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Domenica, 28 Aprile 2024
Il racconto

"Non mi vergogno e non cancello nulla dai social". Parla la 19enne stuprata dal branco

La ragazza, intervistata da Mario Giordano durante la trasmissione "Fuori dal coro", ripercorre con lucidità quella tragica notte e risponde ai leoni da tastiera

"Io mi sento vittima della violenza sui social ma non mi voglio fermare perché voglio portare un messaggio". Sono le parole della diciannovenne che la notte del 7 luglio è stata stuprata da un branco composto da sette giovani, sul lungomare di Palermo. Spalle alle telecamera, ha raccontato quei fatti e quello che è avvenuto dopo a Mario Giordano, durante la trasmissione "Fuori dal coro".

"Io non mi vergogno" 

"Io non mi vergogno - spiega con voce ferma - sono quelli che mi hanno violentata che si devono vergognare". Incalzata dal giornalista, la ragazza ha ripercorso i tragici fatti di quella notte: l’uscita con un’amica, l’incontro con Angelo, un ragazzo che conosceva e con cui aveva una frequentazione; un ragazzo che ha utilizzato il suo infatuamento per manipolarla: "Mi aveva fatto un po’ il lavaggio del cervello - racconta - perché quando lo vedevo impazzivo. Quello che ho saputo dai giornali, è che lui si era messo d’accordo con gli altri per fare una cosa di gruppo, perché gli avevo detto che in settimana sarei uscita con altre persone. È quello che si legge nelle chat".

Cosa li avrebbe spinti a quel gesto? "Se i giovani vedono certi comportamenti - continua la giovane - cercano di replicarli, o se hanno dei vuoti interiori vanno a sfogarli in droga o alcol. Anche in me ho molti vuoti, come può essere la perdita di mia madre o una vita che non è quella che immaginavo da bambina, ma sono andata avanti".

La violenza sui social

E poi l’altra violenza, quella virtuale; quel giudizio di perfetti sconosciuti che sui social network puntano il dito sulla vittima: "Era una cosa che non mi era mai successa, io ho sempre condiviso contenuti provocatori sui social, senza farmi problemi: ma ho deciso di non togliere nulla, pur sapendo che avrei potuto attirare su di me critiche e odio, che non sarebbero state capite le mie intenzioni. Ho deciso di non toglierli perché volevo rimanere me stessa: perché devo nascondere quello che sono? Che sono sempre stata così?" 

La diciannovenne, per raccontare quello che spesso le vittime subiscono sui social, ha poi ricordato Alice Schembri, che il 18 maggio del 2017 si è tolta la vita: la ragazza di Agrigento, allora minorenne, era stata prima fatta ubriacare e poi violentata da quattro ragazzi che avevano girato un video di quello stupro e ora sono indagati per diffusione di materiale pedo-pornografico. "Purtroppo la gente molto spesso segue degli stereotipi, come quelli su Alice: anche lei era forte sui social; ma nei social c’è molto cyberbullismo e questo causa una vittimizzazione secondaria, che non dovrebbe esserci. Per la gente la vittima deve essere quella che piange sempre e che non si espone. Io voglio dimostrare che si può andare avanti".

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