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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Nei centri commerciali chiusi 3 negozi su 4, 400mila in cig: ''Situazione drammatica''

L'allarme del Consiglio nazionale dei Centri Commerciali: ''Siamo preoccupati. A rischio la merce nei magazzini, chi riaprirà non potrà sostenere le spese per l'affitto''

L'emergenza coronavirus ha costretto alla chiusura negozi di ogni genere, fatta eccezione soltanto per alcune categorie, come le farmacie e quelli che vendono beni di prima necessità. Una condizione che ha generato il paradosso dei centri commerciali, quasi tutti aperti sul territorio italiano, ma con i negozi all'interno chiusi. A denunciare questa particolare situazione è stato Massimo Moretti, presidente del Consiglio nazionale dei Centri Commerciali (Cncc): "In questo momento la stragrande maggioranza dei centri commerciali in Italia è aperta, ma 3 negozi su 4 sono chiusi, con 300-400mila persone in cassa integrazione. La situazione è drammatica, anche perché per tenere aperte le attività che all'interno dei centri forniscono servizi essenziali come gli alimentari, tabacchi, edicole, ottici, farmacie, le società hanno dovuto sostenere costi alti tra illuminazione, riscaldamento, vigilanza e pulizia con sanificazioni. Il futuro? Noi il 18 maggio ci aspettiamo che come da Dpcm aprano anche nei nostri centri le altre attività al dettaglio, come avviene in centro città". Secondo i dati Nomisma la crisi generata dalla pandemia ha avuto un impatto diretto sul Pil del 4,1% e con l'indotto del 7,2%".

"Noi -spiega Moretti- in Italia rappresentiamo 1.200 centri commerciali con 35mila negozi, di cui 7mila a gestione familiare, con 587mila persone occupate direttamente. E in questo momento siamo chiusi per legge e aperti per legge. Tutte le superfici alimentari all'interno dei centri commerciali sono rimasti aperti anche nel pieno della pandemia. E ad oggi abbiamo persone che entrano nei centri commerciali per fare la spesa. La stragrande maggioranza dei centri commerciali sono aperti e noi abbiamo fatto il nostro dovere, garantendo i servizi, ma abbiamo dovuto sostenere spese aggiuntive e allo stesso tempo abbiamo i negozi chiusi".

Coronavirus, l'allarme dei centri commerciali: ''Siamo preoccupati sotto tutti i punti di vista''

Una situazione che non può reggere secondo Moretti: "Siamo preoccupati sotto tutti i punti di vista. Noi oggi abbiamo merce acquistata e pagata dai commercianti ferma nei magazzini, abbiamo fornitori di servizi che non lavorano, e poi abbiamo le proprietà immobiliari dei centri che stanno spendendo e non incassano, sedute su debiti miliardari. Si tratta di società quotate, di fondi investimento, che sono impegnati tantissimo con le banche, che rischiano di essere risucchiate in questa situazione".

Coronavirus e centri commerciali: il problema del magazzino e dell'affitto

E per Moretti lo stop alle attività commerciali per l'emergenza coronavirus "potrebbe essere colpo di grazia per diverse attività che sopravvivevano, che tiravano a campare, piccoli imprenditori e famiglie che a fine mese tiravano fuori uno stipendio e il prolungamento di questa situazione non aiuta. Anche le aziende più strutturate si sono trovate in situazione anomala, con milioni di merce pagata in magazzino e i negozi chiusi". Negozi e attività che hanno bisogno del supporto dello Stato. "L'emergenza coronavirus ha avuto un impatto devastante sulle nostre attività, ma noi centri commerciali ancora non abbiamo ricevuto nulla dallo Stato. Noi chiediamo però che non ci sia disparità e che quindi ci sia una riapertura dei negozi a dettaglio nei centri commerciali come avviene in centro città", aggiunge.

E non solo, perché chi riaprirà, spiega Moretti, non potrà farsi carico anche dell'affitto. "Chiediamo che il credito d'imposta sugli affitti previsto per gli esercizi commerciali sia estendibile anche ai commercianti dei centri commerciali. E poi serve una garanzia totale dello Stato sugli affitti che saranno spostati nel tempo: 'ti faccio riaprire, non mi paghi l'affitto adesso, mi pagherai nel 2021, nel 2022, ma lo Stato mi dà la garanzia che pagherai.' Questo in alternativa al finanziamento del dl liquidità, non chiediamo di più. Questo per aiutare i commercianti, che già avranno tante spese, a ripartire, a rimettere in moto la macchina", conclude Moretti.

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