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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Comprare casa al tempo del coronavirus: ecco i vantaggi

Il coronavirus ha dato un colpo al mercato immobiliare, ma meno forte del previsto. E se gli investitori stanno ancora in attesa, mai come ora è conveniente puntare sulla prima casa

La passione per il mattone degli italiani è proverbiale e nemmeno la pandemia è riuscita a cambiare questa attitudine. Ma se negli ultimi anni il settore, secondo uno studio di Tecnocasa, ha registrato un balzo in avanti sul fronte investimento, arrivando nel 2019 al 17,9%, nel 2020 - oltre allo stop dovuto al coronavirus - ha subito una lieve flessione da parte degli investitori. Ma il momento migliore per comprare, secondo gli esperti, è proprio questo con i tassi di interesse per i mutui prima casa al minimo. 

L'analisi (su 16mila compravendite nel primo semestre 2020) ha infatti evidenziato che in Italia il 77,6% delle transazioni ha riguardato l’abitazione principale mentre il 16,8% è composto da acquisti per investimento e nel 5,6% dei casi si tratta di compravendite di case vacanza. Gli italiani, insomma, non hanno smesso di comprare casa, ma per adesso lo fanno più per andare ad abitarci e stanno sull'attesa prima di usare i risparmi per investire. 

Secondo le proiezioni di "Scenari Immobiliari", istituto indipendente di studi e ricerche che analizza i mercati immobiliari e in generale l'economia del territorio in Italia ed in Europa, il mercato italiano dovrebbe chiudere l'anno con un calo del 15,2 per cento sul 2019 ma un rimbalzo previsto per il 2021. Il peso del lockdown, con il congelamento delle compravendite tra marzo e maggio, si è naturalmente fatto sentire ma le previsioni sono state meno catastrofiche dell'inizio, con una ripresa avvenuta subito dopo la fine della fase uno dell'epidemia. Dagli ultimi dati di Tecnocasa, resi noti da Immobiliare.it, la tipologia più comprata e venduta è il trilocale con il 34,9% delle preferenze, con al secondo posto - per la prima volta -  le soluzioni indipendenti e semindipendenti con il 20% dei casi, un posto sopra ai  bilocali che si fermano al 19,3%. La tendenza post-lockdown è stata quindi quella di preferire abitazioni più grandi e con spazi esterni e, di contro, sono calati gli acquisti di mono e bilocali, altro segno della diminuzione degli acquisti per investimenti. 

Nel frattempo continua la corsa al ribasso dei tassi di interesse sui mutui prima casa. In base alle ultime rilevazioni, a settembre hanno infatti toccato il minimo scendendo per la prima volta sotto lo 0,5%. In particolare il crollo ha riguardato il tasso fisso (era a 1,5% prima del Covid per un prestito ventennale). La descrescita è stata causata dall'azzeramento dei tassi di interesse a lungo termine basati sul parametro  Irs (interest rate swap)  base per calcolare il tasso fisso offerto ai clienti delle banche (è la somma tra il tasso Irs e lo spread). Oggi questo parametro è sotto zero per la scadenza a 10 anni  (-0,22%) e di poco positivo (0,05%) su quella ventennale, mentre scende allo 0,04 per quella a trent'anni. Anche il tasso variabile, infine, è crollato passando da uno 0,7% sui vent'anni allo 0,4%. 

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