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Domenica, 28 Aprile 2024
Fast fashion

Uniqlo contro Shein per una borsa "copiata", la più venduta di sempre del brand giapponese

Uniqlo ha aperto una causa contro il rivenditore online cinese chiedendo di "interrompere immediatamente la vendita dei prodotti di imitazione" e risarcire i danni

Contro il colosso cinese dell'abbigliamento online iniziano a sollevarsi in molti. Già la scorsa estate H&M aveva citato in giudizio Shein per violazione del copyright, ora ad intentare una causa è il noto brand giapponese Uniqlo. Al centro del contenzioso c'è un articolo preciso: una borsa "a forma di banana" soprannominata "round mini", una mini-bag tondeggiante dal design sportivo che può essere portata a tracolla o in spalla.

Venduta al prezzo di 14,90 sterline (circa 17 euro), è diventata la più venduta di sempre di Uniqlo. Il brand giapponese sostiene che Shein ne abbia copiato il design e sta quindi intentando una causa per chiedere al e-commerce cinese di interrompere immediatamente la vendita dei "prodotti di imitazione" e di pagare il risarcimento dei danni subiti a seguito della loro vendita. 

Uniqlo ha spiegato di aver presentato la denuncia dopo aver stabilito "che la forma dei prodotti di imitazione venduti da Shein assomiglia molto a quella del proprio prodotto e che la vendita dei prodotti di imitazione da parte di Shein mina in modo significativo l'alto livello di fiducia dei clienti nella qualità del marchio Uniqlo e dei suoi prodotti".

Il "metodo Shein": cosa c'è dietro il successo e la viralità

A spalancare gli occhi dei consumatori sui tanti scheletri nell'armadio del rivenditore cinese è stata un'inchiesta del 2021 condotta dall'organizzazione indipendente Public Eye. I risultati dell'inchiesta hanno porrtato a scoprire una realtà di profuzione fatta di laboratori con più di 200 persone stipate in locali senza uscite di emergenza e con finestre sbarrate, operai pagati per pezzo prodotto con salari sotto qualunque soglia di dignità, costretti a lavorare anche più di 12 ore al giorno senza possibilità di ferie o malattia.

E poi, ancora, un impatto ambientale imponente in termini di emissioni legate alle spedizioni, materiali chimici e smaltimento dei materiali di scarto. Senza parlare delle tonnellate di vestiti gettati via dopo pochi utilizzi che è attributo primo della moda fast fashion, o, come ha fatto notare qualcuno, ormai ultra-fast-fashion.

Già nel 2020 Shein era stata valutata circa 15 miliardi di dollari, nel 2022 la  valutazione aveva raggiunto i 100 miliardi di dollari: più di tutte le rivali low cost europee H&M e Inditex (Zara, Pull&Bear) messe insieme.

Una delle caratteristiche di Shein è l'impressionante catalogo di prodotti, continuamente aggiornato (nel 2022 era stato stimato che l'e-commerce introducesse 6mila nuovi articoli ogni giorno), insieme alla rapidità nell'intercettare le mode, anche quelle lanciate sui social dagli influencer, contribuendo alla loro viralità in un circolo possibile grazie ad un mirato utilizzo di algoritmi e analisi di dati. Non a caso, Shein è stata anche definita il TikTok degli e-commerce. 

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