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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Elezioni regionali: Toscana e Puglia in bilico

Due voti al fotofinish che potrebbero significare per il governo la differenza tra vittoria e sconfitta. Alta affluenza nelle province rosse e a Lecce

Si vota oggi fino alle 15 per le elezioni regionali ma anche per il referendum costituzionale su taglio dei parlamentari. E mentre i sondaggi segreti e clandestini finiscono nelle chat e su Whatsapp ci sono due regioni in bilico che potrebbero significare per il governo la differenza tra la vittoria e la sconfitta. 

Elezioni regionali: Toscana e Puglia in bilico

Ma andiamo con ordine. A causa dell’emergenza coronavirus quest’anno si è tornati a votare su due giorni. I seggi si chiudono oggi alle 15. Si vota per i governatori di sei Regioni e per il referendum sul taglio dei parlamentari oltre che in Valle d'Aosta dove però non si elegge direttamente il presidente di Regione. Le prime schede a essere scrutinate saranno quelle del referendum costituzionale il cui spoglio inizierà oggi subito dopo la chiusura dei seggi. Senza interruzione, si terrà poi lo scrutinio delle Regionali. 

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Lo scrutinio per i sindaci e i 958 nuovi consigli comunali (sono interessati 15 capoluoghi di provincia) si aprirà invece alle ore 9 di domani. Annalisa Cuzzocrea su Repubblica però segnala che ci sono alcune cose che si possono dire da subito. La prima  è che dai dati dell’affluenza scorporati per regioni e province non si vede un’onda.

Una mobilitazione simile a quella che in Emilia-Romagna ha favorito Stefano Bonaccini contro la sfidante leghista Lucia Borgonzoni portandolo non solo a vincere, ma a staccarla di quasi otto punti. Spiega Giovanni Forti, di Youtrend, che «in Toscana, una delle Regioni in bilico, non si vede rispetto alle Europee del 2019 una differenza di affluenza che possa in qualche modo dare indicazioni sulla scelta dei cittadini. Perché il calo è differenziato più o meno ovunque e non è spiegabile in base a un voto politico passato».

Per dirla con ancora più precisione, è vero che Firenze è stata finora tra le città con l’affluenza più alta, il che conforta un po’ il Pd e il candidato del centrosinistra Eugenio Giani, ma è anche vero che l’affluenza cala meno - rispetto alle europee - in posti come la provincia di Pisa, i dintorni di Cascina da dove arriva la candidata della Lega Susanna Ceccardi. E certo, lì c’è un numero minore di aventi diritto al voto, ma Firenze e il suo contado non bastano a dare alcuna certezza. E quindi, l’unica cosa di cui sono tutti convinti - compresi i diretti interessati - è che il risultato sarà sul filo di lana, chiunque dovesse favorire. 

L’altro dato messo in rilievo dalle analisi di Youtrend riguarda il referendum, per il quale non si nota un aumento di affluenza nei centri delle grandi città, anzi, è il contrario. L'affluenza totale potrebbe superare il 50% e questo mette di buonumore il fronte del sì. 

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Il direttore dell’Istituto Cattaneo Salvatore Vassallo lo spiega, sempre a Repubblica, così: «Il parametro più corretto è con il referendum del 2006, per il quale si votava in un giorno e mezzo e non in uno solo come nel 2016. Allora alle 12 l’affluenza era del 10%, alle 19 del 22,4, alle 22 del 35 e alla fine arrivò al 52. Adesso, l’impatto delle regionali - che hanno avuto un effetto traino maggiore al Sud - fa pensare che si arriverà a una percentuale di affluenza superiore».  

«Nelle Marche, come in Toscana, c’è qualche dato di affluenza più favorevole per le province rosse, Pesaro e Ancona - dice ancora Giovanni Forti - ma chi può dire cosa significhi?». Nessuno si lancia in azzardi, né lì - dove il centrodestra è avanzato a una velocità impressionante negli ultimi anni - né in Puglia. Dove a dare un minimo di speranza al Pd sono arrivati i dati alti dei votanti a Bari e nella cosiddetta Bat, la provincia che mette insieme Barletta Andria e Trani. Lì Emiliano è considerato più forte. Ma quei voti possono non bastare.

L’affluenza è alta anche a Lecce, da dove arriva Raffaele Fitto e dove i dem sperano in un pareggio. «Sono cambiate tante cose negli ultimi due anni - spiega il ministro pd Francesco Boccia - a Lecce il sindaco Salvemini è nostro, abbiamo vinto al primo turno un anno fa così come il presidente della Provincia Minerva che è anche sindaco di Gallipoli. Abbiamo chiuso in piazza Sant’Oronzo, che era strapiena. Il nodo ora è tenere nelle altre province».

La Lega, con Salvini che in queste elezioni comincia a giocarsi anche la leadership del centrodestra visto che i candidati di Giorgia Meloni vanno forte, ieri ha passato la giornata a fare appelli al voto sui social network. La stessa cosa ha fatto il Partito Democratico, il cui segretario Nicola Zingaretti si gioca il posto. Stasera sapremo chi ha vinto e chi ha perso

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