Le donne del PdL si odiano, ma guai a dirlo!
Su Vanity Fair, la rassegna delle donne che nel Popolo delle Libertà, zitte zitte, si fanno la guerra
Fanno tutte parte dello stesso schieramento politico, quello che inneggia alla libertà e che adesso torna a gridare, più o meno all’unisono, ‘Forza Italia’.
Sono falchi e colombe dello stormo che aleggia sul ‘pavone’, alcune con miti volteggi, altre con feroci battiti d’ali, ma tra loro, tra le protagoniste di questo gineceo capeggiato dalla caritatevole Francesca Pascale e dalla fedele Maria Rosaria Rossi, serpeggiano invidie, dissapori e rancori che ci sono ma non si dicono.
Perché nel partito dell’Amore l’astio non esiste. E se c’è, si nega, nel nome del ‘Papi’.
Una rassegna di Vanity Fair porta a conoscenza i rapporti personali tra le onorevoli del centro destra, svelando un aspetto che sa tanto di sceneggiato alla ‘Gossip Girl’.
- Mara Carfagna: molto amica di Maria Stella Gelmini, non sopporta Nunzia De Girolamo e Beatrice Lorenzin, oltre alla compagna del Capo e alla nipote del Duce Alessandra Mussolini.
- Maria Stella Gelmini: i suoi rapporti sono di facciata con Barbara Saltamartini, immancabile presenza nelle cene organizzate da Pascale e Rossi.
- Michaela Biancofiore: cerca di ingraziarsi sempre lei, ‘Lady B.’, e lo fa attraverso il celeberrimo Dudù, tenuto a battesimo da Michela Brambilla che ha svelato di aver scelto lei il nome del tenero batuffolo bianco, salvandolo dalla sconsideratezza della ‘mamma’ che voleva chiamarlo ‘Gennaro’.
- Daniela Santanché: l’idillio con la padrona di casa è durato poco e a nulla sono servite le corsette nel parco o i regali di borse firmate, perché l’ancella Rossi non tollera affatto la Pitonessa e ciò è bastato per mettere fine alla confidenza.
- Nunzia De Girolamo: è nel club esclusivo delle cene organizzate dalle due colonne portanti di Palazzo Grazioli e pare che sia proverbiale l’antipatia reciproca con la Carfagna.
- Beatrice Lorenzin: l’unica che la tollera è Barbara Saltamartini, le altre la detestano per il suo incarico di governo per il quale è ritenuta indegna.