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Venerdì, 26 Aprile 2024
il conclave segreto

Beidaihe, il meeting segreto dove i leader cinesi decidono le sorti del Paese

Ogni anno, tra fine luglio e inizio agosto, gli anziani e gli alti funzionari del Partito comunista cinese si danno appuntamento nella cittadina costiera di Beidaihe, per rilassarsi, gestire le nomine di incarichi ad alto livello e pianificare il futuro del paese

Anche i leader cinesi vanno in vacanza. Ogni anno, tra fine luglio e inizio agosto, gli anziani e gli alti funzionari del Partito comunista cinese si danno appuntamento nella cittadina costiera di Beidaihe, situata nella provincia nord-orientale dello Hebei e a meno di 300 chilometri a est di Pechino, per rilassarsi, gestire le nomine di incarichi ad alto livello e pianificare il futuro del paese. 

Sin dal 1953 e sotto la leadership di Mao Zedong, la località marittima (che ogni anno ospita almeno 10 milioni di turisti) è stata al centro dell’attenzione degli analisti internazionali, curiosi di comprendere le vaghe e fosche dinamiche politiche del Partito comunista, che attualmente conta 97 milioni di iscritti.

Le foto scattate ai leader del Partito raccontano momenti di relax. Mao, appassionato nuotatore, è stato fotografato mentre nuota per ore nelle acque del mare di Bohai. Secondo gli storici del Partito, Mao aveva scelto Beidaihe per sfuggire alla calura estiva di Pechino. Solo dell’attuale presidente Xi Jinping non filtrano foto.

Mao Zedong a Beidaihe

La politica cinese decisa in segreto sulle spiagge

L’appuntamento nella “capitale estiva”, dove si è fatta la storia politica della Cina moderna, è avvolto dal mistero. Per questioni di sicurezza, il governo centrale non rende nota la data ufficiale del conclave che si tiene a porte chiuse, né tantomeno le tematiche discusse. Gli analisti della politica cinese capiscono che la leadership cinese si è ritirata nella località marittima perché il presidente Xi Jinping e altri politici chiave scompaiono dai notiziari della televisione di Stato e appaiono, in un secondo momento, dando annunci importanti sulla politica interna ed estera della Cina.

Come già successo in passato. Negli anni ‘50 Mao Zedong e i suoi uomini decisero, durante il conclave, di lanciare oltre 40mila colpi di artiglieria sull'isola di Kinmen, che portò alla seconda crisi dello Stretto di Taiwan, di varare il primo Piano quinquennale e il famigerato “Balzo in avanti” - infausta e scellerata misura politica di epoca maoista che ha portato alla morte di 45 milioni di persone - e di avviare la campagna voluta da Deng Xiaoping contro il crimine per contenere il caos sociale post-maoista.

Tra un bagno nelle acque del mare di Bohai e un incontro nel resort segreto, il conclave si è svolto quasi ininterrottamente dal 1953. Ci sono stati però dei momenti in cui il summit è stato sospeso per turbolenze politiche e sociali interne al paese.

Deng Xiaoping a Beidaihe

Il primo lungo stop si è registrato durante la Rivoluzione Culturale (1966-1976), quando la Cina è sprofondata nel caos: l’appuntamento è stato poi ripristinato nell'estate del 1984. Il rituale estivo è stato nuovamente annullato nel 2003, durante il governo di Hu Jintao, ed è stato ripreso dal suo successore Xi nel 2013, quando è diventato presidente della Repubblica popolare. Da quel momento, il ritiro di Beidaihe è un osservato speciale degli analisti internazionali.

Il conclave viene svolto in totale segretezza, garantita da sistemi di sicurezza amplificati giorni prima dell’appuntamento politico. Cani da guardia, ufficiali militari e poliziotti in borghese pattugliano la zona che circonda il resort, nel tentativo di individuare qualche presenza pericolosa o indiscreta. Quest’anno il Partito ha vietato la circolazione delle auto elettriche della Tesla a Beidaihe, divieto esteso anche in prossimità dei complessi militari. Pechino ha avanzato la richiesta in merito a potenziali “violazioni della sicurezza” a causa delle telecamere installate sui veicoli.

Perché l’appuntamento è importante

A Beidaihe nei prossimi giorni si preparerà il XX Congresso del Partito comunista (sarà probabilmente a ottobre, ma la data deve essere ancora comunicata), appuntamento quinquennale che servirà a consegnare un terzo mandato a Xi. Il conclave di Beidaihe, antecedente al Congresso nazionale, è un momento cruciale per i vertici della politica cinese: è quando i leader in carica della Cina e gli anziani del partito in pensione discutono in modo informale di questioni importanti, come la composizione del prossimo gruppo dirigente. Le stelle nascenti della politica si contendono le più influenti posizioni, gli attuali capi del Partito stabiliscono l'agenda nazionale ed estera e gli anziani del Partito incidono sugli affari di attualità. 

Nonostante l’incontro si svolga in totale segretezza, c’è la certezza però che le conversazioni siano abbastanza franche, a volte anche controverse. I leader del Partito ritengono che la franchezza osservata nelle stanze sia il modo migliore per evitare disaccordi in pubblico ed evitare quindi  di ledere la fiducia del popolo nei confronti del Partito. 

Come l’appuntamento estivo cambia nell’era di Xi

Il “presidentissimo” Xi si appresta a vivere il conclave più attenzionato di sempre. Il ritiro a Beidaihe di questo caotico 2022 è segnato da sviluppi apparentemente volti a rafforzare l'autorità di Xi. Il quotidiano Ming Pao di Hong Kong lo scorso 12 luglio ha rivelato che Xi sarà ufficialmente insignito del titolo di "leader del popolo" al Congresso del partito del prossimo autunno, con un appellativo molto vicino al "grande leader" affibbiato a Mao.

La strada non è però spianata per Xi, che dovrà affrontare diverse sfide interne. La seconda economia del mondo sta registrando i peggiori tassi di crescita degli ultimi decenni. I restrittivi lockdown imposti in diverse città cruciali, come l’hub commerciale di Shanghai, hanno posto un freno alla corsa economica cinese e alimentato la disoccupazione giovanile. 

Xi Jinping a Dalian

La politica di Zero-Covid ha assottigliato la corda che tiene legata al Partito il popolo e ha rallentato la scalata del capo del partito di Shanghai Li Qiang: Li, uno stretto collaboratore di Xi, sarebbe dovuto entrare nel potente Comitato permanente del Politburo - i sette membri che rappresentano la leadership indiscussa del Partito - e forse succedere a Li Keqiang come premier. La pandemia ha però frenato la sua ascesa. E’ tuttavia prassi constatare che gli alleati di Xi dominano non solo le principali posizioni territoriali, ma anche le aree chiave del governo. 

Il leader cinese negli anni ha assicurato che la sua posizione divenisse inattaccabile. Con la campagna anticorruzione lanciata nel 2013, Xi ha epurato e incarcerato i suoi oppositori politici, limitando così la forza dei Tuanpai, i funzionari cresciuti politicamente nella Lega della Gioventù Comunista della fazione dell'ex presidente Hu Jintao e del premier uscente Li Keqiang. 

Al contempo, però, il cambio generazionale sta mostrando le prime conseguenze: stanno svanendo dalla scena politica cinese i più fidati sostenitori di Xi, che in passato hanno assunto posizioni cruciali nel Partito, nel governo e nell'esercito. La loro presenza al conclave di quest’anno non è certa: gli ex leader della Cina, Jiang Zemin e Zhu Rongji, rispettivamente di 94 e 92 anni, hanno disertato la cerimonia dello scorso anno del centenario della fondazione del Partito perché non godrebbero di ottima salute.

I rischi legati al Covid probabilmente spingeranno gli anziani funzionari a non partecipare al ritiro di Beidaihe, privando Xi di avere un forte sostegno politico. Sarà per l’attuale presidente una vacanza o una sfida per la sua autorità ormai indiscussa?

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