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Domenica, 28 Aprile 2024
Il blitz

Gli specialisti delle rapine a mano armata e il colpo da quasi 100 milioni di euro

Le forze dell'ordine hanno stroncato all'ultimo l'assalto ad un caveau blindato

Erano un gruppo di specialisti nelle rapine. In questo caso erano pronti a mettere in atto un colpo da circa 80 milioni di euro. Si preparavano ad assaltare il caveau di un istituto di vigilanza privata di Calcinato, in provincia di Brescia. Erano armati visto che le forze dell’ordine hanno sequestrato quattro kalashnikov, un fucile a pompa, una mitraglietta Uzi, una pistola, ventuno bottiglie Molotov e chiodi a quattro punte. Ma sono stati fermati prima grazie ad una imponente operazione di polizia, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia, che ha visto impegnati gli agenti della Squadra mobile di Brescia insieme allo Sco e i carabinieri del Ros.

In tutto sono scattate le manette per 31persone. Secondo gli inquirenti sonotutti rapinatori accusate specializzati in assalti a furgoni blindati e caveau, in gran parte provenienti da Cerignola, provincia di Foggia. Le indagini, nella fase conclusiva, hanno visto il dispiegamento di un imponente dispiegamento di forze di polizia e carabinieri, provenienti da diverse città d’ Italia. Gli arrestati, che si erano radunati ed erano pronti ad entrare in azione, sono stati bloccati.

I presunti rapinatori, alcuni dei quali ritenuti collegati a clan del foggiano e cosche di ‘ndrangheta, nei mesi precedenti avevano rubato circa venti autovetture, furgoni e camion destinati ad essere dati alle fiamme allo scopo di isolare l’area d’interesse ed impedire l’intervento della polizia; nella loro disponibilità anche una ruspa che sarebbe servita per sfondare la parete blindata del caveau, dove vengono tenuti gli incassi raccolti dagli esercizi commerciali della zona.

Fra gli arrestati figurano anche due guardie giurate “infedeli”, dipendenti dell’istituto di vigilanza obiettivo della rapina, accusati di aver svolto il ruolo di basisti, riferendo ai complici che, al momento del colpo, poteva giacere nel caveau una somma in contanti di circa 80 milioni di Euro.

Gli investigatori monitoravano i movimenti degli arrestati dallo scorso ottobre, seguendo tutte le fasi della pianificazione del colpo, tra cui i sopralluoghi e i viaggi dalla Puglia verso il bresciano dei vari componenti del gruppo criminale; attraverso le intercettazioni telefoniche ed ambientali, si è potuta monitorare la cura maniacale degli aspetti logistici, tra cui il procacciamento degli alloggi per i sodali in trasferta presso strutture ricettive che omettevano la comunicazione dei dati dei clienti, per evitare i consueti controlli.

I presunti rapinatori erano pronti ad intervenire muovendo contemporaneamente da luoghi diversi, comunicando con telefoni dedicati ed apparati radio. Un primo gruppo era pronto a muoversi da un capannone industriale ubicato a Cazzago S. Martino (dove erano stati nascosti i mezzi preventivamente rubati) mentre altri due gruppi erano pronti a partire da due “covi” situati a Gardone Val Trompia e a Ospitaletto.

L’operazione anticrimine è stata condotta contestualmente su tutti e tre questi obiettivi, impiegando oltre trecento uomini e mezzi speciali. L’operazione è stata realizzata anche grazie al coordinamento investigativo effettuato dalla Procura Nazionale Antimafia. I reati contestati sono l’associazione a delinquere finalizzata a commettere il reato di rapina, il tentativo di rapina pluriaggravata, la detenzione di armi da guerra, la ricettazione dei mezzi rubati, con l’aggravante del metodo mafioso.

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