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Sabato, 27 Aprile 2024
La spesa

Come risparmiare al supermercato: le tattiche utilizzate dalle famiglie

Per contrastare l'inflazione gli italiani acquistano soprattutto cibi "sobri e basici", rinunciano ai cibi etnici, alle varie tipologie di "free from" (senza glutine, senza lattosio, senza sale, ecc.) e ai cibi già pronti

La spesa al supermercato non si fa più di fretta comprando qua e là quello che più ci invoglia, la si fa con criterio per combattere quel 'mostro' invisibile che si chiama inflazione e che con il suo +12% circa erode il potere d’acquisto delle famiglie (anche perché i salari rimangono inchiodati a un +0,8%). Si mangia molto meno pesce e si beve meno vino, cresce il consumo di uova mentre resta invariato quello della pasta. Molte più persone scelgono di fare la spesa al discount, tanto che il fatturato di questi supermarket è aumentato di quasi il 25% nei primi nove mesi dell’anno. Grazie a questi accorgimenti, ovvero alle strategie di risparmio messe in atto dalle famiglie, la crescita dello scontrino si è limitata a un +4,4%. Come sono cambiate le abitudini alimentari degli italiani?

Le famiglie più giovani risentono maggiormente della crisi

Non tutte le famiglie risentono dell’inflazione (+11,8% a novembre). Quelle 'mature' mantengono il carrello quasi inalterato mentre quelle più giovani e con figli piccoli sono costrette a ridurre la spesa per i consumi in casa (-13% rispetto al 2019). L’inflazione, trainata da alimentari e prodotti energetici, assume così i connotati di una tassa fortemente asimmetrica che colpisce maggiormente le famiglie dal reddito più basso e meno quelle dal reddito più alto. Grazie ai comportamenti virtuosi delle famiglie il carrello della spesa sta costando agli italiani 'solo' il 4,4% in più rispetto allo scorso anno (dati dell’Osservatorio sui consumi alimentari Ismea-NielsenIQ relativi al periodo gennaio - settembre 2022), con dinamiche che si acuiscono nei mesi di agosto e settembre (+10,4%). Gli incrementi della spesa coinvolgono tutto il territorio nazionale con un’intensità leggermente superiore al Nord dove superano il 5,3%.

Spesa alimentare 2022 (Ismea)

Si mangia meno pesce e si beve meno vino

Nei primi nove mesi del 2022 quasi tutti i comparti registrano un aumento della spesa, ad eccezione dei prodotti ittici e del vino. Secondo l’Osservatorio ISMEA NielsenIQ risultano in netto aumento la spesa per gli olii (+15,5%) - con contributo eccezionale degli oli di semi (+33%) - , seguito da quello per bevande analcoliche (+11,2%) e derivati dei cereali (+8,9%). Importanti anche gli incrementi di spesa per le carni (+7,7%), con l’aumento che riflette un pesante rialzo dei prezzi e una sostanziale contrazione dei volumi acquistati (bovine -7%, carmi suine +4,4%). La spesa per il comparto ortofrutta aumenta di oltre il 3% con oscillazioni dei prezzi relazionati anche a fattori meteorologici e produttivi che rendono difficile una lettura generalizzata. Per tutti aumento del prezzo e flessione dei volumi. Il cibo a cui non si intende rinunciare sembra essere soprattutto quello più sobrio e basico, al contrario subiscono una battuta d’arresto i cibi etnici, le varie tipologie di “free from" (senza glutine, senza lattosio, senza sale, ecc.) e i cibi già pronti.

Peso dei comparti sullo scontrino (Ismea)

Il carrello della spesa a settembre: i prezzi di pane, pasta e latte

Pane e pasta sono tra i prodotti che più evidenziano un aumento di prezzo in questi ultimi mesi, con i volumi di vendita in calo per il pane e invariati per la pasta. Nel mese di settembre 2022 il prezzo della pasta di semola ha raggiunto gli 1,83 euro al chilo, mostrando un +23% rispetto allo scorso anno. Il prezzo del pane si è portato a 3,92 euro al chilo, registrando un balzo del 17% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. Cresce del 4,1% la spesa per i prodotti lattiero-caseari, con il prezzo del latte che a settembre ha raggiunto la quotazione media di 1,60 euro al litro (+13% in un anno). In aumento il consumo di uova (+3,3%), grazie al maggior utilizzo come sostituto di altri proteici come carne o salumi ben più costosi.

Prezzo pane, pasta, latte, uova 2022 (Ismea)

Lievitano i profitti dei discount

Il supermercato resta il canale predominante anche se il discount guadagna terreno. Il primo canale distributivo con il 40% di share guadagna 2 punti percentuali mentre il secondo con il 22% di share guadagna 4 punti percentuali rispetto al 2019. I discount registrano un incremento del fatturato di quasi il 25%. Secondo l’osservatorio sull’inflazione di Nielsen, però, il discount è anche il canale dove l’inflazione è più alta: sfiora il 20% a inizio ottobre. Si osserva anche un parziale ritorno al punto di vendita fisico e una contrazione delle vendite digitali da parte delle famiglie (-6%) dopo il boom del 2020 e 2021.

Vendite per canali distributivi (dati Ismea)

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