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Domenica, 28 Aprile 2024

L'editoriale

Chiara Tadini

Responsabile redazione

Educare alla sessualità a scuola non è solo giusto, ma necessario

L'educazione sessuale è un "contenuto degradante" e insegnarla nelle scuole elementari è "una nefandezza". La pensa così il deputato della Lega Rossano Sasso (già sottosegretario Ministero dell'istruzione nel governo Draghi), che alla Camera si è schierato contro un emendamento sul tema della educazione alla parità di genere nelle scuole proposto dal Movimento 5 Stelle alla proposta di legge sulla violenza sessuale. Il leghista si è detto intenzionato a fare un'alzata di muri per evitare che vengano "insegnate porcherie" ai bambini a scuola, in quanto l'emendamento "ha un contenuto degradante, perché è sinonimo di degrado pensare di insegnare l’educazione sessuale a un bambino di 6 anni".

Parole che, naturalmente, hanno fatto insorgere le opposizioni. Anna Laura Orrico del M5S ha contestato: "Se c'è una cosa degradante in Italia è che nel nostro Paese l'89% dei nostri ragazzi imparino che cosa sia il sesso da YouPorn". E in effetti è così: una ricerca promossa dalla Società Italia di Riproduzione Umana (Siru) attesa come i giovani studenti affidino sempre di più la loro conoscenza del sesso al web, tanto che per uno su due internet è la principale fonte di informazione (per il 12% sono gli amici).

Già diversi anni fa l’Ufficio Regionale per l’Europa dell’Oms (l'Organizzazione mondiale della sanità) ha realizzato, insieme al Centro Federale per l’Educazione alla Salute e in stretta cooperazione con 19 esperti di varia formazione (dalla medicina, alla psicologia, alle scienze sociali) il documento 'Standard per l'Educazione Sessuale in Europa', in risposta alla necessità di standard per l'educazione sessuale. Introdurre l’educazione sessuale nelle scuole, infatti, non è sempre facile: molto spesso si incontrano resistenze basate principalmente su paure e idee erronee. Inoltre manca la formazione degli insegnanti: quanti di noi a scuola hanno fatto un'educazione sessuale che andasse oltre il mero insegnamento sistema riproduttivo? Pochi. Per non parlare di educazione affettiva, totalmente inesistente negli istituti scolastici italiani. E vi assicuro che non è una questione generazionale: le cose non sono molto cambiate rispetto a quando andavamo a scuola noi millenials (l'Italia del resto è uno degli ultimi Stati membri dell'Unione Europea in cui l'educazione sessuale non è obbligatoria a scuola).

Eppure educare alla sessualità e all'affettività i bambini, già dalle elementari, è importantissimo. A partire dalla nascita i neonati apprendono il valore e il piacere del contatto fisico, del calore umano e dell’intimità e fin da subito i genitori mandano ai bambini messaggi inerenti il corpo e l’intimità - cioè stanno facendo, anche se inconsapevolmente, educazione sessuale. Per maturare un atteggiamento positivo e responsabile verso la sessualità, i bambini hanno bisogno di conoscerla sia nei suoi aspetti di rischio che di arricchimento. In questo modo saranno messi in grado di agire responsabilmente non solo verso se stessi, ma anche verso gli altri nella società in cui vivono. L’educazione sessuale fa anche parte dell’educazione più generale e influenza lo sviluppo della personalità del bambino: la natura preventiva dell’educazione sessuale non solo contribuisce a evitare possibili conseguenze negative legate della sessualità, ma può anche migliorare la qualità della vita, la salute e il benessere, contribuendo così a promuovere la salute generale.

La psicologia dell’età evolutiva ha dimostrato che i bambini nascono come esseri sessuali e che la loro sessualità si sviluppa attraverso diversi stadi collegati allo sviluppo infantile in generale e ai relativi compiti di sviluppo. Ciò comporta, spiegano le linee guida dell'Oms, che l'educazione sessuale debba essere adeguata all’età: un bambino di quattro anni potrebbe chiedere da dove vengono i bambini e la risposta “dalla pancia della mamma” potrebbe essere sufficiente e adeguata per l’età. Solo in seguito lo stesso bambino potrebbe iniziare a domandarsi: “Come ci arrivano i bambini nella pancia della mamma?”, e in quel momento sarà adeguata per l’età una risposta diversa. Le domande del bambino trovano quindi una risposta adeguata alla sua età e gli si dimostra che gli argomenti inerenti la sessualità non sono un tabù. Allo stesso tempo si insegna al bambino che esistono confini personali e norme sociali da rispettare (ad esempio che non si può toccare chiunque si desideri o che si può dire di no). Sotto questo aspetto l’educazione sessuale è anche educazione alla vita sociale e contribuisce a prevenire l’abuso sessuale.

Voglio credere che il deputato Sasso sia contrario perché ha una percezione errata della cosa. Educare alla sessualità facilita lo sviluppo sensoriale del bambino, la percezione del proprio corpo, rafforza la sua fiducia in sé e contribuisce a sviluppare la capacità di auto-determinazione. Mette i bambini in grado di effettuare scelte che migliorino la qualità di vita, fornendo loro informazioni, competenze e valori positivi per comprendere la propria sessualità e goderne, intrattenere relazioni sicure e gratificanti, comportandosi responsabilmente rispetto a salute e benessere sessuale propri e altrui. Ed essere in grado di instaurare relazioni sessuali paritarie, in cui vi siano comprensione reciproca e rispetto per i bisogni e i confini reciproci, contribuisce alla prevenzione della violenza sessuale.

Ormai quasi tutti i bambini che frequentano le scuole elementari hanno accesso a internet, e spesso purtroppo vengono lasciati liberi di navigare senza la supervisione di un adulto (spesso non è nemmeno facile impedirglielo perché avviene anche in contesti extra domestici, ad esempio a casa di un amico). Con tutti i rischi che ne derivano. E infatti sono gli stessi ragazzi che richiedono l'introduzione dell'insegnamento: la stessa ricerca promossa da Siru attesa che il 48,8% dei ragazzi e delle ragazze intervistate ritengono che debba essere la scuola a occuparsi della loro educazione sessuale. E allora sono sicura che anche il leghista Sasso sarebbe contrario a quella che è l'unica alternativa all'introduzione dell'educazione sessuale nelle scuole: continuare a imparare cose sbagliate, distorte o incomplete cercando informazioni su internet. O, peggio, su Youporn.

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