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Venerdì, 26 Aprile 2024
Film al Cinema

Prigione 77: un film denuncia sulla condizione delle carceri nella Spagna post franchista

Presentato al Festival del cine español y latinoamericano a Roma, il film verrà distribuito prossimamente nei cinema da Movies Inspired

Il regista Alberto Rodríguez torna in sala dopo successi come La isla mínima e El hombre de las milcaras raccontando questa volta una storia complicata e difficile, ma necessaria. Uno sguardo attento di denuncia su una delle criticità maggiori di uno stato: le prigioni. Dalle parole del regista stesso la prima idea del progetto nasce nel 2006 quando scopre l’esistenza del COPEL (Comitato Coordinatore dei Prigionieri in Lotta), un’ organizzazione di detenuti che ha cercato di far valere i diritti di quest’ultimi e ha denunciato le terribili condizioni in cui erano costretti a vivere. Il tutto nasce poco tempo dopo il tramonto della dittatura franchista in una Spagna che cerca di guardare al futuro, ma che si scopre ancora saldamente ancorata al passato per diversi aspetti.

"Prigione 77” è ispirato a fatti realmente accaduti che hanno coinvolto una delle evasioni più famose e significative per la Spagna: quella di 45 detenuti evasi dalla prigione di Barcellona che si vantava di essere un perfetto modello di struttura carceraria. Il protagonista è il giovane attore Miguel Herrán volto noto per le serie Netflix, La Casa di Carta ed Élite. Insieme a lui Javier Gutiérrez che ha lavorato con lo stesso regista nel suo film La isla mínima e serie TV and film come Sotto lo Zero. 

Prigione 77 - La Trama 

Manuel è un giovane dal carattere molto ambizioso e determinato che lavora come contabile in un’azienda. Per avere più soldi decide di rubare sperando di passare inosservato; la cosa purtroppo non accade e il ragazzo viene arrestato e portato in prigione. Qui viene malmenato e abbandonato in una cella in pessime condizioni igieniche. Trascorrono così le prime tre settimane fino a quando Manuel decide di ribellarsi al modo in cui è trattato: rifiuta di mangiare, pretende di fare una doccia e decide di presentare un reclamo formale. Nonostante questo la situazione però non è destinata a cambiar. Gli viene infatti affidato un avvocato d’ufficio che non gli prospetta la possibilità di uscire presto dalla prigione. Inizia così per lui il lungo soggiorno nel carcere dove comincerà a rendersi conto delle terribili condizioni in cui i detenuti vivono e nel modo quasi disumano in cui vengono trattati. 

Comprende anche come lì dentro siano le guardie a gestire il tutto e capisce l’importanza di un’alleanza con gli altri detenuti. Il Nero lo prende sotto la sua ala protettiva e ne chiede il trasferimento nella sua cella, che condivide con Pino. Quest’ultimo è un uomo solitario e silenzioso che si è isolato dagli altri. Tessuti questi rapporti, Manuel scopre l’esistenze di un’associazione nata da poco che desidera far valere i diritti dei detenuti. Lentamente con reclami e gesti ribelli che mirano a far ottenere l’amnistia e la libertà, la stampa entra nel carcere per mostrare un mondo nascosto e spesso dimenticato. La situazione non sarà affatto semplice e le difficoltà da affrontare molte ma Manuel e gli altri non hanno intenzione di arrendersi.

Una voce che non vuole essere repressa

Nella Spagna appena uscita dalla dittatura franchista e diretta verso un futuro completamente diverso, il mondo delle carceri rimane ancorato al passato. Il film denuncia in maniera schietta le violenze subite dai detenuti, i modi disumani in cui venivano trattati, mette luce le condizioni igieniche pessime in cui vivevano e soprattutto le vessazioni psicologiche che sopportavano da parte delle alleanze strette tra detenuti e guardie. È interessante vedere come i film decida di mostrarci attraverso il personaggio di Miguel il contrasto fra una classe sociale relativamente agiata,  quella a cui appartiene e che quindi si aspetta che le vegano garantiti determinati privilegi, e quella più povera a cui molti detenuti appartengono. Il carcere rappresenta quel mondo in cui questi privilegi e diritti vengono calpestati e le differenze annullate. Il contrasto tra presente e futuro è mostrato nella pellicola sia dentro che fuori dal carcere: al di fuori ci sono segnali di un paese che avanza verso una maggiore industrializzazione e modernizzazione, mentre dietro le sbarre vige ancora la regola del più forte. 

La denuncia fondamentale è chiaramente quella di mostrare come il governo non fosse in grado di gestire le carceri e come fosse avviluppato tra procedimenti burocratici che rendevano ogni cosa stagnante. La storia raccontata è tratta da un evento realmente accaduto, dalla fuga di 45 detenuti da quella che era la prigione perfetta di Barcellona che si è poi rivelata un grande fallimento, rappresentando il primo passo avanti per riformare tutto. Anche a livello tecnico la regia ha fatto un buon lavoro nel veicolare i sentimenti di angoscia che i detenuti provano il carcere. Quest’ultimo è l’altro grande protagonista essendo l'ambiente principale all'interno del quale si svolge l'azione il film. Inquadrature dall’alto e panoramiche dei corridoi riescono a dare l'idea dell'ambiente chiuso,  sporco e mal tenuto, accentuando ulteriormente il degrado e l'incuria che mettono e a rischio chi ci vive. Buone le performance dei protagonisti che riescono a rendere bene le difficoltà dei detenuti. Prigione 77 è quindi un film denuncia dalle tematiche importanti, come i diritti umani e l’importanza della libertà; un film che forse potrebbe non risultare adatto a tutti - complice anche la lunghezza e la staticità di alcune sequenze narrative -  ma che rimane necessario per il messaggio che vuole mandare.

Voto: 7

Prigione 77  (1)-2

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