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Venerdì, 26 Aprile 2024

L'editoriale

Maria Cafagna

Editorialista

Chi critica Schlein per il suo look o è un ipocrita o è in malafede

Quando si pensa ad Angela Merkel, la prima immagine che viene in mente probabilmente è quella di una donna austera, anziana, vestita con tailleur squadrati e poco “femminili”, qualsiasi cosa voglia dire. L’associazione tra il termine “austerità” e l’ex cancelliera tedesca è certamente data dalle sue politiche economiche che hanno finito per influenzare la politica europea per più di sedici anni, ma la biografia di Angela Merkel e la sua scalata al potere raccontano un’altra storia, quella di una studentessa di fisica della Germania dell’Est che nel corso di non facile carriera durata trent’anni, riesce a diventare la donna più potente d’Europa e quindi del Mondo. 

Un percorso che, come racconta la stessa Merkel in numerose interviste, l’hanno vista scontrarsi con la dirigenza tutta maschile del suo partito e dover lottare - anche con una certa scaltrezza - per ottenerne la leadership. La sua lunga carriera politica è stata raccontata molte volte, l’ultima in ordine di tempo nel documentario Merkel disponibile su Netflix, ed è interessante notare come l’aspetto di Merkel - dal taglio di capelli alla lunghezza delle gonne che indossava - fossero sotto la lente d’ingrandimento dal suo primo incarico governativo, quello di Ministra della Gioventù, fino all’ultimo giorno del suo ultimo mandato. Quando fu eletta Cancelliera nel 2005, Merkel decise di affidarsi alla stilista di Amburgo Bettina Schoenbach, che per sedici anni ha mantenuto assoluto riserbo sulle scelte di Merkel in fatto di immagine. Ma come hanno fatto notare numerosi commentatori e numerose commentatrici, lo stile della cancelliera è sempre stato semplice, pratico e rigoroso grazie al ricorso di giacche semplici e squadrate. Del resto il soprannome della cancelliera era mutti, ovvero “mammina”, perché Merkel si era posta come obiettivo quello di dare alla Germania l’idea di essere una sorta di madre del paese (lei che madre non è mai diventata) ovvero una persona rassicurante e risoluta su cui poter fare affidamento. 

Tutto questo però è venuto meno una sera a Oslo, quando l’austera Merkel ha sfoggiato un abito da sera scollato in occasione di una visita di Stato, quando la Cancelliera ha mostrato un generoso décolleté attirando numerose critiche e anche qualche commento piccante. “La Cancelliera non si aspettava questa reazione -  è stato il commento ufficiale -  se il mondo non ha niente di meglio da fare che parlare di un abito da sera, non possiamo farci niente”. Da quel momento però, Merkel ha mai più indossato abiti scollati.

L’immagine di un leader e di una leader sono al centro del dibattito. Chi sottovaluta questo aspetto fondamentale, non sa fare Politica. Dal completo marrone di Occhetto alla cotonatura di Margaret Tatcher, dai capelli di Trump alle felpe di Salvini senza scordare il - purtroppo - indimenticabile giubbotto di pelle di Matteo Renzi, il corpo del leader e delle leader incarnano e sono espressione del suo messaggio politico. Lo sa bene il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, noto per le sue scelte insolite in fatto di stile: pezzetto brizzolato, occhiale a goccia e sopracciglia tatuate sono diventate talmente iconiche da diventare il simbolo delle sue campagne di comunicazione, l’ultima delle quali persa contro l’attuale segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein.

Con una scelta insolita per una leader di sinistra - in effetti è insolito che la sinistra abbia una leader donna, ma non è questa la sede per parlarne - Schlein ha rilasciato un’intervista a Vogue Italia. Una decisione forse insolita per il nostro paese ma all’estero è consuetudine vedere leader politici ritratti per le varie edizioni locali di Vogue. In questa lunga intervista, Schlein ha risposto a una serie molto ampia e variegata di domande, ma è stata quella sulle sue scelte di immagine a scatenare la reazione della coalizione di governo e di molti esponenti di una certa sinistra: “le mie scelte di abbigliamento dipendono sicuramente dalla situazione in cui mi trovo. A volte sono anticonvenzionale, altre volte più formale - ha dichiarato la segretaria del Pd - In generale dico sì ai colori e ai consigli di un’armocromista, Enrica Chicchio”.

Tutti i leader hanno consulenti

Le opposizioni, in particolare la Lega, hanno ampiamente criticato la scelta di Schlein di farsi seguire da un’esperta cavalcando consapevolmente una certa ignoranza dell’opinione pubblica in fatto di comunicazione politica. Quasi tutti i leader si avvalgono della consulenza di esperti - quasi tutti uomini - ed esperte - una sparuta minoranza - di comunicazione che, tra i loro compiti, hanno quello di dare anche consigli sulle scelte in fatto di immagine a 360°. In alcuni casi, inoltre, specie per le figure più in vista può essere addirittura utile avere uno o una stylist, ovvero una persona esperta che si occupi di curare i look in vista di occasioni ufficiali. Probabilmente ha uno o una stylist anche Giorgia Meloni, che da quando è diventata Presidente del Consiglio ha cambiato sensibilmente la sua immagine: ha tagliato i lunghi capelli biondi e ondulati e ora porta lisci poco sotto le spalle, indossa quasi sempre tailleur scuri e squadrati decisamente in contrasto con gli outfit morbidi e “femminili” indossati prima di assumere l’incarico di guidare Palazzo Chigi, forse per sottolineare il messaggio di “donna, mamma e cristiana”. 

Quindi chi critica Schlein per avvalersi della consulenza di una stylist o è un ipocrita o è in malafede o non sa di cosa parla, quindi farebbe meglio a occuparsi di altro. A lei va il sommesso consiglio di continuare a farsi consigliare e di provare a liberare il centro-sinistra italiano dalle catene della sciatteria anche in fatto di immagine.

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