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Domenica, 28 Aprile 2024

Yara, spuntano una lettera e una telefonata anonima: "Io so qualcosa"

La polizia è sulle tracce dell'uomo, forse un mitomane, che dice di avere informazioni sul delitto di Yara Gambirasio

Ha scritto ua lettera di tre pagine indirizzata al cappellano dell'ospedale e ha telefonato in portineria. "Mi chiamo Mario, sono stato io".

La polizia è sulle tracce dell'uomo, forse un mitomane, che dice di avere informazioni sul delitto di Yara Gambirasio.

Alcuni giorni fa una frase era stata scritta sul quaderno delle preghiere dei fedeli nella cappella dell'ospedale di Rho (Milano): "Vi prego, informate la polizia di Bergamo: qui è passato l'omicida di Yara Gambirasio. Che Dio mi perdoni". Sono subito iniziate le indagini.

Emergono solo oggi però dettagli che erano stati tenuti nascosti dagli inquirenti. Ne scrivono L'Eco di Bergamo e Il Giorno

Martedì il cappellano dell'ospedale di Rho, don Antonio Citterio, sotto lo zerbino della porta di casa (abita proprio sopra alla portineria dell'ospedale) ha trovato una busta contenente una lettera. Tre fogli scritti a penna e firmati da un certo «Mario», che non ha lasciato il cognome, tantomeno indizi utili al suo rintraccio. «Sono stato io a scrivere il messaggio sul libro delle preghiere in chiesa», avrebbe ammesso nella missiva. Il contenuto della lettera, nei dettagli, è top secret e al vaglio degli inquirenti. Secondo indiscrezioni, però, in sostanza il misterioso Mario si attribuirebbe la paternità del messaggio lasciato sabato in chiesa, dicendosi stupito del cancan mediatico suscitato e, in maniera piuttosto confusa e sgrammaticata, confermerebbe di essere a conoscenza di qualcosa che riguarda la morte della povera Yara. Un mitomane? È molto probabile: gli inquirenti da subito si sono detti scettici sulla reale utilità delle sue esternazioni. Ma la polizia non intende trascurare alcuna ipotesi.

Il misterioso Mario rischia una denuncia per procurato allarme. Sono comunque analizzati dagli inquirenti i filmati delle telecamere di sorveglianza dell'ospedale, che sono numerose. Mercoledì inoltre la stessa persona si sarebbe fatta viva una terza volta con una telefonata alla portineria dell'ospedale di Rho: "Buongiorno, mi chiamo Mario, sono malato di cancro. Sono io l'autore del messaggio in chiesa su Yara. Volevo solo sapere se il cappellano ha ricevuto la mia lettera".

Le indagini sull’omicidio di Yara Gambirasio condotte dalla Procura di Bergamo, in particolare dal sostituto procuratore Letizia Ruggeri, sembrano essere in un vicolo cieco ormai da quasi tre anni e attualmente si basano soprattutto sulle analisi delle tracce biologiche e sugli esami del Dna

Fonte: L'Eco di Bergamo →
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