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Venerdì, 26 Aprile 2024
ECONOMIA

La Cina entra in Eni ed Enel

L’operazione della banca di Pechino resa nota dalla Consob. Il Wall Street Journal: l’Italia stia attenta a riformare i cda

ROMA - Per la prima volta la Cina ha investito in una controllata statale italiana. Dal 27 marzo scorso, sono addirittura due le aziende controllate dal ministero dell'Economia che possono contare su capitali sostanziosi provenienti da Pechino: Eni ed Enel.

La banca centrale cinese, la People's Bank of China (Pboc), infatti è salita al 2,102% della prima e al 2,071% della seconda, secondo quanto rivelato dagli aggiornamenti Consob sulle partecipazioni rilevanti.

Proprio oggi Il Wall Street journal dedica un articolo dal titolo "L’Italia ponga attenzione alle riforme dei cda", alle modifiche societarie in vista del rinnovo dei consigli. Il WSJ, prendendo spunto dallo scandalo Finmeccanica, ha scritto che "il governo italiano vuole fare pulizia nelle società italiane. Gli investitori nelle società controllate dallo Stato dovrebbero fare attenzione al fatto che anche le regole più ben intenzionate non finiscano per legare le mani dei consigli delle società".

Stando a quanto scritto dall'autorevole testata statunitense, "il ministero italiano dell’Economia ha scritto alle più grandi aziende partecipate, tra cui Eni ed Enel, chiedendo loro di votare per modificare i propri statuti in occasione delle loro prossime assemblee".

"La proposta - ha concluso il Wsj - obbligherebbe i consigli a rimuovere consiglieri coinvolti in varie tipologie di accuse finanziarie, fiscali e di corruzione in una fase relativamente precoce, quando cioè un giudizio preliminare determina che su un’inchiesta si può costruire un processo".

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