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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cucina

Pesca, è crisi infinita in Italia

Il pesce italiano fatica ad arrivare sui banchi del mercato. Sul nostro barbecue sempre più spesso finisce pesce straniero dal prezzo più basso. Vediamo come è iniziata e come può finire

Il silenzio e l’indifferenza delle istituzioni e della politica sulla crisi che svuota i pescherecci e, spesso, li tiene ormeggiati stanno mettendo a rischio la pesca.

Ma non si tratta di una novità:Parte da oltre 30 anni di cattive politiche del settore”. La voce è quella di Tonino Giardini, responsabile di Impresa Pesca Coldiretti: “La politica comune della pesca è governata da Bruxelles. Questo significa che qualsiasi accordo l’Ue lo deve fare in prima persona e non sono gli Stati associati a farlo liberamente”. 

Dal 1985 ad oggi i costi sono aumentati del 280%. “I dati Fao e dell’Ue ci dicono che nel Mediterraneo il 70% delle risorse ittiche, almeno quelle selvagge, sono in forte difficoltà di tenuta nel lungo e medio periodo, e un altro 20% è in difficoltà nel medio e breve periodo. Nel 1985 una triglia di fondo di seconda scelta si vendeva a 13mila lire al kg, oggi i costi di produzione sono aumentati del 280% e la triglia è pagata a 4 euro circa. Le importazioni dal 28% sono passate al 74%: significa che una marea di prodotto ittico entra nei nostri mercati ma a prezzi molto bassi e tira verso il basso anche i prezzi dei nostri produttori che hanno molti costi da affrontare per garantirei consumatori, per garantire il benessere anche quello animale, una serie di norma da rispettare che costano” afferma ancora Tonino Giardini.

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