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Sabato, 27 Aprile 2024
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La ripartenza del Paese passa dalle smart city

Molti spunti interessanti dal convegno annuale di Kyoto Club “Cambiamenti climatici e città intelligenti. Verso il pacchetto energia e clima 2030 dell’Unione europea

Le nostre città devono diventare smart. Non c’è altra via, la scommessa su un futuro sostenibile passa necessariamente da qui. Prendere o lasciare.
È matematica più che filosofia e a dirlo sono i numeri prima ancora che il buon senso: Le città sono responsabili del 45% dei consumi energetici e del 50% dell'inquinamento atmosferico, il 50% della popolazione mondiale vive in aree urbane, le città del mondo accolgono ogni anno 60 milioni di persone in più e entro la metà del secolo più dei due terzi dell'umanità vivrà in città.

Proprio a partire da questi dati ha preso il via la riflessione sviluppata durante il convegno annuale di Kyoto Club, che si è tenuto a Roma il 14 febbraio. Cambiamenti climatici e pacchetto clima-energia al 2030 dell'UE i temi principali e la ricerca di soluzioni innovative per la gestione e la crescita dei centri urbani, che si configura sempre di più come una necessità non procrastinabile.

Oggi, diversamente rispetto al passato, il concetto di smart city viene percepito come un’unica cornice capace di contenere i molti aspetti che finora sono stati affrontati separatamente. Si pensa alla città come a un insieme di reti interconnesse, quali la rete dei trasporti, la rete elettrica, la rete degli edifici, la rete della illuminazione, la rete delle relazioni sociali, la rete della pubblica illuminazione, dell’acqua e dei rifiuti. È l’integrazione di tali reti in un disegno coordinato a rendere possibile nuovi servizi, impensabili fino al decennio scorso, e aprire possibilità di trasformazione progressiva della città. Serve un’azione di riqualificazione urbana che non sia solo cosmesi: è dalle città rese intelligenti che può avviarsi la risurrezione culturale, sociale ed economica del Paese.

L'elaborazione di una strategia, che tenga conto dei cambiamenti climatici e sia economicamente efficiente, condivisibile e accettabile dai cittadini, per le città attuali è in cima alla lista delle priorità di molti smart city planners. Anche gli obiettivi UE al 2030 – con la proposta della Commissione europea di puntare entro quella data a una riduzione vincolante delle emissioni climalteranti del 40% rispetto ai livelli del 1990 – indicano che la strada è tracciata. Ora bisogna solo (e l’avverbio è un eufemismo di incoraggiamento) percorrerla a passi spediti e sicuri.


 

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