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Sabato, 27 Aprile 2024

Roberta Marchetti

Giornalista

"Li abbiamo sanzionati": la rivendicazione femminista dell'assalto ai Pro Vita. E la sinistra tace

Parole di condanna per l'aggressione della portavoce del Movimento studenti palestinesi - da parte di un'altra donna in strada - fiera rivendicazione, invece, per l'assalto alla sede di Pro Vita & Famiglia, avvenuta sempre sabato 25 novembre, a Roma, in occasione della grande mobilitazione organizzata dal movimento "Non una di meno" contro la violenza sulle donne. Non fa una piega. Finita la manifestazione, le organizzatrici transfemministe hanno commentato tutto sui loro profili social, facendo un netto distinguo tra gli episodi violenti che si sono verificati intorno al corteo. 

Nel primo post, a poche ore di distanza, hanno tirato le somme: "Abbiamo ribadito che siamo al fianco del popolo palestinese, abbiamo urlato contro Valditara e il progetto sull'educazione all'affettività, abbiamo  denunciato la vittimizzazione secondaria che la narrazione giornalistica esercita su chi subisce violenza". E ancora: "Abbiamo sanzionato la sede di Pro Vita & Famiglia, espressione del patriarcato becero e anti-scelta. Sui nostri corpi scegliamo noi! In Italia l'accesso all'aborto continua a essere ostacolato e negato". Circa 200 persone, sabato, hanno circondato la sede dell'associazione ultra cattolica, alzando cori d'odio, lanciando fumogeni e bottiglie di vetro, compiendo atti vandalici su muri e vetrine, alcune delle quali distrutte. Le immagini sono davanti agli occhi di tutti, ma la loro versione tira in ballo le forze dell'ordine: "Qui, la polizia, che in questi giorni ha dato spettacolo con post e dichiarazioni in supporto alle donne e contro la violenza di genere, ha picchiato le manifestanti, una delle quali è ancora in ospedale per accertamenti. Ci stringiamo accanto a chi ha manifestato il suo dissenso di fronte alla sede di una organizzazione misogina come Provita e famiglia e per questo è stata picchiata". Solidarietà, poi, è arrivata anche per Maya Issa (Portavoce del Movimento studenti palestinesi): "Era stata da noi invitata a fare un intervento dal camion mentre veniva srotolata una grande bandiera palestinese, si è allontanata dal Circo Massimo per tentare di fare una telefonata, ma mentre camminava una donna presente in strada l'ha insultata e aggredita fisicamente in quanto palestinese. Per questo Maya Issa non è riuscita a raggiungere il camion principale dal quale sarebbe dovuta intervenire all'inizio del corteo - si legge ancora - ma è riuscita solo in seguito a parlare dal secondo camion. Maya ha raccontato cosa le era successo per strada anche durante il suo intervento al microfono e ha immediatamente ricevuto la nostra solidarietà e il nostro abbraccio di sorellanza. Tutta la nostra solidarietà a Maya, a chiunque abbia portato le bandiere palestinesi al corteo e a chi lotta per la Palestina libera". Un tema, quello palestinese, evidentemente all'ordine del giorno nonostante la manifestazione di sabato sia stata così partecipata proprio per la drammatica attualità di femminicidi e violenza sulle donne. 

Oggi, a tre giorni di distanza, un nuovo post in cui rivendicano altre azioni e tornano a parlare del grave attacco alla sede di Pro Vita: "Lungo il percorso ci sono state varie azioni, all'Assessorato alle politiche sociali del comune di Roma, al Colosseo, ad una Banca mentre una contestazione massiccia della sede di Provita e Famiglia è stata attaccata dalla Celere e dai carabinieri dell'antisommossa, provocando il ferimento di alcuni manifestanti e nessun ripensamento da parte di chi era nel corteo, determinato a segnalare l'organizzazione antiabortista e omolesbobitransfobica che in questi giorni si è nuovamente distinta per una campagna contro l'educazione alle differenze nelle scuole". Sempre a proposito dell'assalto, incalzano: "Meloni mistifica la realtà parlando di una sede devastata, le uniche parole della premier sembrano non voler cogliere la portata di ciò che si sta dando. La Ministra Roccella liquida la piazza definendola 'ideologica', operazione già attuata da Salvini e miseramente fallita nel tentativo di screditare Elena Cecchettin. Appare chiaro come per il Governo il vero problema siano le donne e le persone LGBTQIAPK+* che si ribellano alla subalternità e alla violenza patriarcale come destino".

Il silenzio della sinistra

Se dalla destra, secondo le transfemministe di "Non una di meno", arrivano parole strumentali e fallaci, dalla sinistra non arrivano proprio. Nessuna condanna per quanto accaduto, nessuna solidarietà, neanche da parte di chi era in piazza come la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. Due pesi due misure, sostengono in molti rispolverando l'attacco alla sede nazionale della Cgil, avvenuto a ottobre 2021 per mano di alcune frange di estrema destra, stigmatizzato senza appello da tutte le fazioni politiche. Parole di condanna arrivano proprio dalla segretaria confederale Cgil, Lara Ghinglione, che però non fa mancare l'affondo alla presidente Meloni: "La Cgil, come sempre ha fatto e sempre farà, condanna ogni forma di violenza. Parla per noi la nostra storia e la nostra pratica. Troviamo sorprendente che la Presidente del Consiglio possa metterlo in discussione. Fatta questa diverosa premessa - continua la dirigente sindacale - siamo noi a chiederle come intende rispondere alla grande manifestazione di sabato, che parla a tutti chiedendo di cambiare la cultura di questo Paese che marginalizza le donne, le considera una proprietà e le espone alla violenza. La risposta repressiva messa in campo dal Governo non è sufficiente".

Fassino voce fuori dal coro

L'unico esponente di centrosinistra a metterci la faccia - e la voce - è il deputato Pd Piero Fassino. La sua è una campana più solitaria che contraria, visto la completa indifferenza che si respira in questi giorni nella sua compagine: "Inaccettabile l'aggressione a esponenti dell'Associazione Pro Vita da parte di facinorosi durante la grande manifestazione contro la violenza alle donne. Ogni forma di violenza, contro chiunque sia indirizzata, va condannata e contrastata senza se e senza ma".

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