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Sabato, 27 Aprile 2024
La rivelazione / Giappone

L'operaio in punto di morte confessa: "Sono un latitante", il dna conferma

Una doppia vita portata avanti per quasi 50 anni. L'anziano operaio era un ex membro di un gruppo terroristico attivo negli anni '70

Un operaio giapponese, Satoshi Kirishima, ha trascorso 49 anni della propria vita a nascondere la sua vera identità. La rivelazione choc è arrivata sul letto di morte: l'ormai 70enne operaio edile ha confessato al personale sanitario dell'ospedale in cui era ricoverato di essere in realtà uno dei più noti latitanti del Giappone, da decenni ricercato dalle autorità.

Satoshi ha descritto dettagli dell'organizzazione terroristica di cui aveva fatto parte che solo lui avrebbe potuto conoscere, ma sulla veridicità delle sue affermazioni è stata la prova del dna a togliere ogni dubbio. L'uomo era davvero Kirishima, parte di un gruppo radicale responsabile di una serie di attacchi che hanno scosso il Giappone dalla metà  degli anni '70.

La doppia vita

"Voglio incontrare la morte con il mio vero nome", avrebbe detto al personale sanitario prima di confessare la propria identità.

Come membro dell'unità sasori del Fronte armato anti-giapponese dell'Asia orientale - questo il nome del gruppo terroristico - Kirishima avrebbe piazzato e fatto esplodere una bomba artigianale che ha danneggiato un edificio nel quartiere di Ginza (Tokyo) nell'aprile 1975, senza mietere vittime.

Nello stesso anno sarebbe stato coinvolto nell'organizzazione di altri quattro attacchi contro importanti società giapponesi. Nell'attaco più noto e sanguinoso, il gruppo piazzò una bomba nel quartier generale di Tokyo della Mitsubishi Heavy Industries, uccidendo 8 persone e ferendone più di 360. L'episodio è rimasto l'attacco terroristico più mortale del Giappone fino a quando la setta della "verità suprema di Aum" ha rilasciato gas sarin nella metropolitana di Tokyo, nel 1995.

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