delitti e il sangue non fanno bene agli affari. 

Gli omicidi a Roma

Eppure negli ultimi 52 anni giorni per strada si è tornato a uccidere. Dall'omicidio di Fabrizio Vallo, un 47enne già noto alle forze dell'ordine per i suoi giri nelle piazze di spaccio di Ostia, fino al delitto di Andrea Fiore, il 54enne amico di Luigi Finizio, anche lui freddato qualche giorno prima da due killer con il volto celato da un caso integrale. Pistole fumanti e cadaveri a terra. Una scia di sangue che nasconde questioni irrisolte e gerarchie saltate.

Gli inquirenti sono al lavoro e la Capitale - ancora senza prefetto dopo l'addio di Bruno Frattasi, passato alla cybersicurezza nazionale - chiede risposte. Il sindaco Roberto Gualtieri nei giorni scorsi ha ammesso il problema, sottolineando però che Roma sia tra le città più sicure del mondo: "Un dato "percepito anche dai turisti" e avallato dai numeri che "parlano da soli" dice Gualtieri.

"Non parliamo di una emergenza sicurezza per le persone e i turisti ma stiamo parlando della presenza a Roma di piazze di spaccio, crimine organizzato, che porta con sé episodi che poi vedremo se sono sgarbi puniti, o compiuti per impadronirsi di alcune piazze".

Secondo l'Istat nel 2021 ci sono state 815 denunce di estorsioni (erano 688 nel 2018), 62 sequestri di persona (77 nel 2018), 2216 rapine (3 122 nel 2018).  

Il supermercato della droga

Per capire cosa sta accadendo a Roma in questi giorni, una premessa è d'obbligo: Roma è un supermercato della droga aperto h24. La posizione è strategica, ci sono due aeroporti e sul litorale nei porti di Fiumicino, Civitavecchia, Anzio e Nettuno lo stupefacente arriva anche via mare. Insomma, lo "sballo" in città arriva e gravita. 

Secondo l'ultimo rapporto Mafie nel Lazio sono almeno venti i quartieri considerati fortini della droga nella Capitale. Territori "dominati" da famiglie o gruppi che fanno dello spaccio il loro principale sistema di approvvigionamento. Sono zone che si basano su una rigida suddivisione dei compiti, sull'impiego sempre più frequente di minorenni e su un diffuso welfare alternativo che garantisce stipendi e assistenza legale ai propri "dipendenti" in caso di arresto. L'anti-Stato, dunque che dà lavoro a chi non ne ha

Qui la narco-mappa di Roma completa

Roma fa gola a tutti, ma "Roma non vo' padroni" citando Romanzo Criminale. Tant'è che in città tutti possono fare affari: gli intrecci criminali toccano i clan storici e la pace serve a tutti.

Chi comanda a Roma

La 'Ndrangheta negli ultimi anni ha sempre più allungato le sue mani sulla città, nonostante gli arresti che hanno colpito le famiglie dei Bellocco, dei Marando, dei Filippone, dei Molè e dei Piromalli. Così i gruppi criminali albanesi con figure di spicco come Elvis Demce e di Ermal Arapaj. E anche la camorra a Roma in questi anni ha mostrato tutta la sua capacità di inventarsi e reinventarsi, nonostante gli arresti di pezzi grossi come Michele Senese detto 'O Pazzo', un punto riferimento della "camorra romana", 'Mimì o Professore' e dei cosiddetti napoletani della Tuscolana o della famiglia Moccia. 

Poi c'è la mafia siciliana che a Roma fa affari da anni. Dalla droga al gioco d'azzardo, passando al riciclaggio di denaro. Cosa Nostra romana lavora e reinveste. Tra le figure di spicco, e più recenti, c'è quella di Giuseppe Guttadauro, fratello del cognato di Matteo Messina Denaro. Guttadauro, detto "il dottore", è stato ed è - anche dopo l'ultimo arresto - un esponente di spicco di Cosa Nostra palermitana. Un pezzo grosso. E come non dimenticare gli affari dei Casamonica e gli Spada, che a Ostia stanno provando a rialzare la testa dopo la scarcerazione - in attesa della Cassazione - di Roberto Spada dopo la capocciata al giornalista Daniele Piervincenzi e al suo cameraman. 

Tutti gruppi che negli ultimi tre, quattro anni hanno subito arresti eccellenti. Hanno generato vuoti di poteri, almeno in strada, e qualcuno se ne sta approfittando. 

Omicidi a sequestri: cosa sta succedendo ora a Roma 

La droga è il filo conduttore, ma quello che succede in un quartiere non è detto che abbia ripercussioni in un altro quadrante di città. Se si riavvolge il nastro ecco però che balza all'occhio come la vendetta fai-da-te negli ultimi mesi abbia preso sempre più vigore. Le bande di spacciatori violenti, di fatto, hanno smesso di ingaggiare ex pugili per far valere la propria forza, usando maniere ancora più cruente. 

Da dicembre 2022 a febbraio scorso sono stati sono stati sequestrati Francesco Vitale, Danilo Valeri, Gualtiero Giombini, Cristiano Isopo, Autilia Romano e Autilia Bevilacqua. Due di loro, Vitale - detto Ciccio Barbuto (qui la sua storia) - e Giombini sono morti.

Per l'omicidio di Vitale, un pr barese, i carabinieri hanno arrestato due uomini, si tratta di Sergio Placidi, 48 anni di mestiere buttafuori nelle discoteche detto Sergione, e Daniele Fabrizi, trentasettenne noto come Saccottino. I due sono accusati di sequestro di persona a scopo di estorsione con l'aggravante del decesso della vittima. Ma le indagini non sono finite. La coppia potrebbe non aver agito da sola. E allora, per conto di chi e con chi?

La morte di Giombini, invece, racconta di un maxi furto di un quintale di cocaina, del suo sequestro, dell'arresto di un carabinieri e del rapimento lampo anche di Cristiano Isopo che avrebbe commesso il furto della droga insieme a due "zingare", Autilia Romano e Autilia Bevilacqua. Loro tre sono stati sequestrati da Elias Mancinelli, già nei guai nel 2018 nell'ambito di un'inchiesta di droga che aveva sgominato un'organizzazione rivale al clan Spada.Una storia da Suburra, con una indagine ancora aperta. 

Uomini e donne finiti nelle trappole di chi da loro aveva qualcosa da pretendere, persone sequestrate per debiti, smacchi o furti di droga. Agguati, pestaggi e minacce. Sangue versato che, di recente, si è trasformato anche in omicidi. 

L'omicidio a Ostia

A Ostia, per fare un esempio, la situazione è tornata incandescente. Dopo gli arresti che hanno decapitato il clan Spada e prima ancora i Fasciani, poi il gruppo dei "napoletani" e la morte di Barboncino, si è entrati in una fase nella quale non è ancora chiaro chi comanda sul mare di Roma. Lo scorso ottobre Roberto Spada, come detto, è tornato temporaneamente libero. Il suo gruppo è ancora il più forte?

Poco meno di un mese dopo la sua scarcerazione, questo racconta la recente cronologia, si è tornati a sparare sul mare di Roma. L'apice, però, si è avuto lo scorso febbraio. Fatalità, proprio nella zona di Ostia Nuova, feudo degli Spada. Qui Fabrizio Vallo è stato ucciso in strada. Una vera e propria esecuzione. Pochi giorni dopo, a Fiumicino, i carabinieri mentre indagavano su quel caso arrestarono un uomo che in auto aveva bombe artigianali. L'autore dell'omicidio e il movente dell'assassinio di Vallo, però, al momento ancora non sono chiari.  

Le gambizzazioni in periferia

Sequestri, omicidi e anche agguati. Il dodici febbraio scorso a Morena, nella periferia est di Roma, due giovani romani rispettivamente di 27 e 21 anni, sono stati entrambi gambizzati. Il primo, raggiunto da due colpi di pistola, ha riportato ferite guaribili in 20 giorni. Per il secondo un solo colpo, ma una prognosi di 30 giorni.  

Dieci giorni dopo, al Tufello, nel quadrante nord della Capitale, Marco Canali detto 'mezza recchia', un volto noto tra chi spaccia droga, è stato anche lui vittima di un agguato. Una violenta gambizzazione per le modalità in cui si è consumato. Non in strada, come accadde nella prassi criminale, bensì in casa.

Gli omicidi di Luigi Finizio e Andrea Fiore 

Arriviamo alla serata del 12 marzo. L'assassinio di Luigi Finizio potrebbe avere innescato un pericoloso effetto domino. È stato ucciso a colpi di pistola mentre faceva rifornimento in una stazione di servizio al Quadraro, nella zona est di Roma. Già noto alle forze dell'ordine per i suoi precedenti per droga, Finizio aveva una parentela importante. Di quelle pensati, con uno dei "re" dei narcos di Roma. 

Finizio, era infatti cugino Girolamo Finizio, compagno della sorella della moglie di Angelo Senese, un boss che a sua volta è fratello di Michele, detto O' Pazzo. Un agguato, dunque, che ha ucciso un uomo e potrebbe aver dato un segnale proprio al gruppo dei Senese. Possibile che chi lo ha ucciso volesse scalare le gerarchie criminali romane. L'agguato, manco a dirlo, ha avuto i contorni tipici delle modalità criminali: due uomini a bordo di un motorino, entrambi con il volto coperto da un casco e con un pistola clandestina. 

Due settimane dopo un altro assassinio, quello di Andrea Fiore che di Finizio era amico. L'ipotesi degli investigatori è che Fiore, carrozziere di professione, sapesse troppo dell'omicidio dell'amico. Entrambi in casa avevano droga. 

A marzo, in due giorni, sono stati uccisi a colpi di pistola altri due uomini: Mihai Roman, morto l'otto marzo, e Manuel Costa, freddato due giorni dopo. In entrambi i casi le rispettive famiglie non vogliono sentire parlare di droga. Di certo in entrambi i casi si denota la facilità nel reperire armi illegali in città: bastano 200 euro, a volte, per avere una pistola in pugno. 

Che sia stata una dichiarazione di guerra tra bande invece di un semplice - si fa per dire - avvertimento? La certezza è una: a Roma si è tornato a sparare, a uccidere. 

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