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Sabato, 27 Aprile 2024
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I neonatologi difendono il rooming-in: "Ma venga offerto sostegno alla nuova famiglia"

La nota congiunta, all'indomani del caso Pertini: "La gestione separata di madre e neonato, prevalente in epoche passate, ostacolerebbe l’avvio della relazione genitore-famiglia-neonato ed è contraria alla fisiologia"

"Un recente tragico episodio di morte neonatale è occasione per condividere alcune considerazioni sull’assistenza sanitaria fornita nelle Maternità. OMS e l’UNICEF così come il Ministero della Sanità sottolineano l’importanza di un‘assistenza che metta al centro i bisogni di salute della diade madre-neonato". Comincia così il comunicato con cui la Società Italiana di Neonatologia (SIN), la Società Italiana di Pediatria (SIP), la Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia (SIGO) e l’Associazione Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI), come principali società scientifiche italiane d’area perinatale, intervengono con una nota congiunta sul caso del neonato morto all'ospedale Pertini di Roma. Una morte che sarebbe avvenuta per soffocamento dopo che la madre, esausta, si sarebbe addormentata mentre lo allattava. Una morte che ha portato all'apertura di un fascicolo d'indagine per omicidio colposo, con la famiglia che ha accusato il personale medico di negligenza, ovvero di non aver dato il supporto necessario alla neo mamma.

"Le società"; si legge, "sono da tempo impegnate nel promuovere la relazione madre-bambino e l’allattamento al seno, investimenti duraturi con positivi risvolti socio-sanitari". E ancora: "La moderna organizzazione delle Maternità attualmente prevede la gestione congiunta di madre e bambino, il cosiddetto rooming-in, che va proposto fornendo il necessario sostegno pratico e psicologico alla nuova famiglia. La gestione separata di madre e neonato, prevalente in epoche passate, ostacola invece l’avvio della relazione genitore-famiglia-neonato, è contraria alla fisiologia, anche dell’allattamento, e non garantisce da eventi neonatali imprevisti e tragici. Facciamo riferimento in particolare al “collasso post natale” conosciuto come SUPC (Sudden Unexpected Postnatal Collapse). Si tratta di un evento improvviso ed inaspettato, molto raro (colpisce 8 neonati ogni 100 mila), ma documentato a livello internazionale. Si verifica nella prima settimana di vita, a volte a causa di patologie sottostanti non diagnosticate, ma il più delle volte in bambini apparentemente sani".

Il rooming-in non sono mamme lasciate sole dopo il parto

"Le attuali indicazioni delle società scientifiche per prevenirla si basano sull’eliminazione nei limiti del possibile dei fattori di rischio associati - prosegue la nota - La condivisione del letto fra una madre vigile ed un neonato sano, messo in una posizione di sicurezza, è un fatto naturale, pratico, indiscutibile. Le società scientifiche però attualmente raccomandano di evitare la condizione del co-sleeping, giudicata non sicura, suggerendo di riporre il bambino a fine poppata nella propria culla, in particolare quando non siano presenti altri caregiver (familiari o operatori sanitari). Questa prudenza è giustificata ben oltre la permanenza di mamma e bambino nel Punto Nascita e interessa tutti i primi 6 mesi di vita"

E ancora: "È però inevitabile che, nonostante tutte le cautele, mamma e bambino possano spontaneamente addormentarsi nello stesso letto. Si tratta di un evento che più che essere drammatizzato, richiede un rinforzo di informazione alle famiglie sulla sicurezza del bambino durante il sonno". Come sarebbe accaduto proprio alla mamma del Pertini.

La carenza del personale sanitario

La nota non nasconde la carenza di personale sanitario. "Una carenza pesantemente sofferta anche nell’area del percorso nascita, non è motivo sufficiente per giungere ad ipotizzare proposte assistenziali involute e di minore qualità come la gestione separata di madre e bambino"

In conclusione, SIN, SIP, SIGO-AOGOI:

  1.  sottolineano il valore essenziale della pratica del rooming-in;
  2.  raccomandano che l’implementazione del rooming-in per essere appropriata preveda che: a. le famiglie siano adeguatamente informate, coinvolte e supportate; b. gli operatori sanitari offrano un’assistenza per quanto possibile individualizzata ed empatica in modo che l’indicazione istituzionale a praticare il rooming-in sia declinata in maniera appropriata.

A firmare il comunicato sono: 

Società Italiana di Neonatologia (SIN): Luigi Orfeo, Presidente Società Italiana di Pediatria (SIP): Annamaria Staiano, Presidente Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia (SIGO) - Associazione Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI): Nicola Colacurci, Presidente ed Antonio Chiàntera, Presidente


Nel podcast in basso, un approfondimento della redazione di RomaToday: "Il caso del neonato morto a Roma e il dibattito sul rooming in"

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