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Disabilità

“Quando ci guardiamo negli occhi, riesco a veder brillare anche i suoi”: ecco il percorso di Sara

Dopo un’infanzia non semplice, in cui ha dovuto affrontare delle difficoltà causate dalla sordità e da un ritardo psicomotorio, Sara, oggi, ha spiccato il volo

Sara è una ragazza di 18 anni, frequenta il secondo anno del liceo scientifico e ha tanti interessi. Vive in Puglia con la mamma e il papà.
L’inizio della sua vita, però, non è stato dei più facili. Sara è nata a Firenze, dove la famiglia si era trasferita per il lavoro del papà (infermiere), ma già a pochi mesi dalla sua nascita, i genitori si rendono conto che le cose non funzionano come dovrebbero.

Un percorso in salita

A soli 7 mesi, Sara viene sottoposta alle prime visite specialistiche e alle prime cure. Ci vorrà del tempo, però, prima che si scopra qualcosa di più: infatti, è solo al compimento dei due anni di età della bambina che i medici attestano la sua sordità, pur non riuscendo a spiegarne la causa. Si prospetta un percorso lungo e difficile, perciò i genitori decidono di tornare a Ruvo, in Puglia, per poter avere il supporto della propria famiglia.
In effetti, la situazione si conferma complessa: nel corso di tre anni, vengono interpellati numerosi medici e specialisti, che però non riescono a fornire una diagnosi precisa.
Nel frattempo, si manifestano anche ritardi cognitivi e motori.
Inoltre, il fatto che, nonostante le fosse stata insegnata la CAA pittografica, la comunicazione aumentativa alternata, una serie di immagini in sequenza, Sara non riuscisse a comunicare era spiazzante.
Pur non intravedendo alcuna una via d’uscita, i genitori di Sara non si arrendono e, ad un certo punto, un incontro fondamentale consente una svolta.

Un incontro che cambia la vita

È nel 2008, quando Sara ha 5 anni, che la famiglia incontra la Lega del Filo d'Oro di Molfetta; qui, viene suggerito di portare la bambina presso il Centro di Osimo e i genitori di Sara possono tirare un sospiro di sollievo.
Grazie all’accoglienza ricevuta, unita alla grande competenza dimostrata, la mamma e il papà di Sara si sentono, finalmente, supportati.
Il lavoro fatto con la bambina è ampio e completo e persegue l’obiettivo di renderla il più autonoma possibile. Il percorso di vita assume un senso e una direzione.
Gli otorini della Lega consigliano di sottoporre Sara ad un intervento per l’inserimento dell'impianto cocleare per aiutarla a sentire; per abituarla ai suoni, viene effettuato un lavoro ad hoc con la musicoterapia.
Inoltre, l'equipe interdisciplinare di Osimo elabora un metodo più semplice da applicare alla CAA che Sara aveva imparato: una volta ridotti i pittogrammi, la bambina comincia, finalmente, a comunicare.
Ogni piccolo passo rappresenta una conquista e oggi Sara ha raggiunto ottimi risultati.
È una ragazza solare e allegra, ma anche determinata e, a volte, testarda.
Vive una quotidianità fatta di interessi e passioni: le piace la piscina, ama passeggiare e giocare; predilige i giochi in legno e i puzzle.
Grazie all’acquisizione di un tipo di comunicazione adatto a lei, Sara è stata anche in grado di ricevere il sacramento della Prima Comunione.
I suoi genitori possono, finalmente, confidare in un futuro sereno per lei.

Servizio territoriale, un ponte tra varie realtà

Nel percorso di Sara, è stato fondamentale l’apporto offerto dal Servizio Territoriale di Molfetta.
Il Servizio Territoriale è un punto di riferimento per le persone con sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale e le loro famiglie, perchè ne facilita l’inclusione nel territorio di appartenenza.
Inoltre, gli operatori incontrano periodicamente coloro di cui si prendono cura e la loro rete di sostegno, offrendo informazioni e supporto tecnico.

Ivana Lovino, Assistente Sociale del Servizio Territoriale e Referente Volontari di Molfetta, è stata una figura fondamentale per Sara e per la sua famiglia, che vengono seguiti, ormai, da più di 10 anni.
Si tratta di un lavoro corale, svolto in collaborazione con altri educatori e volontari, ma con un unico obiettivo: rendere la vita di chi non vede e non sente la migliore possibile.

Un piccolo contributo per alimentare la speranza

L’opera della Lega del Filo d’Oro è fondamentale per aiutare le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali ad avere un futuro felice, ricco di esperienze e opportunità; svolge un lavoro prezioso, ponendosi al fianco delle famiglie e accompagnandole nel proprio percorso.
La Lega del Filo d’Oro, però, non riceve contributi pubblici per mantenere i servizi offerti sul territorio, la cui continuità è garantita solo dalle donazioni.

Come afferma Rossano Bartoli, presidente della Fondazione:

La Lega del Filo d'Oro aiuta le persone sordocieche attraverso vari servizi, Centro Diagnostico, Centri di Riabilitazione, Servizi Residenziali, Centri Diurni, Sedi e Servizi Territoriali. Oggi siamo presenti in 10 regioni italiane e questo ci consente in un anno di essere di riferimento almeno a 1000 bambini, giovani, adulti e in qualche caso anche anziani. I cittadini possono aiutarci in tanti modi. Un appello a tutti voi di firmare per la Lega del Filo d'Oro, firmare per il 5x1000. Una firma, un codice fiscale non costa niente, ma diamo veramente un aiuto significativo a questi bambini, a questi ragazzi, a queste persone e anche alle loro famiglie”.


Destinare il proprio 5x1000 alla Lega Del Filo d’Oro è semplice: basta indicare, nella propria dichiarazione dei redditi, il C.F.80003150424.
Si tratta di un gesto d’amore che non costa nulla, ma che è in grado di dare speranza.

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