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Venerdì, 26 Aprile 2024
LAVORO

Italia, non è un paese per donne lavoratrici: "Siete i peggiori in Ue"

Il monito del direttore generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde: "Il vostro è uno dei paesi che incoraggiano meno la partecipazione delle donne". Su Renzi: "Ambizioso"

ROMA - Una carezza all'Europa, passata dal rischio default a una modesta ripresa. Una carezza a Renzi, il cui "programma è molto ambizioso". Uno schiaffo all'Italia, troppo spesso disattenta nel guardare alle donne e al loro stato occupazionale. 

Il richiamo al Belpaese arriva da Christine Lagarde, direttore generale del Fondo monetario internazionale, che in una intervista al Corriere della Sera auspica un "cambiamento di rotta". Parafrasando il premier Matteo Renzi, una delle donne più potenti al mondo chiede insomma all'Italia di cominciare a fare sul serio. 

"Il vostro è uno dei paesi della zona euro che incoraggiano meno la partecipazione delle donne al mercato del lavoro - dice la Lagarde - Un cambiamento di rotta avrebbe effetti benefici sulla produzione di reddito aggiuntivo e, quindi, sulla stagnazione".

E indica una via: usare incentivi fiscali e guardare all'Olanda, paese che in questo campo "ha dato la possibilità di creare lavori flessibili part time senza alcuna restrizione", via seguita aggiunge anche dalla Corea. O "quantomeno - spiega - il lavoro femminile non andrebbe disincentivato. Oggi ci sono molte situazioni di questo tipo in molti sistemi di tassazione. Prenda il Giappone: il premier Abe ha già cambiato rotta. E ha capito che creando una rete di centri per la cura dell’infanzia può aiutare le donne nipponiche a entrare nel mercato del lavoro, dando una spinta a un’economia che viene da anni molto difficili". 

Infine, un passaggio su Renzi. "Considero ambizioso il suo programma - si sbilancia il direttore del Fmi - perché spazia dal mercato del lavoro alla riforma dei servizi fino al miglioramento di un sistema giudiziario oggi molto lento. Mi pare che la sua sia un’impostazione di politica fiscale che guarda più alla riduzione delle spese che all’aumento delle entrate tributarie, grazie anche agli obiettivi della spending review di Carlo Cottarelli che era con noi a Washington fino a non molto tempo fa. Mentre al Tesoro c’è un altro ex del Fondo: Pier Carlo Padoan. Io allora non c’ero ma l’ho conosciuto a Parigi, nei suoi anni all’Ocse". La strada tracciata, insomma, sembra buona. L'importante è non dimenticare le donne in coda. 

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