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Venerdì, 26 Aprile 2024
Film al Cinema

Il faraone, il selvaggio e la principessa: il nuovo, incantevole, lavoro di Michel Ocelot

La nuova opera del maestro dell’animazione francese presentata in anteprima con evento speciale ad Alice nella Città durante la Festa del Cinema di Roma

Michel Ocelot, già autore di piccole grandi gemme del cinema d’animazione come Kirikù e la strega Karabà e Dililli va a Parigi, torna a proporre un’incantevole storia animata che ne racchiude ben tre, tutte con il tratto distintivo della favole esotica, lontane dal pubblico occidentale per contesto culturale e storico, ma che propongono temi e spunti di riflessione universale in una forma grafica essenziale che aiuta ancora meglio a immergersi in un universo fantastico.

Il faraone, il selvaggio e la principessa: la trama

Una narratrice stimola i suo ascoltatori a darle una serie di elementi, di spunti, di possibili ispirazioni su cui poi costruire una storia grazie alla forza dell’immaginazione e delle parole. Le risposte del pubblico arrivano numerose e confuse eppure da quelle immagini causali, la narratrice risale a tre storie affascinanti. La prima si svolge nell’antico Egitto e vede protagonista Tanwekamani, re del Kush. Un titolo altisonante, che però non basta per ambire alla mano della ragazza di cui è innamorato. La dispotica madre infatti, pensa che un re sia poco per la figlia, ‘bella tra le belle’ e la cederà soltanto a un faraone.

A Tanwekamani non resta che partire dal suo Sudan e risalire il Nilo per conquistare man mano i territori egiziani, fino ad arrivare allo scontro per il trono imperiale, sempre spinto non dall’ambizione della gloria, ma dall’amore per la donna che ama e aiutato nella sua avventura da un particolarissimo stuolo di consiglieri.

La seconda storia invece, arriva dal cuore del medioevo. In un castello in Avernia vive un ragazzino, figlio del signore del luogo che giocando finisce davanti alle segrete del castello e familiarizza con il prigioniero fino ad aiutarlo a fuggire. La vendetta del padre sarà crudele, una sentenza di morte a cui il ragazzo riuscirà a sfuggire dandosi alla macchia, Ma molti anni dopo tornerà al suo castello affrontando il tirannico padre e cercando di rimediare ai torti da lui inflitti al suo popolo.

Nella terza storia invece, ci trasferiamo nella Turchia del 1700 tra nsultani e visir, dove incontriamo un principe fuggitivo che vive umilmente sotto mentite spoglie e sogna di conquistare una bella principessa. Per riuscirci, ovviamente, come in ogni viaggio dell’eroe che si rispetti, dovrà affrontare ostacoli e difficoltà che presto condividerà con la sua amata.

Il faraone, il selvaggio e la principessa: un film sull’incanto della narrazione

Il nuovo lavoro di Michel Ocelot si dipana raccontando tre storie diverse, ambientate in tre contesti diversi, senza alcun filo comune a legarle. Una scelta che dà forza all’introduzione della narratrice all’inizio del film: “Chi racconta una storia sola è povero di immaginazione”.
L’immaginazione di Ocelot e il suo modo elegante e raffinato di concretizzarla in lavori che risultano sempre affascinanti, è sempre in fermento e anche ne “Il faraone, il selvaggio e la principessa” l’autore non si risparmia nel costruire mondi meravigliosi, fin nei più piccoli dettagli. Una cura e un’attenzione che si riflettono ovviamente prima di tutto nelle scelte grafiche stilistiche. Per raccontare la storia del Faraone per amore, ambientata nell’antico Egitto ci si ispira alle pitture che ci sono arrivate da quella civiltà, con i personaggi ritratti di profilo, mentre per raccontare una storia dei secoli bui del medioevo si ricorre a delle ombre e nella vicenda della principessa delle rose conquistata del principe delle frittelle ci si perde in una quantità di dettagli che arricchiscono ogni angolo della messinscena.
Da Ocelot arriva dunque un altro titolo da non perdere, per volare con la fantasia.

Voto:7

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