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Sabato, 27 Aprile 2024
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Superbonus, nuovo decreto (a sorpresa): cosa cambia

Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha presentato in Cdm nuove limitazioni per tenere sotto controllo i costi

Il superbonus cambia ancora, con nuove limitazioni per tenere a freno i costi esorbitanti destinati a esaurirsi solo nel lungo periodo. Il Consiglio dei ministri tenutosi a Palazzo Chigi ha approvato un provvedimento che non era all’ordine del giorno sul credito edilizio che un tempo era al 110%, poi tagliato nel corso degli anni. Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha presentato un decreto legge a sorpresa per tenere sotto controllo i costi derivanti dai benefici fiscali concessi per la riqualificazione degli edifici. Vediamo cosa cambia.

Stop a sconto in fattura e cessione del credito

Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che "sostanzialmente elimina ogni tipo di sconti in fattura e di cessione del credito per tutte le tipologie che ancora lo prevedevano. Abbiamo eliminato la disposizione dell'Istituto della rimessione in bonus che avrebbe consentito fino al 15 ottobre 2024 le correzioni - con il pagamento di una minima sanzione - di tutte le comunicazioni già intervenute", ha dichiarato il ministro al termine del Consiglio dei ministri.

Inoltre "abbiamo poi previsto per tutte le nuove fattispecie una comunicazione preventiva, nel momento in cui si inizia la presentazione del lavoro, in modo da avere un monitoraggio preventivo rispetto al fenomeno e non al momento in cui le fatture vengono caricate sulla piattaforma dell'Agenzia delle Entrate".

Superbonus, Giorgetti: "Conto 2023 salatissimo"

Le misure adottate con il decreto sul superbonus e sui bonus edilizi "sono tese a chiudere definitivamente la eccessiva generosità di una misura che come è noto ha causato gravi effetti sulla finanza pubblica e i cui effetti, definitivamente, potremo contabilizzare tra pochi giorni quando si caricherà la finestra per tutte le fatture e i lavori eseguiti entro il 31 dicembre 2023", ha detto Giorgetti.

"Sicuramente aspettiamo i dati definitivi, le sorprese purtroppo non sono mancate, sempre in senso negativo. Già il conto è salatissimo, anche se qualcuno ne è entusiasta, il prezzo per la finanza pubblica e sul debito graverà per diversi anni a venire. L'obiettivo di questo decreto è mettere un punto finale rispetto all'impatto sul 2023, fatto salvo le valutazioni definitive di Eurostat".

Il superbonus pesa sul deficit

Occhi puntati sul Documento di economia e finanza (Def) che il governo dovrebbe approvare attorno al 10 aprile. I conti sembrerebbero essere sotto controllo ma il superbonus rischia di impattare più del previsto sul deficit 2023, oltrepassando la soglia del 7,2% prevista l’ultima volta dall’Istat.

Coi soldi del Superbonus si potevano tagliare le tasse agli italiani, per 10 anni

Il 22 aprile invece l'Eurostat dovrà comunicare i dati sui conti pubblici del 2023, mentre a maggio la Commissione Ue pubblicherà il suo outlook. Poi a giugno ci sarà il verdetto dell'Ufficio di statistica europeo sulla classificazione dei bonus edilizi del 2024 sulla base delle nuove evidenze quantitative: dovrà dire se vanno contabilizzati tutti nell'anno di sostenimento della spesa (come già accaduto per il 2023) o se sarà possibile spalmarli su più anni. Il governo spera nella seconda ipotesi visto che dal 2024 torneranno in vigore i vecchi vincoli del Patto di stabilità.

Riflettori sul Def

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato di una crescita all'1% rispetto all'1,2% indicato nella Nadef dello scorso autunno, mostrandosi più ottimista rispetto alle previsioni delle principali istituzioni nazionali e internazionali. La Banca d'Italia ha infatti stimato +0,6%; la Commissione europea e il Fondo monetario un +0,7%.

La stima sul deficit 2024 invece dovrebbe restare al 4,3%, come indicato lo scorso autunno nella Nadef, mentre il debito era stimato al 140,1% del pil nel 2024, al 139,9% nel 2025 e al 139,6% nel 2026.

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