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Venerdì, 26 Aprile 2024
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No nuotatrici trans nelle gare femminili, Luxuria sbotta: "E' il fallimento dell'inclusione"

La Federazione Internazionale di Nuoto ha deciso di escludere le atlete transgender dai massimi livelli delle competizioni internazionali

Le nuotatrici transgender non potranno gareggiare nelle competizioni internazionali. Lo ha stabilito la Federazione Internazionale di Nuoto (FINA) dopo che un rapporto scientifico ha rilevato come le atlete trans avrebbero un vantaggio significativo nelle prestazioni sportive rispetto alle colleghe e questo anche dopo aver ridotto i livelli di testosterone. Via libera, invece, per chi ha superato i 12 anni dalla transizione.

Una decisione che fa discutere e su cui Vladimir Luxuria ha voluto dire la sua: "La Federazione Internazionale di Nuoto dice no alle nuotatrici trans nelle gare fenminili: occorrerà aver superato 12 anni dal completamento della transizione, ovvero mai. Qualcuno potrà gioire, per me è il fallimento del principio di inclusione dello sport". L'attivista lgbtq si sfoga su Twitter, raccogliendo però molti pareri contrari (che, ad onor del vero, nulla hanno a che fare con l'omotransfobia). "E' per motivi di potenza fisica. Una persona nata uomo e con la muscolatura geneticamente maschile ha ovviamente più forza di una donna. E' giusto, invece" risponde un utente a cui fanno eco in tanti. Nel dibattito interviene anche l'ex gieffina Cristina Plevani - vincitrice della prima edizione del reality e insegnante di nuoto - che fa notare: "Lavorando in piscina ne parlavo col mio responsabile, nonché allenatore di nuoto agonisti, sul caso Lia Thomas (nuotatrice transgender che ha vinto diversi campionati negli Stati Uniti, ndr). E' una questione fisica, testosterone ecc, le sue compagne sanno già di perdere in partenza, non c'è gara. L'omofobia è altra cosa in questo caso specifico". Qualcuno, invece, chiede: "Il problema si presenta anche quando è un transgender (da donna a uomo) a voler partecipare nelle categorie maschili?". "Infatti, in questo caso come si dovrebbe ragionare? Magari sei 160 cm e ti trovi a gareggiare con uomini di 190 cm - prova a rispondere un altro - E' ovvio che parti svantaggiato".

Vladimir Luxuria non vuole sentire ragioni e sulla questione mette un punto in un altro tweet: "Nello sport occorre unire due concetti: lealtà e inclusione. Per decidere se una trans può competere nelle gare femminili occorre valutare alcuni parametri come il rapporto massa corporea, come tra donne nate tali (ad esempio tra una norvegese e un'asiatica)". La discussione, però, è tutt'altro che chiusa. 

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