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Domenica, 28 Aprile 2024
Salute

Medici e operatori 118 in piazza a Roma, 'non siamo fantasmi'

Chiedono da tempo una riforma del sistema di emergenza urgenza territoriale e gli stessi diritti e incentivi ottenuti dai colleghi dell'emergenza ospedaliera dopo la pandemia di Covid.


Roma, 12 lug. (Adnkronos Salute) - "Non siamo fantasmi". Medici, infermieri e autisti-soccorritori del Sistema di emergenza territoriale 118 hanno manifestato, dalle 12, in Piazza Santi Apostoli a Roma per dimostrare simbolicamente di esistere e reclamare attenzione. Sono arrivati da tutta Italia e, nonostante le temperature roventi, sono rimasti in silenzio, a mani giunte, con indosso le magliette rosse del servizio. Chiedono da tempo una riforma del sistema di emergenza urgenza territoriale e gli stessi diritti e incentivi ottenuti dai colleghi dell'emergenza ospedaliera dopo la pandemia di Covid.


"Serviamo lo Stato, incessantemente, h24, di giorno e di notte, salvando vite umane. Migliaia di vite umane ogni anno - sottolinea il presidente Sis118, Mario Balzanelli - Siamo quelli che hanno contribuito in modo assai determinante a salvare l'Italia dalla immane tragedia della Covid-19. E oggi vogliamo rendere visibile il fatto che esistiamo, che non siamo dei fantasmi, perché finora siamo stati, incredibilmente, dimenticati, ignorati, da tutti i precedenti Governi di questo Paese e da tutti i provvedimenti legislativi di rinforzo della sanità territoriale da circa trenta anni, compreso il Pnrr". Presente in piazza anche il presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, che ha espresso solidarietà e vicinanza alla battaglia dei colleghi del 118.


"Chiediamo che venga potenziato il servizio di emergenza territoriale 118 - spiega Balzanelli - che è il sistema salvavita di tutti gli italiani, quello che interviene ogni qualvolta la vita umana è in pericolo, in pochissimo tempo; chiediamo che ci siano garanzie di soccorso omogeneo e di eccellenza in tutte le regioni, non ci si può ritenere fortunati di sentirsi male in una parte d'Italia piuttosto che in un'altra. Chiediamo che l'accesso al 118 avvenga direttamente come previsto dalla legislazione europea e non sia sostituito dal 112, gli italiani sanno perfettamente chi chiamare in caso di emergenza. E che il 118 venga inquadrato sotto forma di dipartimenti provinciali autonomi, con centrali operative. Contestiamo il fatto che siano state eliminate e accorpate le centrali operative, che non sono dei call center telefonici".


"E' necessaria una postazione con un medico e un infermiere ogni 60mila abitanti e un ampio investimento tecnologico nelle centrali operative. Insomma, la riforma legislativa del Sistema di emergenza territoriale 118 - chiosa - è urgente e necessaria. La direzione è una sola, quella del potenziamento drastico di tutto il sistema. Parallelamente è necessaria la valorizzazione di tutti gli operatori, medici, infermieri e autisti-soccorritori, che di certo non sono fantasmi - rimarca Balzanelli - o mere comparse". In Senato è stata presentata un disegno di legge di riforma del 118, su cui si chiede di accelerare.


"Chiediamo alla premier Meloni di prendere a cuore il 118 - conclude - perché è l'unico sistema che entra nelle case degli italiani quando ne hanno più bisogno. E di valorizzare gli operatori che ci lavorano: in queste condizioni i medici se ne stanno andando via e rischiamo di avere, noi cittadini che paghiamo le tasse, un 118 senza medici. Sarebbe gravissimo".


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