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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Ricarica le pile con la meditazione

Pochi minuti al giorno di meditazione possono aiutarci a rigenerare le energie e ad allontanare le tensioni

Da sempre considerata affine allo spirito contemplativo tipicamente orientale, anche se i ritmi frenetici della vita in Occidente non sono certo un’esclusiva europea o americana, la pratica della meditazione richiama subito alla mente l’immagine di un monaco buddista o di un maestro yoga, seduto a terra a gambe incrociate nella posizione del loto, che medita ad occhi chiusi pronunciando la parola “Om...” (l’equivalente di una invocazione a Dio, o comunque ad una divinità suprema).

In realtà la pratica della meditazione trascende ormai cultura e religione, ed è diffusa trasversalmente in tutti gli ambiti del counseling psicologico, indipendentemente dal significato più o meno spirituale che le si voglia attribuire. Tantissime sono le tecniche che permettono di avvicinarsi ad essa: si può meditare ad occhi chiusi o aperti, nella posizione del loto, comodamente seduti o addirittura camminando, si può meditare nel silenzio o nel chiasso di un luogo affollato, si può meditare rivolgendosi ad un essere supremo, all’Universo o semplicemente cercando di entrare in contatto con la nostra essenza più profonda. Non è facile né immediato riuscire a meditare veramente, e per ottenere benefici ci si deve allenare proprio come si fa per imparare un’attività sportiva o acquisire una nuova competenza, e si deve tener duro quando si ha l’impressione di perdere solo tempo, perché ne vale la pena.

Meditare significa in realtà “staccare la spina” -  se fossimo dei robot equivarrebbe a far scattare lo stato di standby – significa allontanarsi dal mondo e dal suo rumore, che non è il frastuono del traffico stradale nè il vociare della folla, ma è piuttosto la presenza ansiogena e incombente delle mille cose da fare e da affrontare, il peso delle frustrazioni e delle arrabbiature, la paura di ciò che sarà e non possiamo controllare in alcun modo. Meditare significa “lasciar andare” “Let it go” –  rivolgere lo sguardo all’interno di noi stessi, e soprattutto smetterla di incamerare aria frettolosamente e in modo superficiale come facciamo di solito, per respirare invece consapevolmente e profondamente.

“Let it go” vuol dire accettare che i pensieri vadano e vengano, perché il pensiero non si può fermare, ma si può solo “lasciar andare”, significa abbandonare almeno per qualche attimo l’illusione del controllo sulla realtà – perché tanto in realtà controlliamo ben poco – e abbandonarci all’idea confortante e rassicurante che là fuori c’è una qualche forma di energia che si prende cura di noi e che fa accadere ciò che deve accadere. Certo, quando si riaprono gli occhi e si torna alla realtà, tornano anche la paura e i dubbi, ma non importa, bastano pochi attimi ogni giorno per avere sollievo e dare al nostro organismo la possibilità di rigenerarsi.

Anche solo ritrovare la consapevolezza e il ritmo del respiro rappresenta letteralmente una “boccata d’ossigeno” per tutti i nostri organi e un colpo d’acceleratore nei confronti dei meccanismi di rinnovamento cellulare, per non parlare dei benefici che si ottengono spegnendo anche solo per pochi minuti l’interruttore del nostro sistema d’allarme. Già, perché questo è sempre pronto a scattare per un nonnulla e a mettere in uno stato di sfibrante allerta tutto l’organismo, proprio come succedeva ai nostri antenati delle caverne (ma a loro il sistema d’allarme attivato serviva davvero, perché c’erano sempre in agguato le belve e altre mille insidie!). Per “meditare” occorrono solo pochi minuti al giorno, e un po’ di pazienza e di allenamento, quindi perché non provare?

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