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Sabato, 27 Aprile 2024
ECONOMIA

I trentenni di oggi in pensione a 75 anni (con un assegno più basso)

"Avremo un problema molto serio di povertà per chi perderà il lavoro", ammette il presidente dell'Inps Tito Boeri. E l'Ocse ci bacchetta: nonostante le riforme, "la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale richiede ulteriori sforzi negli anni a venire"

ROMA - Si andrà in pensione più tardi, con un assegno più basso del 25%. Nonostante le riforme avviate negli ultimi anni e la crescita prevista dell'età pensionabile in Italia, "la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale richiede ulteriori sforzi negli anni a venire". Lo si legge nel rapporto Ocse "Pensions at a glance 2015", che sottolinea inoltre come il tasso di sostituzione netto delle pensioni italiane rispetto al salario medio sia pari al 79,7%, di molto superiore alla media Ocse (63%). E questo accadrà "anche se la normale età pensionabile raggiungerà i 67 anni nel 2019 sia per gli uomini che per le donne e aumenterà automaticamente in linea con la speranza di vita a 65 anni di età dopo il 2018". 

E proprio nel giorno in cui l'Ocse bacchetta l'Italia invitando a fare "altri sforzi", il presidente dell'Inps Tito Boeri fa un quadro della situazione intervenendo al convegno "Pensioni e povertà oggi e domani". Tra i trentenni di oggi, nel 2050, "nell'ipotesi di un tasso di crescita del Pil dell'1%, molti dovranno lavorare anche fino a 75 anni, per andare in pensione, e avranno prestazioni mediamente del 25% più basse. Avremo problemi seri di adeguatezza, che non potrebbero che aumentare nel caso di una crescita economica minore. Questo aprirà anche un problema molto serio di povertà per chi perderà il lavoro prima dei 70 anni. Occorre perciò affrontare molto seriamente il problema di introdurre strumenti forti di contrasto alla povertà".

LE SIMULAZIONE DELL'INPS - Secondo le simulazioni dell'Inps riportate dall'agenzia di stampa LaPresse, chi è nato nel 1980 riscuoterà mediamente una pensione nel 2050 pari a 1.593 euro, contro l'importo medio di 1.703 euro percepito mediamente oggi da chi è nato nel 1945. Occorre tuttavia tenere conto, ha spiegato Boeri, del fatto che chi è in pensione attualmente sta ricevendo la pensione per un periodo molto più lungo rispetto a chi la riceverà in futuro. Perciò l'istituto ha calcolato un "importo medio comparabile", che è pari a 2.106 euro. Boeri spiega:

Con le regole del contributivo le persone che non raggiungono un certo ammontare di prestazione prima dell'età pensionabile rischiano di non avere alcun reddito. Si apre perciò il tema di un'assistenza di base che protegga queste persone contro il rischio povertà. E' un problema molto serio che riguarda i giovani. Parliamo della generazione 1980, persone che avranno 70 anni nel 2050.

Sindacati in difesa di esodati e pensionati

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