rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024
Il caso

Il curioso caso del casello autostradale: se la sbarra non funziona l'utente paga di più

Per un malfunzionamento di un casello autostradale numerosi veicoli sono transitati senza poter pagare il ticket: a distanza di sei mesi hanno ricevuto la notifica di mancato pagamento e, pur dimostrando la propria buona fede, si sono trovati a versare il 220% in più del dovuto

È l'ora di punta al casello autostradale Valdarno: a una delle uscite dell'autostrada A1 non si riesce a pagare, passano i minuti e in tanti in coda si spazientiscono. Uno degli utenti in coda decide di chiamare l'assistenza di un operatore. Sembra esserci un disservizio: la sbarra viene sollevata manualmente, l'auto passa senza pagare. E così accade per gli altri automobilisti incolonnati: il ticket non viene preso dalla macchinetta, l'utente suona e la sbarra viene aperta. Così defluisce il traffico accumulato. Sono numerose le vetture coinvolte. È il 31 agosto 2023, l'antefatto di una vicenda che vedrà il proprio epilogo in questi giorni di inizio marzo 2024, a distanza di oltre sei mesi da quel disservizio. Abbiamo seguito la storia di uno degli utenti coinvolti nell'ingorgo (entrato ad Arezzo) che, alla fine, per sanare la propria posizione, ha dovuto versare il 220% in più pur non avendo colpe.

La richiesta di chiarimenti

Nel primo pomeriggio di quel 31 agosto l'utente pendolare percorre il viaggio di ritorno, imboccando il casello Valdarno per uscire ad Arezzo-Battifolle. Al termine del tragitto autostradale, mentre paga il ticket di ritorno, ha la possibilità di interfacciarsi con il casellante a cui chiede come doversi comportare in relazione al mancato pagamento mattutino. "Se la sbarra è stata aperta dall'operatore, a posto così. Non ci sono problemi", è la risposta che si sente dare l'utente. L'utente aggiunge: "Peraltro in un'altra circostanza, di recente, non avevo effettuato il pagamento all'uscita autostradale perché al momento del pagamento avevo smarrito il portafoglio. Ma poi ho saldato quanto dovuto al termine del successivo viaggio in autostrada, al casello, presentando all'operatore lo scontrino di mancato pagamento rilasciato dalla macchinetta, senza dover passare dal Punto Blu".

Il Punto Blu non esiste più

Aldilà del fatto che l'utente non è stato indirizzato verso un metodo di pagamento che potesse sanare la sua posizione (il tratto Arezzo-Valdarno costa 1,80 euro), dal 1° gennaio 2024 tutti i Punti Blu delle autostrade non sono più attivi. Ce n'era anche uno ad Arezzo, al casello di Battifolle. Per anni i Punto Blu sono stati il riferimento per gli utenti dell'autostrada in difficoltà. In particolare era lì che si recavano tutti coloro che avevano pagamenti pendenti. Adesso non è più possibile.

A distanza di quasi sei mesi dall'ingorgo, alla fine di febbraio 2024, arriva però l'avviso di pagamento di Autostrade. Quasi 60 euro (59,45 per l'esattezza) per quell'uscita con sbarra alzata del 31 agosto precedente. Perché così tanto? Perché di default, se non è chiaro da dove l'utente sia entrato, il pedaggio viene calcolato per legge dal casello più lontano possibile. L'utente, in sostanza, può chiudere subito la vicenda, ma pagando oltre 30 volte quanto in realtà dovuto. Nella lettera però si parla anche di un'autocertificazione del casello di ingresso da fare online, tramite un sito, Muovy. Bisogna perderci un po' di tempo, effettuare la registrazione, inserire i dati del conducente dell'auto o del proprietario del mezzo e caricare la foto del ticket di entrata. Ma nel caso in questione l'autocertificazione, tentata più e più volte, non va a buon fine. Tempo e fatica sprecati.

Muovy schermata

Come suggerisce il sito Muovy dopo l'ennesimo tentativo fallito, l'ultima speranza per non pagare 60 euro è quella di rivolgersi direttamente alla mail info@autostrade.it. E a questo punto arriva l'inaspettato plot twist: a distanza di poche ore dall'invio della missiva (domenica sera 3 marzo 2024), ecco la risposta (lunedì mattina, 4 marzo 2024).

La risposta di Autostrade

Si fa riferimento a un caso di "biglietto smarrito" (anche se non lo è), c'è una procedura semplificata che permette di pagare rapidamente o in luoghi fisici come tabacchi, bar ed edicole, oppure online. L'utente sceglie questa seconda opzione, versando i 5,75 euro richiesti e sanando la propria posizione. Come detto, del totale pagato 1,80 euro sono di pedaggio non versato quel 31 agosto. Gli altri 3,95 euro sono invece gli "oneri di accertamento". Si parla pur sempre di spiccioli, ma perché dover pagare oltre il triplo del dovuto per un errore altrui (il malfunzionamento della sbarra)? Altra domanda: chissà quanti utenti coinvolti nel disservizio del 31 agosto hanno ricevuto l'avviso da 60 euro? Magari qualcuno di loro, senza pensarci troppo, ha pure pagato l'intero importo.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Today è in caricamento