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Lunedì, 29 Aprile 2024

Il commento

Orio Giorgio Stirpe

Analista di intelligence militare

Possiamo difenderci da sciami di droni e missili come Israele? Non proprio

C'è una domanda forse un po' stupida e neppure tanto originale a cui tenteremo di dare una risposta: immaginando che un attacco con centinaia di droni, missili da crociera e missili balistici come quello dell'Iran a Israele fosse stato indirizzato verso il nostro Paese, l'Italia avrebbe saputo difendersi? Le nostre forze armate avrebbero avuto gli strumenti per abbattere tutte le minacce? Proviamo a fare chiarezza.

Allora, devo premettere di essere ufficiale di fanteria, e non della contraerea o della marina o dell'Aeronautica, tutti più qualificati (e aggiornati) di me a rispondere. Premesso questo, prima di rispondere bisogna definire le condizioni: attacco di sorpresa o atteso come quello dell'Iran a Israele? Attacco condotto da distanza minima (paese confinante o navi sottocosta) oppure a distanza e da una direzione ben precisa come nel caso appena verificatosi? Infine, quale è il livello tecnologico dell'attaccante (i vettori sono americani, russi o iraniani)?

Se le condizioni sono le stesse del caso Israele contro Iran, allora il discorso non è poi così tragico, visto che Israele ha avuto il supporto di aerei, navi e satelliti americani, britannici e francesi, nonché della contraerea giordana e saudita (probabilmente anche irachena).

Un attacco paragonabile all'Italia potrebbe arrivare solo dal nord Africa, in quanto l'unico altro aggressore potrebbe essere la Russia, ma droni e missili da crociera dovrebbero coprire una distanza enorme e superare le difese di un elevato numero di alleati NATO con contraerea efficiente: arriverebbero solo i missili balistici, e probabilmente ne passerebbero diversi (Israele qui è favorito perché è piccolo e può concentrare le difese); ma questo significherebbe la III Guerra Mondiale. Quindi limitiamoci allo scenario Nord-Africano.

Cosa significa che l'attacco dell'Iran a Israele era "modellato" su quelli russi in Ucraina 

Un attacco simile a quello iraniano proveniente dal Nord Africa implicherebbe il passaggio di un ampio tratto di mare; siccome lo scenario prevede un attacco privo di effetto sorpresa, le navi della Marina Militare sarebbero schierate per intercettarli, e loro dispongono dei migliori sistemi contraerei e di difesa di punto al mondo, alla faccia di chi parla male delle nostre Forze Armate. Considerato il sostegno certo della VI Flotta americana e dei satelliti USA, dubito che passerebbe - come nel caso israeliano - più dell'1-3% dei droni o dei missili da crociera.

Diverso il discorso sui missili balistici: noi non abbiamo un "Iron Dome", e le nostre batterie SAMP-T (le batterie missilistiche anti aeree che l'Italia vuole mandare in Ucraina) sono solo cinque, più una serie di sistemi a braccio e di minore precisione. Probabilmente in questo caso sarebbe possibile intercettarne circa il 50%, ma molto dipende dal numero di missili contraerei disponibili, che è informazione riservata, e dalla dislocazione degli obiettivi rispetto a quella delle batterie contraeree schierate.

Quali sono i sistemi di difesa aerea italiani Ad oggi, l'Italia si serve di SAMP/T, un sistema missilistico terra-aria sviluppato insieme alla Francia. Possiede una media portata di difesa nei confronti di missili balistici tattici a corto raggio. L'Esercito ha in dotazione 5 batterie presso il 4° reggimento artiglieria contraerei in Mantova che, dall’entrata in servizio del sistema nel 2013, sono state impiegate diverse attività, tra cui, fra il 2015 ed il 2016 a Roma per la sorveglianza dei cieli in occasione del Giubileo straordinario. L'Italia dispone anche di missili antiaerei di superficie a corto raggio (SAAM), per l'autodifesa a bordo della nave ammiraglia Cavour, un sistema missilistico (PAAMS) sui cacciatorpediniere dedicati alla difesa aerea, e il Surface Anti Air Missile/Extended Self Defense (SAAM/ ESD) sulle fregate multiuso europee. Un sistema promettente attualmente in fase di sviluppo è il missile di difesa aerea Common Anti-air Missile modulare a gittata estesa che dovrebbe entrare in funzione nel 2023. Il costo totale del programma di ammodernamento delle difese missilistiche italiane si dovrebbe aggirare sui 3 miliardi di euro e dovrebbe terminare nel 2035: alla luce dei nuovi sviluppi degli equilibri internazionali i tempi potrebbero essere anche ridotti.

In definitiva: saremmo capaci - fra noi e i nostri alleati - di fermare la quasi totalità dei droni e dei missili cruise, ma circa la metà dei missili balistici passerebbe. Da notare che visto il livello di precisione dei missili balistici russi, di quelli che passano la maggior parte non colpirebbe il bersaglio e cadrebbe producendo solo dolorosi danni collaterali.

Conclusione: siamo vulnerabili quanto chiunque altro, ma assai meno di quanto piaccia pensare ai catastrofisti.

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