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Domenica, 28 Aprile 2024
UNIONE EUROPEA / Svizzera

"Tu non entri": in Svizzera gli stranieri indesiderati siamo noi

Polemiche a non finire da parte dei politici europei sull'esito del referendum elvetico. Ma è giusto lamentarsi se "gli altri" fanno solo "come noi"?!

Il referendum approvato domenica scorsa dei cittadini elvetici, che ha di fatto bocciato l'accordo di libera circolazione delle persone in vigore con l'Ue e imposto limitazioni all'immigrazione definendo tetti massimi e contingenti con valore annuale per tutti gli stranieri anche comunitari, ha scatenato all'interno dell'Unione europea una ridda di polemiche.

Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha affermato a caldo di aspettarsi problemi seri dal voto svizzero: "Il governo tedesco prende atto dell'esito del referendum e lo rispetta, ma dal nostro punto di vista, da questo risultato scaturiscono considerevoli problemi", ha detto il portavoce del cancelliere. Secondo il portavoce tocca adesso alla Svizzera rivolgersi all'Unione europea e spiegare come intende affrontare il risultato del voto. "Il nostro interesse resta quello di mantenere più saldo possibile il legame tra la Svizzera e l'Unione europea". Merkel ha comunque escluso che il referendum in Svizzera possa fornire suggerimenti alla politica tedesca in tema di immigrazione: "Non è di competenza di questo governo di coalizione avviare modifiche sulla materia in questa legislatura".

Un altro tedesco illustre, il presidente dell'Europarlamento Martin Schulz, si è detto rammaricato per l'approvazione in Svizzera del referendum "contro l'immigrazione di massa". "Mi rammarico del risultato del referendum e prendo nota dello scarso margine della votazione. Accetto la decisione democratica del popolo svizzero", ha detto Schulz in una nota, "Il governo svizzero deve ora lavorare su quali conclusioni trarre dal referendum e se possibile rendere questa decisione compatibile con i suoi impegni internazionali, in particolare i suoi accordi con l'Ue. L'Ue onorerà i suoi impegni verso la Svizzera e si aspetta che i suoi alleati facciano altrettanto". "La Svizzera gode dei benefici del mercato interno e la libertà di movimento è un pilastro cruciale del mercato interno", ha aggiunto, "La decisione del popolo svizzero e i timori espressi hanno bisogno di un'appropriata analisi e di reazioni razionali calme. La Svizzera resta un alleato cardine dell'Unione Europea".

Anche dall'Italia, paese dal quale provengono molti dei lavoratori stranieri residenti o pendolari in Svizzera, arrivano commenti negativi sull'esito del voto. Il ministro degli Esteri Emma Bonino ha definito "preoccupante" la vittoria dell'iniziativa referendaria promossa dall'estrema destra elvetica.

Una decisione, quella dei cittadini svizzeri, le cui conseguenze potrebbero essere nefaste per la stessa economica elvetica. Secondo gli economisti del Credit Suisse, un dato sembra certo: "Non c'è praticamente alcun dubbio sul fatto che le società svizzere e straniere che avessero in programma degli investimenti supplementari quantomeno si prenderanno una pausa di riflessione e rinvieranno qualsiasi decisione" dice una nota degli economisti. I quali inoltre aggiungono: "prevediamo che da qui a tre anni verrano creati almeno 80.000 posti di lavoro in meno di quanto non si potresse prevedere".

Una reazione negativa unanime, che però dovrebbe anche far riflettere: un piccolo paese ricco decide con un voto popolare di porre quote all'ingresso di stranieri. Esattamente ciò che fanno i governi dei paesi europei a fronte dell'immigrazione da Africa, Asia e Sudamerica.

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