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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Fringe benefit: cos'è il bonus fino a 3.000 euro per pagare le bollette

Nel decreto Aiuti-quater c'è l'estensione fino a tremila euro dei fringe benefit aziendali esentasse, con scadenza 31 dicembre. Può riguardare milioni di dipendenti, ma fare stime è difficile. Ma decide il datore di lavoro, non c'è alcun obbligo. Il ministro Calderone: "Un'integrazione delle tredicesime"

Un benefit per la bolletta, paga il tuo datore di lavoro. Con il termine benefit aziendali si intendono tutti quei beni o servizi (ma anche agevolazioni) che un'azienda offre ai propri dipendenti. Nella pratica sono una vera e propria forma di retribuzione che viene aggiunta alla tradizionale busta paga ma che nel quotidiano rappresentano un aiuto fondamentale, ancor più in in periodi di inflazione galoppante e bollette alle stelle. I fringe benefits aiutano a formare il reddito da lavoro dipendente e vengono tassati, ma solo nel caso in cui l'importo finale superi determinate soglie. La ministra del Lavoro Calderone li ha definiti "un'integrazione delle tredicesime". Il ministro dell’Economia Giorgetti dice di voler guardare al modello del welfare tedesco. Berlino ha deciso di garantire ai datori di lavoro la possibilità di riconoscere ai dipendenti un premio fino a 3mila euro esente da tasse e imposte: il beneficio deve essere concesso entro dicembre 2024 in aggiunta alla retribuzione già dovuta. L'Italia segue la stessa strada, ma è facile prevedere che molte imprese, gravate dall'aumento dei costi energetici, non erogheranno nulla più del dovuto.

Nel decreto Aiuti-quater è in ogni caso prevista infatti l'estensione fino a 3mila euro dei fringe benefit aziendali esentasse fino al 31 dicembre. Difficile stimare la platea di potenziali beneficiari: è una facoltà delle aziende, non certo un obbligo, dare l'aiuto. La precedente soglia di 600 euro era stata stabilita con il decreto Aiuti bis, approvato dal governo Draghi e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 9 agosto. Calderone, in conferenza stampa qualche giorno fa, ha spiegato che la novità "consentirà entro il 31 dicembre alle imprese e a tutti i datori di lavoro di poter intervenire ulteriormente per sostenere i lavoratori; era una richiesta che era pervenuta. Questo è un modo per poter fare l'intervento senza dover gravare ulteriormente di costi le aziende e senza gravare i lavoratori del prelievo fiscale e contributivo. Un intervento importante che consente di sostenere anche le integrazioni alle tredicesime".

L'ultimo provvedimento modifica l'entità del tetto previsto nel dl 115/2022 dove alll'articolo 12 si legge: "Limitatamente al periodo d'imposta 2022, in deroga a quanto previsto dall'articolo 51, comma 3, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell'energia elettrica e del gas naturale". In sintesi, tradotto: nessun prelievo fiscale, convincendo magari così (non è detto) più datori di lavoro a concedere i benefits. Questo "bonus", va specificato, non deve necessariamente essere riconosciuto alla totalità dei lavoratori, ma può essere accordato liberamente, a scelta del datore di lavoro.

Il bonus da tremila euro senza imposte per pagare le bollette

Il governo Draghi aveva dunque innalzato, solo per il 2022, fino a 600 euro la soglia, partendo dal limite degli ordinari 258,23 euro. Oltre all'aumento della somma era stata anche ampliata la lista delle voci ammesse all'agevolazione, così che per quest'anno fossero incluse tra i fringe benefit anche le somme erogate per il pagamento delle bollette domestiche, spinte verso l'alto dal caro energia.

Sul tema fringe benefit c'è anche una circolare dell'agenzia delle Entrate cui far riferimento per l'applicazione. L'Agenzia rimarcava la possibilità di coprire i costi delle utenze di immobili del coniuge o dei familiari del dipendente interessato: le utenze, si legge, devono riguardare "immobili ad uso abitativo posseduti o detenuti, sulla base di un titolo idoneo, dal dipendente, dal coniuge o dai suoi familiari, a prescindere che negli stessi abbiano o meno stabilito la residenza o il domicilio, a condizione che ne sostengano effettivamente le relative spese". Rientrano anche le utenze per uso domestico intestate al condominio (ad esempio quelle idriche o di riscaldamento), e anche quelle per cui, pur essendo le utenze intestate al proprietario dell'immobile, nel contratto di locazione è prevista espressamente una forma di addebito analitico e non forfettario a carico del locatario (o del proprio coniuge e familiare).

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